Roma, riemerge la danza dell'uva di Enrico Singer

Roma, riemerge la danza dell'uva Nuova sensazionale scoperta, grazie a una sonda, sotto le Terme di Traiano Roma, riemerge la danza dell'uva Un affresco di2000 anni fa miracolosamente intatto L ROMA A Roma sepolta ha svelato un altro dei suoi tesori segreti. Dietro il misterioso affresco della «città dipin¬ ta», scoperto pochi mesi fa, una sonda munita di un minuscolo occhio televisivo ha individuato una sala con un secondo, grande dipinto murario. Una scena di vendemmia con tre personaggi che danzano pestando l'uva nel tino al ritmo di un doppio flauto suonato da un quarto personaggio, mentre una quinta persona è raffigurata sullo sfondo intenta a raccogliere i grappoli. E' un affresco miracolosamente intatto che nessuno aveva mai potuto vedere per quasi duemila anni, da quando l'imperatore Traiano, nel 109 dopo Cristo, per costruire le sue terme sul colle Oppio, «tagliò» degli edifici preesistenti. Il sovrintendente ai Beni culturali, Eugenio La Rocca, era emozionato ieri sera nell'austera Sala delle Bandiere del Campidoglio dove è stato annunciato il nuovo ritrovamento. Anche se Roma è la città forse più ricca di antiche vestigia, ogni scoperta è una specie di miracolo. E' un tassello in più per ricostruire la storia, per trovare conferme a testimonianze letterarie. E per La Rocca quella annunciata ieri è una «scoperta sensazionale» perché potrebbe risolvere un giallo archeologico. Potrebbe servire per identificare il palazzo che è stato trovato sotto le Terme traianee con la scoperta del primo affresco, di quel dipinto che raffigura una città cinta di mura. Per adesso è soltanto un'ipotesi, ma tutto il complesso potrebbe es- sere ciò che resta dell'antica Prefettura che fu poi ricostruita più a monte sul Colle Oppio. A rendere credibile questa ipotesi c'è anche la scoperta delle dimensioni della struttura che, giorno dopo giorno, gli archeologi stanno riportando alla luce. La parete è alta più di dieci metri e mostra almeno due aperture ad arco delle quali la principale ha una larghezza di nove metri. Si tratta di un'arcata imponente che fa pensare ad un accesso monumentale, forse carrabile, di un grande edificio. Sulla parte esterna di questo muro, in una «vela» tra un'arcata e l'altra, è stato sco- perto l'affresco della «città dipinta». Gli archeologi che guidano lo scavo, Rita Volpe e Giovanni Caruso, hanno avuto subito il sospetto che muro e affresco fossero la facciata esterna di un palazzo importante. E per questo hanno utilizzato una sonda endoscopica simile a quelle impiegate in chirurgia che è stata fatta passare attraverso uno dei fori esistenti nella muratura. Dalla sonda è arrivata la conferma. Dietro il muro c'è una sala, in parte interrata, con altri affreschi. «Sono scene di vita quotidiana in tempo di pace», ha detto il sovrintendente La Rocca. E anche questo fa pensare al logico ornamento della sede del Preafectus Urbis, il «sindaco» di Roma del periodo imperiale. Di sicuro, non si tratta - come pure all'inizio era stato ipotizzato - di una parte della Domus Aurea, la casa di Nerone, che è attigua alle Terme di Traiano. Lo dimostra il tipo di muratura che non somiglia affatto a quello neroniano. La datazione più verosimile è il 70 dopo Cristo quando a Roma era imperatore Vespasiano. L'affresco con le scene di vendemmia è molto particolare perché è su fondo bianco e perché le figure dipinte sono di uomini e non di satiri. «Un unicum nel mondo romano», ha detto La Rocca. Nel corso dei nuovi scavi è stato trovato, a una ventina di metri di distanza, sotto il criptoportico delle Terme, anche un altro muro con un mosaico. Questa struttura è, però, molto posteriore. Probabilmente è parte di un corridoio di servizio delle Terme traianee che rimasero in funzione fino al V secolo dopo Cristo e furono restaurate anche dopo l'invasione di Alarico. Anche Ù mosaico è splendido e ben conservato su una superficie di tre, quattro metri e raffigura una scena teatrale con una musa che porta sul capo una piuma. E una novità c'è anche sul primo affresco scoperto, quello della città fortificata. Dalla pulitura dell'affresco sono «emersi» due moli: uno a forma di falce, l'altro dritto. La città misteriosa, quindi, era un porto. Anche se non ha ancora un nome. Enrico Singer Mosaico ritrovato alle Terme di Traiano

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