In cella il boss dei Cursori di F. A.

In cella il boss dei Cursori Salvatore Pillerà In cella il boss dei Cursori CATANIA. E' tornato in carcere, dopo due anni di libertà per «buona condotta», il boss mafioso Salvatore Pillerà, capo storico del clan dei «Cursoti». Agenti della Criminalpol ieri a ora di pranzo si sono presentati nella sua abitazione, nel quartiere Nesima, e gli hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Antonino Ferrara su richiesta della Direzione antimafia di Catania. Pillerà, 42 anni, scarcerato nell'agosto del '96 dopo avere scontato otto dei dodici anni di reclusione per associazione mafiosa, è ora accusato di due omicidi. Gli investigatori della Criminalpol sono anche convinti che abbia ricompattato le fila della mafia catanese, a tal punto da averne preso il comando al posto di Nitto Santapaola. Su questo, però, il sostituto della Dda Marisa Acagnino ieri pomeriggio è stata categorica: «Nessun elemento per dirlo, a noi risulta che l'ultimo "reggente" del clan Santapaola sia stato quel Giuseppe Intelisano arrestato due mesi fa». Contro Pillerà puntano il dito una decina di pentiti che lo indicano come il responsabile di due omicidi avvenuti nello scorso decennio: quello di Francesco Grillo, nell'82, e quello di Luigi Pavone, due anni dopo. Finora, nonostante i sospetti, Pillerà era sempre riuscito a togliersi di dosso accuse di omicidio, sebbene sempre sospettato di avere avuto un ruolo molto importante nella guerra di mafia che ha insanguinato Catania. Una guerra che ha fatto centinaia di morti tra le fazioni avverse; una di queste era proprio il clan dei Cursoti di Pillerà che, dopo l'omicidio del boss Alfio Ferlito sulla circonvallazione di Palermo, all'inizio degli Anni 80, uscì dall'organizzazione Cosa nostra retta da Santapaola, costituendo un proprio gruppo con l'aspirazione di far piazza pulita degli avversari. Per questo Pillerà nell'82 avrebbe personalmente torturato Francesco Grillo che secondo il boss conosceva il nascondiglio di Santapaola. L'altro delitto, quello di Luigi Pavone nell'84, sarebbe stato ordinato da Pillerà nell'ambito di una «pulizia interna» contro esponenti del clan, pronti a transitare nella famiglia Santapaola sotto la guida di un ex fedelissimo di Pillerà, il boss detenuto Salvatore Cappello, [f. a.]

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