L'ultimo «monito» di Bankitalia sulla lira di Stefano Lepri

L'ultimo «monito» di Bankitalia sulla lira L'EUROPA DELLE MONETE C'è molta attesa per la relazione del governatore Fazio su tassi e inflazione. Il nodo delle 35 ore L'ultimo «monito» di Bankitalia sulla lira Stamane le considerazioni finali, poi a decidere sarà Francoforte ROMA. Gli industriali vorrebbero sapere quanto presto calerà il costo del denaro, ora che perfino un «duro» come Wim Duisenberg non vede ostacoli a un ribasso in Italia. I banchieri desiderano notizie sui prossimi passi per adattare all'Euro il nostro sistema creditizio, specie sul punto chiave delle riserve obbligatorie. Di necessità, si tratterà di interpretare accenni vaghi, nel discorso solenne che Antonio Fazio pronuncerà stamattina: le ultime «considerazioni finali» di un Governatore della Banca d'Italia nell'epoca della lira. E sull'Euro, che dirà? A sóli sette mesi dall'unione monetaria, alcuni osservatori si domandano se lo scarso entusiasmo di Fazio non rischi di tradursi in un ritardo di preparativi. Di sicuro il Governatore pensa che le nuove sfide avvalorino alcune sue vecchie proposte. Nei giorni scorsi, mentre capi partito e ministri discutevano se salari più bassi al Sud possano aumentare l'occupazione, quasi nessuno ha ricordato che Fazio ne parlò già nel '93. Forse si esprimerà anche sulle 35 ore, che non gli piacciono ma su cui è sempre stato cauto. Il Mezzogiorno avrà spazio nell'analisi; se la crescita non lo coinvolge si potrebbero creare pressioni inflazionistiche nel Nord. Di sicuro mancherà una cosa, nel testo, una innovazione importante introdotta proprio da Fazio: l'obiettivo di inflazione per l'anno successivo come punto di riferimento per la politica monetaria, non avrà più senso. La politica monetaria del 1999 sarà decisa a Francoforte, collettivamente. Gli esperti già scrutano i segnali per fare le loro ipotesi: obiettivo di inflazione tra l'I,5 e il 2%, crescita della moneta al 4% o poco più, si intende come medie valide per tutta l'Eurolandia. Senz'altro un ciclo si chiude: il quinquennio in cui Fazio, Governatore dalla primavera '93, ha riconquistato alla Banca d'Italia una reputazione di combattente inflessibile del'inflazione, che prima non aveva. Nel «falcometro» compilato dall'ufficio studi della Deutsche Bank sulla base di sondaggi tra gli operatori, il Governatore italiano è al terzo posto per durezza tra i colleghi delTEurolandia, a ruota del tedesco Hans Tietmeyer e del francese Jean-Claude Trichet. Lo aveva detto fin dalle sue prime considerazioni finali, che «evitare il riaccendersi dell'inflazione è obiettivo primario della Banca centrale»; nelle seconde, quelle del '94, aveva annunciato che sarebbe passato ai fatti, alzando i tassi di interesse preventivamente se necessario, ai primissimi segnali di pericolo. E così fece l'8 agosto di quell'anno, disorientando sul momento i mercati (mai e poi mai si aspettavano che in Italia si facesse sul serio) e destando le ire del governo Berlusconi. Il calo deU'inflazione non sarebbe stato addirittura superiore agli obiettivi (1,8% nel '97 quando Fazio aveva indicato «al disotto del 3%») senza la scelta del governo Prodi di puntare all'ingresso immediato nel- l'unione monetaria, che il Governatore aveva sconsigliato. Ma Fazio può vantare una coerenza quinquennale; e forse per completare l'opera, sta cercando di ritardare il più possibile, evitando anche il minimo rischio inflazionistico, quel calo dei tassi (1,5 punti secondo alcuni, 1,8 secondo altri, rispetto al pronti-contro-terrnine di ieri) inevitabile entro fine anno. Saranno gli ultimi moniti che il Governatore della Banca d'Italia pronuncia in prima persona. Finora più «monocratico» nel suo potere anche di altri colleghi europei, sarà dal 1° gennaio '99 vincolato a riproporre nel suo Paese le decisioni prese a maggioranza tra i 17 membri del Consiglio direttivo della Banca centrale europea. Una prima contraddizione è già in atto, tra l'invito caro a Fazio (che oggi sarà rinnovato) a ridurre le imposte e la priorità al contenimento del debito pubblico indicata da Francoforte. Stefano Lepri Sul costo del denaro anche Duisenberg non vede ostacoli a un ribasso in Italia Il governatore Antonio Fazio

Persone citate: Antonio Fazio, Berlusconi, Claude Trichet, Duisenberg, Hans Tietmeyer, Wim Duisenberg

Luoghi citati: Europa, Francoforte, Italia, Roma