Ansaldo, il giorno della bufera

Ansaldo, il giorno della bufera Sindacati e deputati dell'Ulivo contestano la joint-venture con Daewoo Ansaldo, il giorno della bufera Gros-Pietro: potremmo mettere più soldi ROMA. L'Iri potrebbe decidersi a riaprire i cordoni della borsa per lubrificare l'accordo con Daewoo per Ansaldo. Lo ha detto il presidente Gian Maria Gros-Pietro (gratificato ieri da una lusinghiera intervista con il Wall Street Journal dal titolo «L'Italia riceve un dividendo di 1,54 miliardi di dollari dall'Iris). Ma fra sindacalisti e politici, anche e soprattutto dell'Ulivo, comincia a serpeggiare il dubbio che l'accordo non convenga, anche perché si accompagnerebbe, come si configura ora, a pesanti sacrifici per l'occupazione. «Un'iniezione di risorse nella joint-venture è possibile, se fatta a condizioni di mercato - ha affermato Gros-Pietro a Napoli, alla cerimonia di presentazione della nave «Aries» della Tirrenia, sottolineando però che l'operazione, se effettuata, dovrà rispettare i dettami dell'Unione europea. «Le condizioni - ha spiegato, sono una società partecipata da privati e un finanziamento che Tiri possa fare a condizioni di mercato, nell'ambito di un programma di investimento che sostenga il lavoro dei dipendenti di Ansaldo». Il problema nasce dallo stallo delle trattative tra Finmeccanica e Daewoo, a causa della riottosità da parte di Finmeccanica ad assumersi oneri aggiuntivi rispetto agli 850 miliardi previsti nel piano di ristrutturazione di Ansaldo Energia (la più in crisi delle tre branche aziendali: si ipotizzano infatti 2 mila esuberi) nell'ambito della costituzione della joint-venture. L'altroieri, di fronte alla richiesta di mettere sul piatto 500 miliardi in più, il cda aveva deciso di <<ridefinire il quadro delle condizioni per le trattative con Daewoo» su binari diversi da quelli desiderati dai coreani. La piega presa dal negoziato su Ansaldo, soprattutto in relazione all'incerto futuro dei posti di lavoro (a cui si è aggiunta la cessione delle partecipazioni detenute in Elsag Bailey Process Automation, società quotata a New York ma con attività anche in Italia) non piace a un gruppo di deputati dell'Ulivo e di Rifondazione, che ha interpellato il governo per «chiarire il tipo di operazioni in atto e le finalità industriali che le sottendono. Siamo esterrefatti di fronte a tali decisioni. Non capiamo quale logica industriale sot- tenda le scelte che si intendono portare avanti». Fra i deputati Labate (ds), Di Rosa (ds), Camoirano (ds), Repetto (ppi), Acquarone (ppi) e De Benetti (verdi) si è distinto il presidente della commissione attività produttive della Camera, Nerio Nesi (Rifondazione), cha ha scritto una lettera al rninistro dell'Industria Bersani invitando il governo a prendere in mano la situazione. Differenziate le valutazioni sindacali sulla possibile intesa Finmeccanica-Daewoo. La Uilm guarda con minor favore alla join-venture, di fronte a un aumento degli impegni finanziari e a quasi duemila esuberi: «Il costo finanziario dell'operazione con Daewoo - sottolinea il segretario nazionale Giovanni Contento - raggiunge i 1850 miliardi. Daewoo deve dire con chiarezza quale è la contropartita occupazionale. L'Ansaldo Energia dovrebbe passare sotto l'Ili poiché l'Istituto ha la liquidità necessaria». Per il segretario nazionale della Firn Franco Aloia, esiste un partito trasversale in Finmeccanica e in Iri che sta cercando di far fallire la trattativa con Daewoo. «Abbiamo bisogno per salvare Ansaldo - afferma - di un partner globale. Si sta cercando di far fallire il negoziato per vendere l'Ansaldo a pezzi». La Fiom accusa: l'unico assillo di Finmeccanica è liberarsi di 2 mila lavoratori. «Dopo aver sbandierato a tutto il mondo ha detto il segretario nazionale Francesco Ferrara - che Daewoo era l'unico partner per Ansaldo e che erano pronti 850 miliardi per la ricapitalizzazione di Energia, ora Iri e Finmeccanica minacciano i lavoratori affermando che se non accettassimo i 2000 esuberi non potrebbero continuare la trattativa con Daewoo». Preoccupata anche la Regione Liguria. Dopo un lungo collo*quio con l'amministratore delegato di Finmeccanica Alberto Lina, il presidente di Ansaldo Energia Giorgio Oldoini e l'assessore all'Industria Mario Margini, il presidente della Regione Giancarlo Mori ha preso atto delle dichiarazioni di Gros-Pietro «che non escludono un appoggio finanziario all'operazione». «Ma le incertezze - ha concluso - rimangono». Luigi Grassia Gian Maria Gros-Pietro

Luoghi citati: Italia, Liguria, Napoli, New York, Roma