Sexygqte: Clinton cede a Starr di Andrea Di Robilant

Sexygqte: Clinton cede a Starr Il procuratore speciale deciso a interrogare il Presidente in persona Sexygqte: Clinton cede a Starr Accetta che i suoi collaboratori testimonino WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Bill Clinton cambia improvvisamente strategia nella guerra contro Kenneth Starr, per confondere le acque, guadagnar tempo prezioso e scacciare l'ombra minacciosa di Watergate. Dopo essersi chiuso con i suoi avvocati per buona parte della giornata, il Presidente ha deciso che non cercherà più di trattenere i suoi collaboratori più stretti dal testimoniare davanti al Gran giurì invocando un suo «privilegio esecutivo». L'effetto immediato di questa decisione è che Sydney Blumenthal, giornalista amico di Hillary chiamato alla Casa Bianca per aiutare la gestione dei rapporti con l'esterno, sarà interrogato davanti al Gran giurì da Starr, convinto che Blumenthal la sappia lunga sulla vicenda Lewinsky. Un piccolo passo indietro: quando Starr aveva chiamato Blumenthal e il consigliere legale del Presidente Bruce Lindsay a testimoniare, la Casa Bianca, invocando appunto il principio del «privilegio esecutivo», chiese al giudice di bloccare l'interrogatorio dei due. Ma il giudice diede ragione a Starr, riconoscendo la validità di principio del «privilegio esecutivo», ma sostenendo che in quel caso non ne vedeva la legittimità. A quel punto la Casa Bianca annunciò che avrebbe fatto ricorso. Ma ciò avrebbe costretto la Corte suprema ad intervenire, alzando notevolmente la posta in gioco e rievocando il fantasma del Watergate: fu infatti la Corte suprema a dire che Nixon non poteva celarsi dietro al «privilegio esecutivo» per tenere segreti i famosi nastri che poi lo inchiodarono. Ieri Clinton ha cambiato idea, annunciando appunto che non farà ricorso. Blumenthal, dunque, parlerà. Ma la Casa Bianca è decisa a impedire che parli Bruce Lindsey, e per farlo invocherà un altro principio: la segretezza del rapporto cliente-avvocato. Non è ancora chiaro come la Corte si pronuncerà, ma i tempi saranno lunghi. Starr comunque non molla, vuole arrivare ai fatti. E se non ci arriverà con Blumenthal e Lindsey, è disposto a convocare il Presidente in persona. Clinton ha già fatto sapere che non accetterà di testimoniare. E allora? Starr e i suoi dicono che, se avranno elementi a sufficienza, lo mcrimineranno comunque. Ma per essere mcriminato, il Presidente deve prima essere messo sotto accusa dal Congresso, con l'impeachment. Clinton è davvero disposto a correre il rischio? Alla Casa Bianca dicono di sì. Motivo: Clinton pensa di avere maggiori chances di sfangarla nel Congresso che non davanti a Starr. Andrea di Robilant

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