Eltsin lancia un Sos a Clinton

Eltsin lancia un Sos a Clinton Il presidente Usa avrebbe promesso un appello tv per rassicurare gli investitori Eltsin lancia un Sos a Clinton E' allarme a Mosca per la crisi finanziaria MOSCA NOSTRO SERVIZIO Boris Eltsin parla dì «svolta positiva» sui mercati finanziari e il governo russo comincia a mostrare un cauto ottimismo. Anche stavolta la Russia ha solo sfiorato l'orlo dell'abisso finanziario. Il rublo è salvo, ieri per la prima volta in quattro giorni la Banca centrale non è intervenuta per sostenere la moneta nazionale. La Borsa di Mosca comincia una beve ripresa. Ma la crisi continua e il Cremlino è alla ricerca disperata di strumenti per uscirne. Ieri il presidente russo ha telefonato a Bill Clinton ed Helmut Kohl per avere un sostegno dall'estero. Il presidente Usa, secondo Eltsin, avrebbe promesso perfino di intervenire in tv per spiegare agli investitori americani che a lavorare in Russia non ci sono rischi. Impresa difficile, visto che mercoledì scorso - quando si è cominciato a temere seriamente una svalutazione del rublo - gli investitori occidentali hanno co- minciato a sbarazzarsi rapidamente dei titoli russi, facendo crollare la Borsa del 12%. Una situazione alla quale il governo e la Banca Centrale hanno rimediato alzando i tassi di sconto di ben tre volte, fino al 150 per cento, e intervenendo massicciamente (un miliardo e mezzo di dollari in tre giorni) per sostenere la moneta nazionale. Mosse che hanno ricevuto l'approvazione del Fondo monetario internazionale, il quale ieri ha annunciato il tanto atteso versamento alla Russia della nuova tranche del suo credito annuale, di 670 milioni di. dollari. Il Cremlino smentisce di aver chiesto a Washington aiuti finanziari supplementari: «Solo sostegno politico e morale», ha dichiarato il portavoce di Eltsin. Ma i commentatori del mercato sono convinti che la Russia non ce la farà a uscire dalla crisi senza ulteriori debiti all'estero. Il presidente russo ha anche cominciato a realizzare la sua promessa di «far cadere le teste», licenziando il capo del Dipartimento fiscale Alexandr Pochinok. Il compito di raccogliere le tasse per riempire le tasche vuote dello Stato è stato ieri affidato a Boris Fiodorov, ex ministro delle Finanze e uno dei padri della riforma liberale di Eltsin all'inizio degli Anni 90. Al nuovo capo del fisco toccherà iniziare una crociata contro gli evasori. Ieri il presidente russo ha firmato un decreto che ordina il sequestro dei beni delle società che non pagano le tasse. Il Cremlino ha già preparato una lista di venti grosse aziende indebitate fino al collo, per le quali si procederà alla procedura della bancarotta. I nomi delle vittime vengono tenuti segreti, ma si sa che si tratta di alcuni tra i più importanti protagonisti dell'economia russa. Il primo ministro Kirienko ha annunciato che verranno presi di mira anche i singoli cittadini. Si parla già di un progetto di legge che dovrebbe istituire rigidi controlli sulle spese della popolazione. Il fisco ha già iniziato il controllo delle dichiarazioni dei redditi di contribuenti illustri: stelle del pop, politici e giornalisti. E si parla di raid della polizia nelle case e negli uffici degli evasori. Il premier Kirienko ha promesso che la nuova politica di austerità toccherà anche il potere: è già stato annunciato un taglio di 7 miliardi di dollari alle spese dello Stato. Molti analisti sono però scettici riguardo alla possibilità di cambiare la situazione. L'indebitamento dello Stato con i propri dipendenti infatti continua a crescere, minacciando nuovi episodi di protesta sociale. Secondo i dati dell'Associazione delle banche russe, almeno 500 banche sono sull'orlo del fallimento. La crisi asiatica non ha fatto che dare l'ultimo colpo a un'economia già vacillante. Anna Zafesova Ha telefonato anche a Kohl. Richiamato Fiodorov, l'ex ministro delle Finanze, per cercare di aumentare le tasse. Previsti sequestri di imprese morose e controlli su pop-star é politici Eltsin a colloquio con il premier Kirienko, sopra Boris Fiodorov e in basso minatori in sciopero

Luoghi citati: Mosca, Russia, Usa, Washington