Sta per rinascere il partito di Cossiga di Fabio Martini

Sta per rinascere il partito di Cossiga Il successo elettorale sembra aver cancellato le gelosie che a marzo avevano fatto fallire l'Udr Sta per rinascere il partito di Cossiga Centro, a giugno partito unico? ROMA. La figuraccia di tre mesi fa, forse, li ha ammaestrati. Clemente Mastella, Rocco Buttigliene, Carlo Scognamiglio, Mariotto Segni e Bruno Tabacci (con Cossiga che benevolmente li scruta da lontano) stanno lavorando sotto traccia e senza proclami per far decollare, stavolta per davvero, l'udr, il «partito di Cossiga» che dopo il flap di marzo era rimasto frantumato in tanti spezzoni. Le acuminate gelosie tra leader e leaderini che avevano fatto affondare il progetto sembrano essere state accantonate dalle elezioni di domenica scorsa, assai generose con i partitini centristi: le tante sigle del centro si stanno organizzando per confluire in un unico contenitore - l'udr - che dovrebbe esser fondato e «lanciato» nel circuito mediatico quasi certamente sabato 20 giugno nel corso di una convention a Roma. A forza di evocarlo, piano piano il centro sta prendendo corpo e nel calderone parolaio di questi giorni spuntano «bollori» da tutte le parti: anche il leader della Cisl Sergio D'Antoni, per fare soltanto un esempio, si dà un gran daffare. E' bastato poco per capire che il progetto di una «Grande Cisl» attrarre a sé i sindacati autonomi e polisti - potrebbe avere un corrispettivo anche sul piano politico. Lo dimostrano gli incontri a ripetezione tra D'Antoni e Berlusconi, ma anche con il demitiano Ortensio Zecchino e cioè con ambienti interessatissimi a far decollare un'area centrale autonoma rispetto alla destra di Fini. E infatti ieri D'Antoni è stato costretto a puntua- lizzare da Bruxelles: «Non ci sono né pranzi né cene, ma come qualunque dirigente sindacale nell'ultimo mese ho visto tutti i dirigenti politici, nessuno escluso». Dunque, D'Antoni si è visto anche con Berlusconi e quanto al «Grande Centro» il segretario della Cisl dice: «Chi lo vorrà fare, lo farà. Io mi occupo della Cisl». Ma la novità più corposa riguarda Forza Italia: dopo lo strappo sulle riforme, Berlusconi si appresta a incassare l'imminente ingresso del suo partito nel gruppo parlamentare europeo. Proprio ieri il leader del ppi Franco Marini ha incontrato a Madrid il premier spagnolo José Maria Aznar. Marini ha definito «interessante ed utile» l'incontro, ma di fatto Aznar ha confermato il via libera del suo partito all'ingresso di Forza Italia, un sì che sommato a quello di Kohl spalanca le porte europopolari al partito di Berlusconi. La decisione è prevista per il 9 giugno in occasione di un'assemblea del gruppo parlamentare europopolare e l'unica novità spuntata durante l'incontro di Madrid è stata la premessa di Aznar: «Il gruppo e il partito popolare europeo sono due entità politiche ben distinte e tali devono restare», come dire che per ora le porte del ppe restano chiuse per Forza Italia, mentre si aprono quelle del gruppo parlamentare e le adesioni saranno soltanto a titolo individuale e non di gruppo. Ma la passione con la quale i popolari italiani stanno cercando di sbarrare la strada a Forza Italia ha preso i toni di una crociata e questo dimostra che la partita in gioco è più grossa di quanto non appaia a prima vista. «Se Forza Italia entrerà nel gruppo popolare europeo - dice Bruno Tabacci, già presidente de della Regione Lombardia - è facile immaginare il potere attrattivo che Forza Italia finirà per avere sui popolari italiani. Basti pensare alla campagna elettorale per le elezioni europee...». In quella occasione Berlusconi potrà andare in tv e nelle piazze con il simbolo del ppe, magari accompagnato da Kohl, e potrà dire di avere alle proprie spalle i grandi partiti moderati d'Europa, i democristiani tedeschi, i conser¬ vatori inglesi, i popolari spagnoli di Aznar. E d'altra parte l'adesione di Forza Italia al gruppo europopolare - che gli amici di Berlusconi definiscono la «vera chiave di volta per capire quello che sta accadendo in questi giorni» - sembra avere alle proprie spalle «sponsor» molto particolari. Una settimana fa, in un'intervista alla agenzia Asca passata inosservata, il consigliere di Berlusconi don Baget Bozzo preannunziava anche nei dettagli la «svolta» di Berlusconi e sulla questione-ppe diceva: «Non è casuale che l'ingresso di Forza Italia nel ppe sia ben visto anche da Sodano e da Ruini...», cioè dal segretario di Stato del Vaticano e dal presidente dei vescovi italiani. E proprio ieri Giulio Andreotti, personaggio legatissimo al Vaticano e iscritto al gruppo ppi del Senato, ha detto: «Non vedo quali siano i motivi per cui Forza Italia dovrebbe essere tenuta fuori dal ppe». Fabio Martini Forza Italia punta tutto sull'ingresso nel ppe Baget Bozzo: «E' ben visto dai cardinali Sodano e Ruini» HÉÉÉI A sinistra Francesco Cossiga qui accanto Franco Marini segretario dei popolari

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