«Una pausa per evitare lo scontro» di Alberto Rapisarda

«Una pausa per evitare lo scontro» L'Ulivo propone di ritornare nel comitato dei 19. Oggi l'aula deciderà «Una pausa per evitare lo scontro» Ultima proposta di Marini sostenuta da Scalfaro ROMA. 0 la va o la spacca. Franco Marini farà questo pomeriggio a Montecitorio, l'estremo tentativo per salvare riforme, clima politico generale e anche il governo, che rischia di andarci di mezzo. L'idea del segretario dei popolari è che una «pausa di riflessione» potrebbe essere utile. Non un «rinvio» della discussione delle riforme in commissione (che non è possibile), ma un modo per fermare gli orologi prima dello scontro finale che, se non ci saranno novità, avverrà questo pomeriggio. Le risposte che Berlusconi ha dato ieri sera sono sembrate complessivamente negative. Ma Marini non le ha considerate di chiusura totale e ieri sera continuava a coltivare qualche speranza di poter riaprire i dialogo col Polo. Al momento c'è solo lui, il segretario del partito popolare, esposto in prima linea a cercare una via di uscita. Con l'appoggio attivo del Capo dello Stato che ieri ha ricevuto D'Alema per spiegargli il senso della proposta di Marini, poi Marini stesso e infine Gianni Letta, evidentemente perché fosse informato Berlusconi. Il presidente della Bicamerale, senza entusiamo, ha dato via libera a Marini (col quale ha discusso a Piazza del Gesù), precisando, però, che lui proposte non ne farà. E così, probabil- mente anche per intercessione di Scalfaro, D'Alema ha temporaneamente rinunziato all'idea di andare avanti fino a luglio a colpi di votazione, anche in mancanza di accordo col Polo. Sulla «mediazione» di Marini i popolari stanno giocandosi tutto, con i democratici di sinistra che stanno a guardare. Così come quelli di An, nel Polo, sono muti e rassegnati spettatori della partita che sta giocandosi Berlusconi. La proposta dell'Ulivo sarebbe, in realtà, quella di tornare non in commissione, ma nel comitato dei 19 da lunedì prossimo e lì ridiscutere col Polo tutti e cinque i problemi posti da Forza Italia. Compresi i poteri del Capo dello Stato, il federalismo e il problema giustizia. L'idea è quella di spingere Forza Italia a dare un giudizio complessivo sulle riforme costituzionali spiegando, nel comitato, quali sono le obiezioni su ciascun punto. I popolari stanno elaborando anche un'ipotesi che prevede il rafforzamento dei poteri del capo del governo. «Diciamo con chiarezza che non esiste la possibilità di un rovesciamento dei patti che i popolari hanno stretto con gli elettori - spiega a Berlusconi e Cossiga il capo della segreteria di Marini, Antonello Soro -. Ma I sulle riforme restiamo pronti a discutere tutto ciò che possa migliorare e definire più compiutamente i nodi del federalismo, della forma di governo, delle garanzie». In serata i popolari hanno esaminato al microscopio la «risposta» che Berlusconi ha dato da Milano. Sottolineando soprattutto i passi che sembrano non voler chiudere in modo garantito la discussione in corso. Berlusconi, per esempio, ha detto che «il problema è di sostanza. Abbiamo posto problemi politici e aspettavamo risposte politiche, che non sono arrivate». Ma se arrivasse un reale segnale politico dalla maggioranza «sarebbe un miracolo e io ne sarei felice». Più volte Berlusconi ha parlato del problema giustizia, come ad indicare agli interlocutori che lì attende ancora oggi risposte. E, sarà un caso, ieri Scalfaro ha ricevuto anche il ministro della Giustizia, Flick. Si vedrà oggi se erano segnali di fumo o solo equivoci. Sulla proposta di pausa nella maggioranza è d'accordo anche Dini, mentre è contrario Bertinotti, che teme che si arrivi ad un accordo. Bene la pausa, «ma non infinita» anche per il presidente del Senato, Mancino. Vede «un filo di speranza» il coordinatore dei verdi, Luigi Manconi. Contrari alla «pausa» i cossi- ghiani, per le stesse ragioni di Bertinotti. Irriconoscibili e frustrati i dirigenti di An, che ormai si limitano a ripetere passivamente quello che detta Berlusconi. «In mancanza di una proposta sui contenuti e di significative novità non è possibile di chiedere semplicemente di fermare le lancette» spiega il portavoce di Fini, Adolfo Urso. E anche dentro An montano le voci che contestano la politica leaderistica del segretario. :<An non può accontentarsi di vivere all'ombra delle capacità comunicative di Fini» denuncia Alemanno. Alberto Rapisarda La base contro il «verticismo» Il leader attacca gli «esternatoli» Il presidente della Bicamerale Massimo D'Alema

Luoghi citati: Marini, Milano, Roma