Milano sarà piana finanziaria europea di Ugo Bertone
Milano sarà piana finanziaria europea Parte la grande sfida per reggere all'urto dell'Uem. Ma ieri l'indice ha frenato la corsa Milano sarà piana finanziaria europea Ciampi vara il comitato MILANO. Ciampi è stato di parola: il Consiglio dei ministri, ventiquattr'ore dopo l'anticipazione del ministro del Tesoro, ha dato il via libera al comitato strategico per rafforzare la piazza finanziaria milanese. Di che si tratta? L'obiettivo è di radunare tutti gli addetti ai lavori, ministeri, Comune, enti pubblici, per coordinare le iniziative sul territorio. E già ancor prima della partenza del progetto, il «comitato Milano» potrebbe registrare qualche risultato: il Comune, su indicazione dello stesso Gabriele Albertini, avrebbe già individuato lo stabile, in via Broletto, dove sistemare la grande Consob (ma non è in discussione che la sede centrale, almeno per ora, resti a Roma) a due passi da piazza Affari. E altre iniziative, nel cuore della City milanese, potrebbero decollare entro pochi mesi, purché i veti e le gelosie, oltre al conflitto tra i non pochi interessi in campo, non si rivelino insormontabili. «E' una scelta, quella di Ciampi - commenta Ettore Fumagalli - che non mi sorprende affatto...». Fumagalli, ex presidente della Borsa di Milano, protagonista dei conflitti degli Anni Ottanta sul futuro della piazza finanziaria milanese. «Già Padoa Schioppa, il presidente della Consob, era stato esplicito: ci sono poche settimane, non mesi o anni, per dar vita ad un mercato integrato in tutte le sue componenti». Ma in quell'occasione il presidente della Borsa spa, Stefano Preda, tenne a precisare che sarebbe stato il mercato, la libera concorrenza, a creare l'aggregazione giusta... «E non credo sorride FumagaUi - che questa risposta sia stata gradita. Nella decisione di ieri vedo lo spirito enunciato da Padoa Schioppa» Ma che cambierà, in concreto? La parola ad un commissario della Consob, Marco Onado. «Ritengo - ha detto - che un simile organismo possa costituire il giusto luogo d'incontro tra autorità e operatori». «Si tratta aggiunge - di affrontare assieme la struttura dei mercati, la ricomposizione delle varie componenti tecnologiche, tipo la struttura informatica o le reti, e tutto ciò che riguarda i rapporti esterni della Borsa con le varie infrastrutture, non solo quelle tecniche». Il tutto nella logica del comitato dell'Euro, già in funzione: iniziativa aperta a tutti, nessuna spesa per lo Stato. «Non credo - aggiunge Fumagalli - che ci sia bisogno di investimenti o di nuove strutture. Ma di lavorare per una nuova mentalità, o comunque per un pacchetto di soluzioni adeguate alla mentalità degli altri Paesi». «Tutti gli anni - commenta ancora l'ex presidente di piazza Affari - io vado al Forum di Parigi, una sorta di vetrina della finanza francese, espressione di uno sforzo congiunto pubblico e privato. Ecco, quella è l'espressione di una piazza finanziaria che funziona». Tradotto in termini italici, si tratta di coordi- nare i vari mercati, dal Mif al Mot passando per la Borsa (cioè trattazione di futures e titoli di Stato, più azioni e derivati), inglobando in un'unica logica (se non in una sola struttura finanziaria) il centro elaborazione dati e la Monte Titoli. Non è, a dire il vero, una prospettiva rivoluzionaria o particolarmente diversa da quanto si è realizzato altrove; ma dopo i difficili esordi della Borsa privata, non sono in molti a scommettere che la nuova piazza Affari marci proprio in quella direzione. E così Ciampi, anticipando e interpretando le tensioni della Milano terziaria, ha voluto giocL d'anticipo: «L'o¬ biettivo del Governo - recita la nota uscita dal Consiglio dei ministri - è di avviare un progetto unitario che coinvolga i soggetti interessati al fine di promuovere lo sviluppo e il potenziamento della piazza finanziaria italiana». Si tratta, in particolare, di «sollecitare le opportune sinergie, in termini di costi e di investimento, per sfruttare le risorse specialistiche e dei prodotti offerti, al fine di favorire la proiezione internazionale dei mercati italiani». In parole povere, l'obiettivo è di dare spessore al mercato, per consentirgli di trattare, alla pari, con gli interlocutori internazionali. «E tra non molti mesi - commenta FumagaUi - potrebbe essere tardi, almeno sul piano strutturale». Gli investimenti necessari? «Neanche una lira. E' questione di mentalità, cultura, rispetto della concorrenza». E di stabilità. Ieri, per l'incertezza politica, Piazza Affari ha frenato la corsa. Il Mibtel ha perso lo 0,25%, l'I,57% nella settimana. Ugo Bertone Gli operatori plaudono: servono certo strutture ma soprattutto una nuova mentalità Stefano Preda presidente della Borsa spa Per Piazza Affari sta per aprirsi un nuovo capitolo
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