«Un gay nel caldo? Impossibile» di Guido Tiberga
«Un gay nel caldo? Impossibile» Dopo l'attacco ai maestri omosessuali, nuova polemica in casa del leader di An Daniela Fini: non gli permetterebbero di giocare LA POLEMICA PALLONE E SESSO A allora è una mania. Non bastava il caos scatenato dal leader di Alleanza Nazionale con il suo anatema contro i maestri omosessuali: anche la signora Daniela, first lady del partito della coccinella, se l'è presa con i gay, per la precisione con «quei» gay che hanno la bizzarra pretesa di giocare a pallone: magari in serie A Sta di fatto che la famiglia Fini sembra inguaribilmente contagiata dallo strano vizietto di scatenare polemiche parlando di omosessuali. A dire il vero Daniela Fini è stata provocata da un'indiscretissima domanda televisiva: «Lei che è tanto tifosa della Lazio - le hanno chiesto al Caffè della Domenica, in onda oggi su Tmc - continuerebbe ad entusiasmarsi se uno dei giocatori biancoazzurri fosse omosessuale?». La risposta è di quelle che dicono e non dicono: «Un calciatore ostentatamente omosessuale non lo lascerebbero giocare...». «Chi» non lascerebbe, la Fini non spiega: l'allenatore? il presidente? gU arbitri? Forse, la sua avrebbe persino potuto essere interpretata come una denuncia dell'ipocrisia generale, ma a far scender di livello il dibattito ci hanno pensato due ospiti diversissimi l'uno dall'altro. Il primo è il tifoso Mortadella, romanista diventato famoso (pensa te) per una foto che lo ritraeva vicino al designatole arbitrale Baldas in un palco d'onore di Juve-Inter. «Nella Lazio - rivela Mortadella, che all'anagrafe fa Fabrizio Carroccia c'è un giocatore dichiaratamente gay, anche se nessuno lo sa». Poco importa che l'avverbio «dichiaratamente» non vada d'accordo con quel «nessuno lo sa». «E' un biondino», spiega lui, con l'aria di chi svela uno dei grandi misteri del nostro Paese. Passi il Mortadella, che se può parlar male della Lazio non si tira certo indietro, ma quello che stupisce è il secondo interlocutore della Fini: Gianni Rivera, ex abatino del Milan, ex uomo-staffetta del Messico. Uno che - come canta Jannacci quando usciva da San Siro «il cielo veniva buio», ma soprattutto attua¬ le sottosegretario alla Difesa per l'Ulivo, corrente diniana. Rivera non ha dubbi: «Un gay avrebbe poche possibilità di entrare nello spogliatoio: e non sarebbe comunque possibile, non potrebbe giocare...». Ce n'è abbastanza per sollevare l'ira delle associazioni omosessuali. Ma stranamente, invece di prendersela con l'uomo di governo, i proiettili della polemica si indirizzano verso la moglie del leader di opposizione. «Siamo ancora al punto che la sessualità viene considerata come elemento discriminatorio - dicono i responsabili del circolo Mario Mieli -. Tutto ciò non fa che allontanarci di molto dall'essere un Paese moderno e civile». E Vladimir Guadagno, organizzatore di feste gay nella capitale aggiunge: «Daniela Fini pensa ancora che il calcio sia espressione di virilità. Comincio a credere che sia anche una cattiva consigliera per il marito, anche se, da questo punto di vista, i due vanno estremamente d'accordo...». E Vanni Piccolo, omosessuale e preside, insiste: «Posso soltanto dire che la visione della vita di Daniela Fini è estremamente limitata». L'unico a tirare in ballo Rivera, ma come calciatore e non come sottosegretario, è Franco Grillini: «Lui sa benissimo che i gay dichiarati nel calcio ci sono - dice U leader dell'Arcigay -. Oggi sono gay almeno dieci giocatori famosi, ma anche al tempo di Rivera ce ne erano: un celebre calciatore era addirittura chiamato con un nome di donna. Dunque...». Delle due l'una: o i leader dei movimenti gay sono aprioristicamente schierati con l'Ulivo, oppure nessuno si è ricordato che Rivera è passato dalla squadra di Rocco a quella di Prodi. D'altra parte il calcio è una fede, la politica un'opinione: «Biondini o no - conferma la Fini - l'importante è che alla Lazio ce la mettano tutta». Guido Tiberga Rivera, ex campione e ora sottosegretario alla Difesa: ha ragione «Un gay nel caldo? Impossibile» Daniela Fini, moglie del presidente di An
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