Enel, guerra da 12.000 miliardi

Enel, guerra da 12.000 miliardi L'incognita della «bolletta nucleare» pesa sulla privatizzazione dell'ente. Soluzione vicina Enel, guerra da 12.000 miliardi Bersani smorza. Tato: non cambio strada ROMA. Franco Tato taglia corto: «I nostri conti sono quelli». Dopo l'annuncio del bilancio in rosso «tecnico» e le polemiche tra Chicco Testa, presidente dell'Enel, e Pippo Ranci, presidente dell'Authority per l'energia, l'amministratore delegato della società elettrica non ha intenzione di mettere in discussione né i 1500 mihardi accantonati per far fronte alle attese decisioni sugli oneri nucleari, né i 124 miliardi che costituiscono quel passivo, detto appunto «tecnico» perché causato da un accantonamento preventivo e non da attività negative. E sulla possibilità di rivedere il bilancio, nel caso la decisione dell'Authority arrivasse in tempo per portare fatti nuovi all'assemblea Enel del 30 giugno, Tato non vuole fare commenti. Comunque, chiarisce, con l'Authority non ci sono scontri in atto: «Neanche per sogno - dice - nessuno scontro, ognuno fa il suo mestiere». Con questo «kaiser Franz», com'è soprannominato l'amministratore dell'Enel, varca il portone di Palazzo Koch per ascoltare la relazione di Fazio all'assemblea della Banca d'Italia. Sulla stessa lunghezza d'onda Chicco Testa, il presidente, che, a proposito del bilancio Enel, parla di «competenze del consiglio d'amministrazione che devono essere esercitate rispetto a dei fatti che avvengono». Frizio- ni con l'Authority? «Macché», risponde Testa, lasciando qualche spazio in più di Tato ad un'eventuale revisione del bilancio. Possibile? «Mi auguro di sì», conclude. Insomma, sul fronte delle polemiche molto rumore per nulla. «Più che di polemiche parlerei di scarso fair play», commenta il ministro dell'Industria Pierluigi Bersani. Sì, perché, spiega il ministro, venerdì si è capito che l'Authority sta lavorando utilmente per dare in tempo breve una risposta al problema degli oneri nucleari. «Questo fatto è stato oscurato - aggiunge Bersani - insieme ad un altro e cioè quello degli ottimi risultati in¬ dustriali dell'Enel». Due buone notizie, due momenti molto positivi passati praticamente inosservati nel polverone sollevato da un battibecco: «I protagonisti del sistema elettrico non hanno il gusto per il fair play», ironizza il ministro, dopo aver, come ha detto lui, «ripristinato» al giusto posto e nel giusto valore le buone novelle finite a far da Cenerentole. «Sugli oneri nucleari insiste Bersani - siamo probabilmente prossimi alla possibile soluzione di una annosissima e complicatissima vicenda e i risultati dell'Enel sotto il profilo industriale sono ottimi. Messe assieme queste due cose significano che, poco a poco e uno alla volta, stiamo sciogliendo i nodi di una matassa intricata e quindi, dando una prospettiva graduale di maggior libertà a tutto il sistema, possiamo andare avanti nei processi di riforma». E su questo il ministro ha un'ultima precisazione: «Stiamo parlando di liberalizzazione e apertura del mercato elettrico, cosa che non bisogna confondere con la privatizzazione». In effetti quando Bersani parla di «annosissima e complicatissima vicenda», riferendosi al caso Enel-nucleare, non si può certo dire che esageri. Dopo il referendum del 1987, che aveva sancito l'abbandono dell'uso dell'energia atomica, fu neces¬ sario coprire una serie di costi con un sovrapprezzo inglobato nella tariffa elettrica. Si tratta, complessivamente, di una bolletta da 12 mila mihardi, una parte dei quali diventano però incerti: la Corte dei conti due mesi fa ha infatti dichiarato illegittimi 920 miliardi incassati dall'Enel tra l'89 e il '91, mentre altri 500 mihardi potrebbero essere messi a rischio dalla revisione di tutto il sistema degli oneri nucleari. E l'ultima decisione dell'Authority per l'energia, datata 19 maggio, annunciava la possibilità di una limatura della bolletta elettrica in favore degli utenti. Così l'Enel, che avrebbe dovuto chiudere il '97 con un utile di oltre 1366 mihardi di lire, in progresso del 7,4% sul '96, ha deciso di accantonare precauzionalmente su un apposito fondo rischi circa 1500 miliardi. Questo, secondo i calcoli della società elettrica, sarebbe l'impatto sui conti Enel in caso di decisione sfavorevole. Intanto la Federconsumatori ha chiesto all'Authority per l'energia maggiori chiarimenti e la revisione di alcuni criteri sul rimborso degli oneri nucleari, visto che, dice l'associazione di consumatori, «sembrano comportare il riconoscimento di somme non dovute all'Enel». Vanni Cornerò LA TORTA DEGLI ONERB NU€LEAR! 3.088 Pippo Ranci (Authority) e Franco Tato amministratore delegato Enel