«DOVE VA RADIO PROPOSTA?»

«DOVE VA RADIO PROPOSTA?» LO DICO A TORINOSETTE «DOVE VA RADIO PROPOSTA?» «Lfi città rischia di perdere una voce significativa» Da tempo «TorinoSette» lancia segnali d'allarme sullo stato della cultura nella nostra città. Sulle troppe occasioni mancate e non solo per colpa delle istituzioni. Anche la recente vicenda di Radio Flash è stata indicata come un segnale non felice. Non entro nel merito della vicenda relativa agli amici di Radio Flash e di coloro che se ne sono andati, ma colgo l'occasione per lanciare un segnale d'allarme relativo a un'altra voce storica dell'etere piemontese: Radio Proposta. Nata vent'anni fa, Radio Proposta è di proprietà salesiana. Coprendo quasi tutto il territorio regionale, vuole offrire un servizio alle diverse diocesi, caratterizzandosi per il pluralismo dell'informazione e l'approfondimento culturale. L'ispirazione è chiaramente cattolica, ma non si trasmettono rosariné si fa del localismo parrocchiale, bensì si tenta, tra mille contraddizioni, di leggere i «segni dei tempi». Eppure credo si debba avere il coraggio di dire che la città sta rischiando di perdere questa risorsa significativa, nell'indifferenza di tutti, a cominciare dalla Chiesa, che fa uri gran parlare di «comunicazione», ma non investe seriamente in una politica della comunicazione e non dà sufficiente spazio ai laici. Per non dire del- l'indifferenza dei politici di ispirazione cristiana, affaccendati in mille altre cose; e delle istituzioni locali, che, a parte rare eccezioni, non brillano in disponibilità. Certamente impostare una radio sull'informazione e la cultura, anziché sulle canzonette, non paga. Non in termini di ascolti e neppure di pubblicità. Ma è importante che una voce di questo tipo ci continui ad essere. U problema è che oggi come oggi Radio Proposta è lasciata andare alla deriva: una direzione latitante, un palinsesto sconclusionato, continui errori tecnici dettati da negligenza, scarsa visibilità esterna, personale insufficiente, collaborazioni non sempre meditate e soprattutto, questa è la cosa più grave, l'assenza di una linea editoriale. Se si va avanti è solo per la buona volontà di chi continua a lavorare tra mille difficoltà. Tutto procede all'insegna dell'improvvisazione, dell'autogestione, per cui il palinsesto è una sorta di «mosaico», con tante cose attaccaticce, senza una rotta, un'idea collettiva, un orizzonte. Senza una redazione, sostituita da singoli individui che hanno in appalto un «pezzo» di radio e che sono pregati di «rompere» il meno possibile. In qualunque posto di lavoro i lavoratori hanno il diritto di chiedere alla proprietà: dove volete andare? Hanno il diritto di essere rassicurati sulla loro condizione. A Radio Proposta no. Proprietà e direzione non lanciano segnali, pare solo di intravedere la volontà di affossare una vòlta per tutte l'emittente. Che fare: zitti e sorridete? No, perché c'è in ballo la sopravvivenza e la professionalità di diverse persone e soprattutto ci sono gli ascoltatori, che continuano ad essere presi in giro da chi ritiene che ciò che conta sia riempire il palinsesto, trasmettere qualcosa, qualunque cosa, non importa di che qualità sia. Inoltre Radio Proposta fa parte del «Circuito Marconi» (network nato intorno a Nova Radio A di Milano) e ritrasmette i programmi di BluStat, l'emittente satellitare voluta dalla Cei. E' ottima cosa fare parte di una «rete» radiofonica a livello nazionale, purché il legame con il «centro» non si trasformi in una forma di «colonialismo». E' allarmistico dire che le radio locali corrono il rischio di essere ridotte a mere «ricetrasmittenti» di programmi da altri confezionati? Alla faccia del legame del territorio, della creazione di nuovi posti di lavoro, bla, bla, bla... BluStat, come la relativa televisione Stat 2000, si sta rivelando progetto calato dall'alto. Sarà per la mia giovane età, sarà perché certe logiche non riesco ad accettarle con rassegnazione, ma credo sia giunto il momento di aprire la discussione. Qualcuno deve assumersi le sue responsabilità: per primi i cattolici che finora hanno dimostrato scarso attaccamento per la «loro» radio. E poi Radio Proposta appartiene a tutti, appartiene alla città, a coloro che credono si possa fare cultura con libertà e intelligenza. Insomma, possibile che non importi niente a nessuno? Emanuele Rebuffini Redattore di «Radio Proposta» Le lettere devono essere indirizzale a «Lo dico a TorinoSette» v. Marenco 32 10126 Torino oppurefaxate almunero 663.90:36 (prefisso Oli)

Persone citate: Marconi, Radio Flash

Luoghi citati: Milano, Torino