Un gioco mortale per due bambini

Un gioco mortale per due bambini Dramma a Caltanissetta: avevano otto e tredici anni, sono stati intossicati dalle esalazioni dell'olio di sansa Un gioco mortale per due bambini Facevano nascondino, sono finiti in una cisterna PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un'imprudenza mentre facevano il più classico e innocente gioco infantile, il nascondino, è stata fatale a una bambina di 13 anni, Gabriella Salemi e a uno di otto, Giuseppe La Rosa. Sono morti intossicati dalle venefiche esalazioni in una cisterna che conteneva sansa, il residuo dell'olio dopo la spremitura delle olive, nel seminterrato dello stabile in cui abitavano. La disgrazia è accaduta ieri pomeriggio, poco prima delle 18, a Riesi, un paesone del bacino zolfifero siciliano dove manca tutto, svuotato dall'emigrazione negli Anni 50, in un edificio a tre piani in via Pietro Nenni. Il condominio utilizza la sansa come combustibile durante l'inverno quando anche qui, nel centro dell'isola, il freddo si fa sentire. Il paese, appena la notizia è circolata, è immediatamente precipitato nel lutto. Il papà di Gabriella, Michele, che è camionista, ancora in serata era all'oscuro di tutto essendo in viaggio per lavoro in Germania. Sono state ore di incubo fra sirene, polizia, carabinieri, vigili del fuoco e una grande folla muta, rimasta fino a tardi in via Nenni con la consapevolezza di essere ancora una volta impotente, inutile. Per la ricostruzione della tragedia non c'è voluto molto tempo. Il piccolo Giuseppe, in cerca di un nascondiglio sicuro dove nessuno l'avrebbe scoperto, ha sollevato il coperchio della cisterna e vi si è infilato. Ma l'acre odore della sansa deve avergli subito stretto la gola e così ha cominciato a chiedere aiuto. I suoi richiami, sempre più flebili, sono stati sentiti da Gabriella, che si è calata a sua volta, convinta di riuscire a portare in salvo Giuseppe. Anche lei, però, si è sentita quasi subito male. Con lei era sceso uno dei suoi due fratellini minori, Pietro, che ha otto anni, e che ha pure gridato a lungo, fino a quando è stato udito da Alberto La Rosa, 44 anni, zio di Giuseppe, che non ha esitato a soccorrere i tre bambini, tappandosi la bocca con un fazzoletto. Ma anche lui, alla fine, non ha resistito ed è rimasto stordito, semintossicato nella cisterna. E' stato un vicino di casa, Carlo Lupo, a recuperare tutti e quattro, servendosi di una robusta corda, mentre avvertiti per telefono cominciavano ad arrivare carabinieri e vigili del fuoco. E' apparso immediatamente chiaro che per Gabriella e Giuseppe non c'era nulla da fare: non davano segni di vita. Pietro Salemi e Al- berto La Rosa, invece, rantolanti sono stati trasportati nell'ospedale di Mazzarino, il paese più vicino. Da qui, esaurite le più urgenti terapie disintossicanti, l'uomo e il bambino sono stati condotti con un'ambulanza della Croce Verde nell'ospedale Sant'Elia a Caltanissetta, il capoluogo. Qui sono ricoverati nel reparto rianimazione, sottoposti a iperventilazione. A preoccupare di più sono le condizioni del piccino, giudicato dai sanitari in imminente pericolo di morte. Una piccola e già grande donna. Così le compagne di scuola e i parenti hanno descritto la povera Gabriella, che non si tirava mai indietro quando la madre Giovanna, operaia in un maglificio nella periferia del paese, le chiedeva di badare ai fratellini di otto e due anni. E lei, ogni giorno, dopo aver fatto i compiti (frequentava la seconda media nella scuola «D'Antoni») si occupava dei due bambini. Nel suo modesto alloggio Giovanna Salemi non si è data pace, ripetendo fino all'ossessione i nomi dei figli, sopraffatta da crisi di pianto irrefre¬ nabile. «Sangue mio!», ha continuato a urlare la nonna di Gabriella, china sul corpicino. Identiche scene di disperazione nell'appartamento dei La Rosa. Riesi non aveva ancora dimenticato l'il giugno di due anni fa. Quel giorno due bambini morirono in circostanze drammatiche. Annegarono in un laghetto artificiale in peri- feria. Angelo Baglio e Vincenzo Lanzarotta di otto e sette anni caddero nell'invaso colmo di 50 milioni di litri d'acqua dopo essersi avvicinati incautamente alla riva con le loro biciclette. Soltanto a notte inoltrata i sommozzatori dei vigili del fuoco riuscirono a recuperare i cadaveri. Antonio Ravidà Gravi lo zio e un amico che si erano calati nella vasca per soccorrerli I corpi recuperati da un vicino di casa che ha utilizzato una lunga fune I PRECEDENTI 10 GIUGNO \9t\. Alfredino Rampi, un bambino cardiopatico di 6 anni, muore in un pozzo artesiano a Vernicino, vicino a Roma. Per quattro giorni si cerca invano di salvarlo. 23 APRILE 1982. Massimo Piazza, 11 anni, muore asfissiato dopo essere rimasto intrappolato in una cisterna di Melina, vicino a Novara. 28 LUGLIO 1982. Mario Stanzi, di 2 anni, annega dopo essere caduto in un pozzo nel terreno del nonno, vicino a Asti. IO SETTEMBRE 1982. Calogero Spadaio, di2 anni, annega in un pozzo nero alla periferia di Agrigento. I 12 SETTEMBRE 1984. Due sorelline. Monica e Carla Cugusi, sette anni e dieci mesi, ^muoiono in una cisterna. l 20 LUGLIO 1987. Giulio Mastragola, 4 anni, annega dopo essere caduto in un pozzo nero nel centro di Gallipoli i 6 MARZO 1989. Marco Rollandi, 10 anni, muore dopo essere caduto in un pozzo vicino a Saizana, La Spezia. i 6 APRILE 1996. Giovanni Rocco, 4 anni, muore asfissiato dopo essere caduto in un pozzo nero vicino a Palermo. I 20 APRILE 1996. Nicola Silvestri, 3 anni, annega dopo essere caduto in un pozzo nella campagna di Vasto. Chieti. ■ 24 GENNAIO 1998. Denis Osmani. un bambino albanese di S anni, muore annegato in un pozzo pieno di acqua nei pressi di una villa abbandonata a Hitetto. Bari. Un'immagine di Riesi, in provincia di Caltanissetta, dove è avvenuta la disgrazia