«Banche fuori mercato, Borsa inadeguata» di Marco Zatterin

«Banche fuori mercato, Borsa inadeguata» «Banche fuori mercato, Borsa inadeguata» // Governatore: pochi profitti e costi troppo elevati fcQMA DAL NOSTRO INVIATO Banche in mezzo al guado, con pochi profitti e con costi ancora troppo alti che alimentano «il dubbio sulla capacità del sistema di competere sul mercato aperto»; Borsa da rivedere, lontana dai diretti concorrenti internazionali, povera di capitalizzazione, dalle dimensioni «inadeguate» rispetto a quelle dell'economia, anche ora che la grande fuga dei risparmiatori dai titoli pubblici ha ringalluzzito piazza Affari. Antonio Fazio confronta l'Italia della finanza con il resto del mondo e torna ad invocare i mutamenti istituzionali ed organizzativi necessari per aggirare le insidie della globalizzazione. Posto che «l'apertura internazionale del nostro mercato aumenterà», il governatore della Banca d'Italia invita gli intermediari a dotarsi di una spina dorsale più forte. Il che, per le banche, vuol dire ridurre i costi e aumentare l'efficienza, anche migliorando l'offerta dei servizi. E per la Borsa comporta un salto di qualità, tanto nel rafforzamento della presenza di mezzi privati sul listino, quanto nello sviluppare l'assistenza alle imprese nel collocamento degli strumenti di debito e nella raccolta di capitale di rischio. Dalle cifre emerge la portata del '97 difficile vissuto dall'universo creditizio. Il margine di interesse - i guadagni ottenuti nel far circolare il denaro - è sceso al 2,26% dei fondi intermediati (2,54%nel 1996), e questo ha dato un duro colpo ai profitti. Gli utili sono precipitati all' 1 % del capitale e delle riserve. Poco più che niente e Fazio precisa: «Non ci può essere una "sana e prudente gestione del credito" se l'intermediario non presenta strutturalmente margini di utile adeguati». E' una nota positiva la decelerazione dei crediti in sofferenza (quelli di difficile restituzione, erano al 9,4% degli impieghi a fine '97 contro il 10,1% del '96)). Ma non basta. Alla scarsa redditività si accoppia un rapporto fra spese per il personale e il già citato margine di intermediazione fermo al 48%, dieci punti più di quanto avviene in Francia, Germania e Spagna. Per la verità, nel 1997 il costo unitario del personale non è aumentato per la prima volta da anni (siamo a 118,2 milioni contro 118,3 del '96), eppure è presto per parlare di tendenza virtuosa, anche se qualcosa si muove. Fazio ricorda la strigliata con cui nel gennaio '97 invitò il siste- ma ad un'incisiva riduzione dei costi operativi. «La reazione è stata positiva», sottolinea il Governatore, e subito cita l'accordo Abi-sindacati di febbraio «primo fondamentale passo» nella giusta direzione: «Il rinnovo contrattuale deve rnirare ad annullare il divario» con il resto del Continente. La riduzione dei costi, per quanto necessaria, non è sufficiente. A questa, rileva Fazio, «devono accompagnarsi politiche di ampliamento dei servizi offer¬ ti, ancora inferiori, per qualità e apportò reddituale, a quelli degli altri principali sistemi». E ancora, da via Nazionale, giunge un monito ad insistere sulla via delle concentrazioni. Ma anche qui «è necessario seguire il processo con una razionalizzazione dei costi». Il messaggio è talmente chiaro che i banchieri non lo hanno affatto preso male. «E' un invito ad essere preparati a predisporsi a competere su un mercato sempre più globalizzato», ha commentato Davide Croff, amministratore delegato Bnl. «I processi di concentrazione e di crescita dimensionale non avranno successo con questa normativa fiscale», ha detto il presidente della Cariplo, Giovanni Ancarani, cambiando canale. «I maggiori problemi indicati dal Governatore sono in fase di superamento», ha chiosato Giovanni Bazoli, presidente di Banca Intesa. Buon viso a cattivo gioco? Sembrerebbe di sì, visto che l'an calisi di Fazio è ottimista soltanto sul fondo. C'è parecchio da fare anche in Borsa. Nel 1997, nota Bankitalia, l'impulso maggiore all'offerta di titoli azionari è giunto dai 38 mila miliardi del valore dei titoli delle privatizzazioni. Alla fine di aprile la capitalizzazione aveva raggiunto gli 814 mila miliardi (il 40% del pil). Il contributo più netto lo hanno dato gli ex «hot people» che, attraverso i fondi comuni, cominciano a diventare protagonisti rilevanti delle contrattazioni. Eppure, afferma Fazio, il volume delle attività finanziarie lorde era il 4,9% della ricchezza nazionale, contro l'8 francese e il 10 britannico. Bisogna^ crescere. Come? Favorendo la quotazione a listino, offrende servizi a maggior valore aggiun-' to, curando le imprese minori, e migliorando il quadro normativo in modo da rendere il mercato più trasparente. Solo così, assicura il Governatore, si potrà accrescere l'interese degli investitori esteri. E solo così si potrà rendere il mercato veramente pronto agli impegni della globalizzazione. Marco Zatterin

Persone citate: Antonio Fazio, Davide Croff, Giovanni Ancarani, Giovanni Bazoli

Luoghi citati: Francia, Germania, Italia, Spagna