Un ponte fra l'Italia ed i Balcani
Un ponte fra l'Italia ed i Balcani Trecento aziende presenti a Tirana, la porta di un bacino da 250 milioni di consumatori Un ponte fra l'Italia ed i Balcani La Fiera del Levante riscopre il Mediterraneo TIRANA DAL NOSTRO INVIATO Per qualche giorno i bambini hanno rinunciato a un passatempo abituale a Tirana. Non hanno usato come scivolo In pareti esterne inclinate della piramide di cemento e vetro costruita come mausoleo del dittatore Enver Hoxha caduto in disgrazia nel dicembre 1990 insieme al comunismo. La piramide non è stata sfruttata per giocare avendo ospitato la prima Fiera del Levante in Albania, aperta mercoledì scorso e chiusa ieri. La Fiera, visitata da 60-70 mila persone, ò stata un vero e proprio evento anche simbolico. La parola piramide resta ancora l'incubo di ogni albanese: all'inizio del 1997 il crollo delle piramidi finanziarie, le organizzazioni che succhiarono il risparmio, fu all'origine di mesi di violenze, di una dura crisi economica, dell abbandono in massa del Paese con il miraggio dell'Italia e dell'occidente. La Fiera, esportata da Bari, dice il presidente del Consiglio Romano Prodi (che l'ha inaugurata), ha rappresentato di punto di arrivo degli sforzi» fatti «in comune con il governo e il popolo albanese, per permettere a questo Paese un nuovo decollo» e «il punto di partenza di una serie di azioni concrete». La presenza di trecento aziende, duecento italiane e cento albanesi, bulgare, macedoni, greche e romane, ha testimoniato che effettivamente qualcosa è già cambiato: del resto l'anno scorso non fu possibile organizzale la manifestazione. Si mostra fiducioso il primo ministro Fatos Nano, che ha incontrato Prodi: «Questa parte tranquilla dei Balcani sta rinascendo anche per la sua attività economica». E l'industriale della pasta Francesco Divella, presidente della Fiera del Levante, osserva: «Bari e Tirana sono diventate - attraverso la Fiera - i pilastri di un ponte che scavalca l'Adriatico». La manifestazione ha offerto quindi un aiuto per l'Albania che vuole riallacciarsi all'Europa, ma anche per il Mezzogiorno italiano che deve sviluppare la propria economia e guadagnare nuovi mercati. «Ma si può pensare - chiede Prodi per spiegare il significato dell'iniziativa - che il Mezzogiorno possa crescere senza lo sviluppo del Mediterraneo? Si può pensare che il Mezzo- giorno si possa sviluppare nell'isolamento? Lo sviluppo del Mediterraneo e dei Balcani non è la condizione e l'occasione per il progresso del Mezzogiorno?». Insomma, il capo del governo è convinto che l'operazione Albania sia «un dovere di solidarietà» (cioè «il segno» della volontà di offrire «le medesime opportunità di vita e lavoro che abbiamo noi in Italia»), ma sia anche molto vantaggiosa per il Sud. Aggiunge Divella: «Dopo cinquanta anni, finalmente cadono le antiche barriere e l'Adriatico torna a unire pacifiche sponde lungo le quali imprenditori e turisti riscoprono opportunità e risorse da valorizzare». Ma a che cosa è servita in pratica la Fiera? Ad attirare «l'attenzione - afferma il presidente della manifestazione - verso un grande mercato di 250 milioni di persone: tanti ne conta questo vasto scacchiere geografico che da Tirana arriva fino al Mar Nero». A dare quindi una base alle aziende pronte a espandersi verso la Bulgaria come la Macedonia, la Serbia come la Romania. A mettere in collegamento le imprese italiane con l'ancora arretrata realtà dell'Albania, che non offre solo lavoro a basso costo (cioè stipendi di norma non superiori alle 220 mila lire al mese): qui le imprese trovano a basso prezzo anche l'energia, i trasporti e i telefoni. Per tutti questi motivi, l'Albania è stata invasa per cinque giorni dalle aziende italiane, le duecento che hanno occupato uno stand e le altre che hanno inviato degli osservatori. «La collaborazione economica stimola la rinascita di questo Paese e può far dirninuire la voglia di scappare via» osserva il rninistro del Commecio estero Augusto Fantozzi. Almeno in questi giorni, quindi, si è realizzato un esodo alla rovescia: dall'Italia verso l'Albania. Roberto Ippolito li primo ministro albanese Fatos Nano
Persone citate: Augusto Fantozzi, Enver Hoxha, Fatos Nano, Francesco Divella, Prodi, Roberto Ippolito, Romano Prodi
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