«Ora sui diritti-doveri a scuola c'è chiarezza»

«Ora sui diritti-doveri a scuola c'è chiarezza» Statuto: Berlinguer al contrattacco «Ora sui diritti-doveri a scuola c'è chiarezza» Ma a Roma corteo contro il ministro: «Il diritto allo studio non si tocca» ROMA. Statuto degli studenti, il giorno dopo. Mentre il ministro Berlinguer è impegnato a sottolineare l'importanza del documento, «finalmente è stata fatta chiarezza», la scuola torna in piazza. E' partito ieri alle 11 da piazza della Repubblica, diretto a piazza San Giovanni, il corteo nazionale dei Cobas della scuola e di Rifondazione comunista a sostegno della scuola pubblica contro i tagli al bilancio della pubblica istruzione e i finanziamenti alle scuole private e per un contratto dignitoso per i professori. Il corteo, al quale hanno partecipato migliaia di persone tra cui molte delegazioni provenienti dal Sud Italia ha avuto molti aspetti folcloristici. Dopo lo striscione d'apertura, che ricordava una lavagna con la scritta in gesso «Giù le mani dalla scuola», c'era un prete vampiro che chiedeva non l'otto per mille ma l'ottanta per mille per le scuole religiose e uno zio Sam, che rappresentava il ministro Berlinguer, accusato di voler «fare l'americano» promuovendo le scuole private come negli Usa. Insieme ai Cobas hanno sfilato le altre strutture sindacali di base della scuola, tra cui particolarmente folta era la delegazione degli Unicobas che aveva un manifestante vestito da cardinale sul tetto di una utilitaria. C'erano anche gli studenti, quelli dei collettivi fuori sede, gli studenti autorganizzati (tra i quali il coordinamento studentesco romano) e i giovani comunisti. Chiudeva lo striscione della federazione romana di Rifondazione comunista, nelle cui file hanno manifestato la segretaria, Patrizia SentineUi, e il responsabile della scuola di Rifondazione, Scipione Semeraro. In Piazza San Giovanni - davanti a 10.000 persone, secondo gli organizzatori, mentre la pohzia ne ha calcolati circa 3500 ha parlato Piero Bernocchi, dei Cobas, per il quale quello attuale è «il governo più nemico della scuola pubblica che ci sia mai stato». Stefano D'Errico, dell'Unicobas, ha detto che la riforma «è a costo zero e serve solo ad appaltare gli studenti all'indù stria». Ha concluso Scipione Semeraro (Prc) il quale ha detto che Rifondazione toglierà l'appoggio a questo governo se non cambia la politica sul lavoro nel Sud e se non sarà capace di riformare la sua politica sulla scuola, perché un governo che non è riformatore non si può considerare un governo di sinistra. Vari interventi hanno toccato anche la questione del contratto dei professori. Dal canto suo, il ministro Berlinguer, ieri ha ribadito novità e vantaggi del nuovo Statuto della scuola. «Sulla questione del 7 in condotta prima c'era una confusione che abbiamo eliminato; si faceva derivare dal voto in condotta una valutazione del profitto, e ciò era ingiusto». «Abbiamo stabilito - ha spiegato il ministro - che chi commette infrazioni subirà delle sanzioni e quindi, ad esempio, un allontanamento temporaneo dalla scuola. Ma la nostra idea è far studiare e far andare a scuola gli studenti, mentre le sanzioni che c'erano prima tendevano ad allontanare dalla scuola. Prima c'era una confusione che abbiamo ehminato: nell'ordinamento del 1925, una data sospetta, si faceva infatti derivare dal voto di condotta una valutazione del profitto. Noi distinguiamo, allo studente diciamo: non ti facciamo perdere l'anno considerandoti ignorante. Non è giusta infatti la confusione tra comportamento e capacità intellettuale. Quella di ieri era una cultura della decimazione, e ciò non era giusto». [r. cri.] Un momento della manifestazione organizzata a Roma da Cobas e Rifondazione

Persone citate: Berlinguer, Patrizia Sentineui, Piero Bernocchi, Scipione Semeraro, Stefano D'errico

Luoghi citati: Cobas, Italia, Roma, Usa