Venduta a 14 anni per una Mercedes

Venduta a 14 anni per una Mercedes Venduta a 14 anni per una Mercedes L'odissea di un'albanese costretta a prostituirsi ROMA Rapita, picchiata, violentata, costretta a prostituirsi. Venduta poi per una Mercedes ad un italiano che ha continuato a picchiarla perché non smettesse di incontrarsi con i clienti al sedicesimo chilometro della via Flaminia, a Roma. E' la storia terribile di Leila (il nome è di fantasia), 14 anni, albanese, fatta rapire nel suo Paese da una cugina, una prostituta di 25 anni, e trasferita in Italia dopo un mese di segregazione in un albergo di Valona. Tutti gli aguzzini che hanno infierito su di lei in Italia sono finiti in carcere. Sono tre connazionali e un italiano: Renzo Bemocchi, 41 anni, pluripregiudicato, e i fratelli - un uomo e una donna - Leonida e Anida (pregiudicata) Gyini, di 30 e 23 anni. Li hanno ammanettati gli uomini della VII sezione della Squadra Mobile romana, diretta da Massimo Bernardini. L'accusa: induzione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione minorile, riduzione in schiavitù e lesioni nei confronti di minori. In Albania la polizia locale ha arrestato invece la cugina prostituta mentre Bernocchi è anche accusato di violenza sessuale aggravata e ricettazione. L'incubo di Leila comincia quattro mesi fa. Viene rapita nel suo paese, a Korce in Albania, mentre esce da un supermercato con la madre e la sorella. Leila raggiunge poi Brindisi a bordo di un gommone e Roma in treno. Portata da alcuni albanesi che la vendono in cambio di due milioni di lire ai tre connazionali arrestati, uno fidanzato con la cugina. Leila viene portata in un appartamento nella zona della Cascina. Qui al quinto giorno viene picchiata e violentata da Petrac Simacu e costretta a prostituirsi dopo che Anida Gyini le ha insegnato «il mestiere». Leila oltre a mendicare da mangiare ai suoi clienti chiede anche qualche spicciolo in più. Ed in questo modo riesce ad acquistare una tessera con cui telefona alla madre raccontandole la sua odissea. A questo punto la polizia albanese ar¬ resta la cugina di Leila. Ma la notizia arriva anche all'organizzazione che sposta il suo quartier generale in un appartamento a Setteville di Guidonia, dove tiene segregata un'altra ragazza di 15 anni. Anche lei costretta a prostituirsi e arrivata in Italia qualche mese fa con la promessa di un lavoro onesto. In questo appartamento per due settimane Leila viene minacciata di morte. E cinque giorni prima dell'arresto, Bernocchi le fa dire da uno degli albanesi che da quel momento è di sua proprietà: ÌTia «acquistata» in cambio di una Mercedes. Anche costui violenta e picchia Leila, la frusta e non le dà da mangiare per obbligarla al marciapiede. Quando sulla Flaminia la minore albanese viene fermata dai poliziotti, a poca distanza c'è Bernocchi che viene bloccato. L'uomo racconta che cerca di «salvare» la ragazza ostaggio di tre albanesi. Ma Leila racconta la vera storia, indicando anche l'alloggio dov'è segregata l'altra connazionale. [r. cri.] Roma: la banda che l'aveva sequestrata l'ha ceduta in cambio dell'auto

Persone citate: Bernocchi, Massimo Bernardini, Renzo Bemocchi

Luoghi citati: Albania, Brindisi, Italia, Roma