Scoppia la voglia di Grande Centro

Scoppia la voglia di Grande Centro Oggi Cossiga, Marini e Dini insieme sul palco a Udine. i popolari: saremo fedeli all'Ulivo Scoppia la voglia di Grande Centro Le regionali friulane galeotte per Rinnovamento e ppi Sono in molti a dire dino" volerlo. Anzi, qualcuno nega deciso che possa ancora rinascere. Ma, nell'Italia resa apparentemente più bipolare dal voto aniministrativo di domenica scorsa, scoppia la voglia di «grande Centro». Primo banco di prova: le regionali friuliane del 14 giugno. E il battesimo è già fissato per oggi, a Udine. Sei leader - Francesco Cossiga, Franco Marini, Lamberto Dini, Giorgio La Malfa, Rocco Buttiglione e Clemente Mastella - sono impegnati tutti insieme, sullo stesso palco, col compito di presentare il «Centro popolare riformatore», la formazione politica che esordirà alle 'irne per il rinnovo del consiglio del Friuli-Venezia Giulia e che racchiude nel proprio simbolo quelli di ppi, di pri, di Rinnovamento italiano, di cdu-cdr per l'udr e dell'Unione Slovena. Rinasce la de? L'ex presidente della Repubblica, Cossiga, ha spiegato ieri alla Stampa che «non sarebbe un crimine». Aggiungendo, poi, quasi a mo' di programma: «Constatata la simpatica soavità con cui viene considerata normale nel centrosinistra la presenza di un partito che porta l'allegro nome di Rifondazione comunista, partito che stimo ed esteticamente ammiro, io sono per la costituzione di un centro democratico e riformatore di ispirazione cristiana e liberaldemocratica che si ispiri a valori umani condivisi da laici e da cattolici». Ma, a livello nazionale, Lam berto Dini e Franco Marini portano oggi acqua al mulino del centrosinistra. Come giudicare l'abbraccio friulano con i cugini ora al centrodestra? Il leader di Rinnovamento dovrebbe spiegare a Udine le ragioni di tale alleanza in una competizione elettorale che presenta non pochi elementi di singolarità rispetto al resto del Paese. Quanto al ppi, c'è già chi mette le mani avanti: «Il "Grande Centro"? Non ci interessa. Non esiste - sostiene Enrico Letta, vice di Marini, intervenuto ieri all'assemblea nazionale dei cristiano-sociali -. Nel ppi, solo una esigua mino¬ ranza lo vuole. La nostra linea politica è più che chiara». Nessuna tentazione neocentrista? Letta insiste: «E' umiliante leggere che il ppi viene considerato tra le sigle e i partiti da sommare per raggiungere il 30 per cento dei consensi, come la de. Cosa dobbiamo fare e dire per dimostrare che non ci interessa il "Grande Centro"?». A dar man forte a Letta è anche Antonello Soro, coordinatore della segreteria del ppi: «Noi popolari - tranquillizza - abbiamo fatto davanti agli elettori una scelta chiara di schieramento per l'Ulivo e non abbiamo nessuna intenzione di cambiare idea. Rispettiamo i pareri di tutti; però, la linea nasce negli organi di partito e tocca al segretario interpretarla». E, a sera, è Marini stesso a gettare acqua sul fuoco: «I popolari restano dove sono: abbiamo fatto la scelta del centro sinistra, perchè questa coalizione può risolvere meglio le esigenze del Paese. Non vedo ragioni per cambiare la nostra alleanza». Ma Pierre Camiti, leader dei cristiano-sociali, non è convinto della compattezza dei popolari. «Il tentativo di far rinascere la de è una velleità, un'illusione», spiega. E aggiunge di non credere nemmeno all'unità politica dei cattolici: «Non c'è mai stata». Tuttavia, le spinte verso il Centro, che risvegliano l'interesse di una parte del ppi, lo «preoccupano non poco». A partire dalla «voglia» di D'Antoni e della sua «grande Cisl»: «Vorrei che qualcuno nella Cisl informasse D'Antoni - sostiene Camiti - che la ricerca scientifica ha scoperto il modo per clonare gli animali, ma nessuno finora è riuscito ad inventare un sistema per la resurrezione...». Mario Tortello Qui sopra il leader di Rinnovamento Lamberto Dini A destra il fondatore dell'Udr Cossiga

Luoghi citati: Friuli, Italia, Udine, Venezia Giulia