Il regista

Il regista Il regista «Il mio è un cinema dalle tinte delicate» FA un cinema a mezze tinte, Carlo Mazzacurati, un quarantenne uscito, come molti, anche grazie all'aiuto di Moretti e della sua società di produzione. Padovano, schivo e riservato, molta finezza introspettiva e poca retorica verbale, il corpo pingue da ragazzo che sembra aver preferito lo studio allo sport, lo sguardo chiaro di chi fa solo le cose in cui crede, Mazzacurati, nella sua carriera, ha spesso alternato film più fortunati a film meno riusciti. «Notte italiana», tra campagna e provincia, costruito con un linguaggio filmico che poco segue la sintassi, lo lancia come una promessa del giovane cinema italiano nell'87. Meno bene va «Il prete bello», due anni dopo, mentre «Un'altra vita» gli fa vincere un Leone d'Argento a Venezia, e il «Toro» con Abatantuono e Citran una Grolla d'oro. Non parla mai di vincenti, Mazzacurati, ma di gente comune, fregata dall'esistenza, ma capace di coltivare ancora un sogno nel cuore. E anche adesso che ha appena girato per la televisione «L estate di Davide», è tornato ai suoi paesaggi preferiti: i canali e i borghi di una campagna senza confini, una ragazza che si fa di eroina, un giovane d. . uomo che soffre di solitudine, l'in- L VlIlCCntl contro casuale con un clandestino, stavolta è un albanese, che travolge ogni destino. [si. ro.] Tereza Zajickova in «Vesna va veloce» Mazzacurati nei suoi film non parla mai vincenti d. . L VlIlCCntl Mazzacurati nei suoi film non parla mai vincenti Tereza Zajickova in «Vesna va veloce»

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