I misteri della guerra fantasma di Mimmo Candito

I misteri della guerra fantasma I misteri della guerra fantasma «Jet israeliani pronti a colpire Islamabad» mo ministro Sharif faceva telefonare la notizia ai cinque membri del Consiglio di Sicurezza e ordinava di convocare d'urgenza al ministero degli Esteri l'incaricato d'affari indiano. Il diplomatico arrivava davanti al tavolo del ministro quando ormai era l'una del mattino, e si sentiva dire con ogni durezza: «Se l'India attacca le nostre postazioni atomiche, la reazione sarà durissima. Colpiremo anche New Delhi, e lei sa che possiamo farlo. Lo comuniclù al suo governo». I missili Ghauri hanno una gittata di 1500 chilometri, la minaccia non poteva essere sottovalutata. Soltanto i satelliti degli americani potranno dire se la guerra-fantasma sia stata davvero combattuta in quella torrida notte d'Asia, e se davvero la minaccia dei razzi pakistani abbia fermato una follia che nessun fanatismo induista avrebbe avuto mai la forza di giustificare. Comunque i missili pakistani sono rimasti puntati su Delhi fino a ieri mattina, e lo squadrone aereo israeliano schierato nel Kashmir è sparito nelle nebbie dei segreti militari. La realtà è che qui, in Asia, non c'è mai la certezza di nulla. La cultura di questo continente va al di là dei territori del razionale che tanto intrigano l'Occidente; e tutto è reale e immaginario allo stesso tempo. Ma Karamath è certamente un vecchio generale di solida formazione professionale, e i missili Ghauri sono stati costruiti dai cinesi, che di razzi e di polvere da sparo hanno esperienza ormai da un millennio. Lo scetticismo è una misura di saggezza, però le guerre-fantasma sono una categoria che le cronache militari sanno molto affollata e assolutamente credibile. Lungo questa frontiera ambigua che rende vaghe anche le verità più garantite si trovano poi due altre «certezze» che, in questi giorni, tutti abbiamo venduto come inoppugnabili - perché così le dichiarava il comunicato ufficiale del governo pakistano - ma che invece pare che tanto inoppugnabili, e tanto certe, non siano affatto. Si tratta delle due tornate di test atomici, di giovedì e di sabato scorso. Fin dal primo minuto gli americani, che su queste regioni hanno satelliti e occhi come nessun altro, avevano detto che i conti non gli tornavano; e che i numeri che stava dando il primo ministro Sharif erano diversi da quelli che i sofisticati strumenti elettronici del Pentagono avevano invece rivelato. Quanto sta ora venendo fuori dagli eleganti saloni dei Circoli Ufficiali dell'esercito pakistano disegnerebbe uno scenario piuttosto differente da quello che Sharif e i suoi scienziati hanno comunicato al mondo: gli esperimenti tentati giovedì sarebbero stati effettivamente cinque, come il governo assicura, però ne sarebbero riusciti soltanto tre (perciò le tre esplosioni detectate dal Pentagono), mentre gli altri due avrebbero fatto flop. Non solo. 1 test tentati poi sabato erano effettivamente due, come la prima versione ufficiale ha fatto dire a radio, tv, e giornali locali; però di questi due, nuovamente uno soltanto è riuscito mentre l'altro sarebbe fallito anch'esso (e questo spiegherebbe la necessità di una correzione tardiva del governo, dopo che il Pentagono aveva continuato a insistere, anche questa volta, che i suoi sensori avevano visto soltanto una esplosione). In uno di questi saloni, di assai difficile accesso agli estranei, circolava anche un'altra voce. Che dei due flop di giovedì, uno riguarderebbe davvero una bomba sotterranea, ma l'altro era un missile con un tentativo di testata atomica. La notizia, se trovasse una credibile conferma al di là dei sussurri con i quali viene passata di orecchio in orecchio in quell'importante Circolo Ufficiali, sarebbe davvero clamorosa; farebbe compiere un drammatico salto di qualità alla crisi politico-militare di questa settimana e spiegherebbe allora perché il dottor Khan, che è stato il capo del progetto atomico pakistano, vada dicendo che il suo Paese può armare un missile «in pochi giorni» mentre i tecnici di tutto il mondo continuano a dire che una cosa è avere la capacità di fare una fissione atomica e cosa assai differente - e ben più sofisticata - è avere la tecnologia per portare questa fissione dentro la testa del missile lanciato su un bersaglio. Sono cose d'Asia, vere e non vere allo stesso modo. Soltanto i satelliti militari sanno, a questo punto, chi dica il vero e chi invece venda le armi della guerra psicologica. Mimmo Candito

Persone citate: Khan, New Delhi

Luoghi citati: Asia, India, Islamabad