GRASS: LA STORIA SCETTICA DELLA GERMANIA SENZA MURO di Luigi Forte

GRASS: LA STORIA SCETTICA DELLA GERMANIA SENZA MURO LE RECENSIONI GRASS: LA STORIA SCETTICA DELLA GERMANIA SENZA MURO 77 presente narrato girovagando intorno alla vita di Fontane LLA fine ci si affeziona anche a un tipo come Theo Wuttke. Forse per quel soprannome, Fonty, che gli hanno appioppato quelli dell'Archivio Fontane fin da quando teneva conferenze, negli Anni Cinquanta, sul grande romanziere brandeburghese. Di lui sapeva vita e miracoli. E ancora oggi che il Kulturbund, l'organizzazione politico-culturale della ex-Rdt, per cui lavorava, è ormai solo un ricordo, Fonty, di professione fattorino e poi consulente presso l'Amministrazione Fiduciaria, non riesce a tracciare una linea netta fra il suo presente e il passato di Fontane. Forse perché è nato a Neuruppin come il suo idolo, esattamente un secolo dopo, cioè il penultimo giorno dell'anno 1919, o perché moglie e figlia si chiamano proprio Emilie e Martha (come nella famiglia dell'autore di Effi Briest). Quando si dice il caso. E poi quel continuo peregrinare fra lettere, ballate, romanzi, passi autobiografici. Dove finisce Fontane e dove comincia il signor Wuttke? Basta chiederlo a Hoftaller, ex-agente della Stasi, la vecchia polizia segreta del socialismo reale di Ho- necker. Anche lui ha un vizietto e si chiama Fonty. Lo coltiva un po' per dovere e un po' per affetto. E' il legame anomalo che si crea fra la vittima e il carnefice, fra il fattorino Wuttke e la sua Ombra Perenne. Una coppia di ferro, leggermente stonata e chapliniana: uno alto e magro, l'altro tarchiato e di gamba corta. Ma una spia che si rispetti ha per lo meno un'altra identità. Così Hoftaller è anche Tallhover (attenzione all'anagramma!), cioè l'omonimo protagonista (e spia Rdt) di un romanzo di Hans Joachim Schàdlich, in cui egli si riflette e nobilita. Quando si dice il caso. O non sarà invece la geometria che predomina nell'ultimo romanzo di Gùnter Grass, E' una lunga storia (titolo-citazione da Effi Briest, che in originale suona: mi vasto campo) uscito nel. 1995 e proposto ora da Einaudi nell'ottima versione di Claudio Groff? Sì, è una ragnatela di rimandi, di richiami costruita sopra un presente di incerte prospettive. Un ponte di finzioni letterarie che congiunge topografie urbane e mappe romanzesche. Su e giù per la Prussia degli Hohenzollern, a zon¬ zo per Berlino o in auto tra i luoghi sacri dell'Immortale (così suona il caro estinto Fontane). Un paradosso che Grass enfatizza con insopportabili elucubrazioni e fatti storici: narrare il presente girovagando per il passato. Il presente si chiama: caduta del Muro di Berlino, riunificazione della Germania. Il passato è il pianeta letterario Theodor Fontane. Fra le due cose corre il filo rosso d'una greve memoria: Berlino, la Prussia, l'unità del secondo Reich. Fra vecchi e nuovi problemi zampettano i nostri due eroi sciorinando vecchie e nuove disgrazie e qualche sparuta speranza. Il motto è: «Restare scettici è meglio che diventare cinici». Verissimo. E Grass è maestro nell'elogio del dubbio. Per questo forse ha guardato con sospetto, fin daprijàcipio la riunificazione delle due Germanie. Fonty e Hoftaller sor.o le immagini speculari di tali perplessità, ma anche l'archetipo letterario (i Don Chisciotte e Sancho Panza, i Bouvard e Pécuchet), che difende con la parola dal caos o lo distanzia con l'ironia. Anche stavolta Grass è stato fluviale, e non gli sono mancati né ritmo né respiro narrativo, ma immaginazione. Fontane gli è stato letale, perché ha plagiato il suo Fonty, che più che un'anima, è un'idea, un grumo di pedanteria, un sacro furore filologico, un dispensatore di saggezza libresca. E che dire delronnipresente-Hoftaller,,che pontifica suU'unificazione con lo sguardo disincantato e pessimista di un vecchio marpione della Stasi? Nelle sue vene non scorre sangue, ma l'inchiostro con cui Grass ha vergato le sue polemiche. Giuste, per altro, e confortate dal senno di poi. A cominciare da un'unità che ha in sé germi di schizofrenia. E poi: il Piano di Risanamento. La Liquidazione totale. La svendita della parte orientale del Paese. E quel senso di profondo disorientamento che spinge un vecchio professore ebreo, Eckhard Freundl, al suicidio. Anche Fonty, arrivato ai settanta, non riesce a entusiasmarsi per la nuova geografia tedesca. Ma Grass non lo lascia solo. Gli mette accanto una giovane e affascinante nipote francese, il frutto più recente di una sua vecchia scappatella nel Sud della Francia, ai tempi della guerra. C'è di nuovo lo zampino di Fontane con le sue origini ugonotte, e sul quale, guarda caso, la giovane Madeleine scrive la tesi di laurea. Lei porta un po' di esprit nello sgabuzzino del socialismo reale e una dose di fiducia nell'idea di «grande nazione». Poi sottrae il vecchio alla torbida kermesse di un capitalismo che unifica lasciandosi alle spalle muri di incomprensione. I due si dileguano nel parco di Treptow. Un ultimo congedo anche dall'Ombra Perenne: sulla ruota gigante come due ragazzini pervasi dall'ebrezza della libertà. Da Fonty ancora un tenero messaggio all'archivio: una cartolina da una solitaria contrada francese. E' il ritorno verso il suo passato, le origini dell'Immortale, e una memoria non corrotta dalle alchimie politiche? E' stata una lunga storia, con un piccolQ.erpe scettico e npn allineato. La prima di una Germania senza Muro. Ma anche l'ultima del passato. La storia di una patria che non c'è ancora. Ma questo, come dice Fontane, è un campo troppo vasto. Luigi Forte Giinter Grass E' UNA LUNGA STORIA Gùnter Grass Einaudi pp. 658 L 38.000 L'autore di Effi Briest, l'Immortale, esemplifica la memoria non corrotta dalle alchimie politiche: romanzo fluviale, dove difetta l'immaginazione

Luoghi citati: Berlino, Francia, Germania, Neuruppin, Prussia