« Cosa Nostra non uccise Ambrosoli»

« Cosa Nostra non uccise Ambrosoli» Oggi il dichiarante verrà interrogato al processo per il delitto Pecorelli « Cosa Nostra non uccise Ambrosoli» Brusca: Sindona lo chiese a Riina, che rifiutò PALERMO. «Cosa nostra non uccide per soldi», parola dei boss Totò Riina e Bernardo Brusca. Con questa motivazione la mafia si sarebbe rifiutata, secondo il dichiarante Giovanni Brusca, di uccidere l'avvocato milanese Giorgio Ambrosoli, liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona. La richiesta, dietro il pagamento di mezzo miliardo di lire, sarebbe stata avanzata dal bancarottiere siciliano ai capimafia Salvatore Riina e Bernardo Provenzano tramite i boss Stefano Bontade e Gaetano Badalamenti, entrambi legati alla massoneria. La circostanza è stata riferita ai magistrati inquirenti da Giovanni Brusca, il quale ha sostenuto di averlo appreso dal padre, Bernardo. Proprio in seguito a queste rivelazioni il dichiarante, che attende ancora di essere ammesso al programma di protezione previ- sto per i collaboratori di giustizia, è stato citato per questa mattina nel processo per l'assassinio del giornalista Mino Pecorelli che si svolge nella corte di assise di Perugia. A condurre l'esame sarà l'avvocato Alfredo Galasso, difensore di parte civile della famiglia Pecorelli, che ha chiesto ed ottenuto la convocazione di Brusca. Il gruppo corleonese, secondo i magistrati, non amava Michele Sindona, e preferiva affidare i guadagni illeciti al venerabile Licio Gelli, indagato a Palermo nell'ambito dell'inchiesta «Sistemi criminali». Il capo della Loggia P2, sempre secondo la ricostruzione della procura di Palermo, provvedeva poi a ripulire ed a reinvestire il denaro «sporco». Michele Sindona, secondo l'accusa, dopo il rifiuto ricevuto da Cosa Nostra, non si sarebbe arreso, ordinando al killer italo americano William Aricò l'uccisione dell'avvocato Giorgio Ambrosoli. L'agguato fu portato a termine ni luglio del 1979. Aricò invece morì qualche anno dopo, in circostanze ancora misteriose, precipitando dal quindicesimo piano mentre tentava di evadere dal carcere di New York dove in quel periodo si trovava detenuto. la. r.] II boss mafioso Giovanni Brusca ha negato il coinvolgimento di Cosa nostra nell'uccisione dell'avvocato milanese Giorgio Ambrosoli

Luoghi citati: New York, Palermo, Perugia