«Si vuole processare Mani pulite»
«Si vuole processare Mani pulite» Milano, l'ex pm col banchetto per il referendum non riesce a incontrare il premier Di Pietro: ormai è chiaro il disegno dei giudici MILANO. Ore 10, davanti a palazzo Visconti. In una via deserta del centro, Antonio Di Pietro apre il suo banchetto per la raccolta di firme per il referendum per l'abolizione della quota proporzionale. Pochi minuti dopo, compaiono, come previsto, i ministri Veltroni, Treu, Maccanico per il primo incontro della lunga giornata milanese dell'Ulivo. Il tempo d'un saluto e Di Pietro chiude il tavolino e entra a palazzo Clerici. C'è aria di elezioni? «Quanto sta accadendo a Poma - replica lui - non fa che accelerare il percorso del nostro referendum». Ore 15, piazza San Babila. Di Pietro, assieme a pochi collaboratori, riapre il banchetto, a due passi dal teatro Nuovo dove si aspetta l'arrivo di Prodi. L'ex pm passeggia nervosamente sotto i portici, in attesa che si presenti il premier. Scende anche in platea, poi, ricompare nell'atrio del teatro. Che dire dell'ultima richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla procura di Brescia? «E' inutile nascondersi dietro un dito - risponde -. Finalmente è chiaro che si vuole fare il processo a Mani Pulite...». «Intanto - aggiunge - ieri ho avuto un'altra richiesta di proscioglimento e nessuno ne ha parlato. Questa nuova richiesta, poi, non sta né in cielo né in terra. Tutti gli atti di Mani Pulite sono stati collegiali: e gli altri cosa stavano a fare, le belle statuine?». E' l'unico accenno, questo, alla maratona giudiziaria bresciana. Poi Di Pietro, visto che Prodi non arriva, guarda l'ora e se ne va. C'è solo il tempo per un saluto, cordiale, con il ministro Costa, suo successore ai Lavori Pubblici. E riprende la corsa per Milano, a caccia delle firme per il referendum, [u. b.] '•;>:-,<v ... icn >: ■ - 'W• i | «Si vuole processare Mani pulite» Il senatore dell'Ulivo Antonio Di Pietro
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