Kosovo, albanesi uccisi a decine negli scontri

Kosovo, albanesi uccisi a decine negli scontri Mentre il Montenegro vota nell'ordine Kosovo, albanesi uccisi a decine negli scontri Tirana: l'ospedale «Madre Teresa» bombardato dalle forze serbe nel Nord BELGRADO. «Alcune decine di terroristi albanesi» sono stati uccisi ieri dalle forze di sicurezza nella zona di Decani, nella provinca serba (ma abitata da albanesi) del Kosovo. Lo ha reso noto il «Centro serbo di informazioni» di Pristina, capoluogo della regione, stando al quale anche due poliziotti serbi sono stati uccisi e altri due feriti a Drenica, nel Kosovo centrale. Da Tirana l'agenzia di stampa albanese Ata denuncia che nella stessa Decani le forze serbe avrebbero bombardato il centro ospedaliero «Madre Teresa» nella cittadina di Grejkoc. Decani è una cittadina controllata dalle forze serbe e circondata dai guerriglieri separatisri albanesi dell'Elk; i villaggi circostanti sono teatro di intensi combattimenti. Il Centro serbo di informazioni riferisce di una offensiva delle forze di sicurezza serbe che avrebbe portato alla morte, fra le decine di «terroristi» uccisi, di «mercenari venuti dalla Bosnia e dall'Albania». Sempre secondo il Centro serbo, in coincidenza con l'operazione i civili sono stati fatti allontanare dai villaggi interessati, Carobreg (Cernobreg), Istinic, Srbica e Vranovac. A riferire del bombardamento del centro ospedaliero «Madre Teresa», ieri pomeriggio, oltre all'agenzia di stampa albanese Ata è stato Shaban Shala, capo del Centro per i diritti dell'uomo del Kosovo della città di Gllogoc. Shala, che non ha saputo dire se il bombardamento abbia provocato vittime, ha aggiunto che altri attacchi compiuti con carri armati e artiglieria pesante sono in corso contro numerosi villaggi dello stesso distretto di Decani, che dista pochi chilometri dal confine con l'Albania settentrionale. Fonti albanesi riferiscono anche dell'uccisione, in 48 ore, di 15 civili kosovari albanesi. Secondo l'Agenzia Ata, nell'arcodi 24 ore sono state colpite e di¬ strutte 50 abitazioni di albanesi mentre quattro persone vengono date per disperse. Sempre ieri circa duecento albanesi kosovari sono fuggiti dai loro villaggi varcando la frontiera albanese, per sottrarsi ai combattimenti. A quanto riferisce la sede di Tirana dell'Alto commissariato dell'Onu per i profughi, i 200 sono stati sistemati nella cittadina di Bajram Curri. Ieri si sono svolte regolarmente le elezioni legislative e amministrative nella repubblica jugoslava del Montenegro. I seggi si sono chiusi alle 20 e in tutta la giornata non sono stati segnalati incidenti. La campagna elettorale, invece, era stata costellata da scontri anche fisici tra i sostenitori delle fazioni in campo. Sulla regolarità del voto vigilano circa 120 osservatori dell'Osce, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. E' la quinta volta che in Montenegro, che con la Serbia fa parte della Federazione jugoslava, si vota da quando nel 1990 è stato reintrodotto il multipartitismo. Nelle elezioni precedenti, le presidenziali dello scorso dicembre, aveva vinto il leader del «Dsp», il riformista Milo Djukanovic. Il suo partito è dato come leggermente favorito sui rivali dello «Snp» di Momir Bulatovic, ex presidente montenegrino ora diventato primo ministro federale. Un tempo amici e alleati politici, i due hanno preso strade diverse. Djukanovic vuole aprire all'Occidente. Il secondo è un conservatore alleato del presidente federale Slobodan Milosevic, che vede Djukanovic come il fumo negli occhi. Se vincerà, infatti, Djukanovic avrà gli strumenti costituzionali per mettere in serie difficoltà Milosevic e la possibilità di decidere un eventuale divorzio dalla Jugoslavia, anche se dice di non volerlo. [Ansa-Ag-Apl Soldati dell'esercito della Federazione jugoslava