«Il mio Paese si comporta da stupido »
«Il mio Paese si comporta da stupido » «Il mio Paese si comporta da stupido » Il fisico nucleare Faheem Hussain, che lavora a Trieste lo scienziato pacifista E' TRIESTE pakistano ma non esulta. Al contrario, condanna le scelte del governo del premier Nawaz Sharif definendole «stupide e pericolose». Faheem Hussain, fisico teorico, specialista delle alte energie, dopo aver insegnato per vent'anni all'Università di Islamabad da sette anni lavora al Centro internazionale di fisica teorica «Abdus Salam» di Miramare, dal '64, anno di fondazione, roccaforte storica del «nucleare pacifico». Accanto a lui, gomito a gomito, studia un teorico indiano, Rumar Narain, che oltre ad essere suo amico, la pensa come lui. Professor Hussain, c'è davvero euforia in Pakistan? «Sì. La gente non pensa ai problemi più importanti. Ma credo anche che il popolo pakistano si sia sentito in qualche modo minacciato. Il governo poi ha fatto di tutto per far sentire la gente in pericolo». & La gente esulta. E gli scienziati? «Molti di loro si sono dichiarati fermamente contrari alle scelte del governo. Sono dissidenti nel senso che non approvano l'uso militare del nucleare. Purtroppo non hanno molta voce per farsi sentire». In Pakistan il progetto della bomba nucleare è in fase di realizzazione da oltre vent'anni. Zulfikar Ali Bhutto affidò il compito ad Ab dui Qadir Khan dopo l'atomica indiana del '74. Chi è quest'uomo? «Non è un teorico, è un tecnico, un ingegnere, un "esperto in metallurgia" che può contare su finanziamenti statali illimitati. Dopo essersi formato in Germania e in Olanda, è tornato a Islamabad. E' uno degli uomini più popolari in Pakistan». Che altro si sa di lui? «Ben poco. Tutto quanto riguarda il nucleare è assolutamente top secret. Non si sa dove lavo¬ rino, e quanti tecnici vi lavorino. Certo è che il governo spende un patrimonio per raggiungere questo obiettivo». Lei condivide questa scelta? «Sono per la pace e non per la guerra. Anche perché alla fine pagano solo le frange più povere della popolazione. Per di più c'è sempre il pericolo di esporre la popolazione a radiazioni pericolose». Sono rischiosi anche gli ultimi test effettuati nelle cavità del sottosuolo? «Ci sono pericoli, visto che nel sottosuolo scorrono le falde acquifere. Bisogna cercare però di essere ottimisti e sperare che il peggio rimanga un'ipotesi». Ma si può fermare in qualche modo la corsa al nucleare? «In tutto il mondo si pensa che fino ad oggi siano stati effettuati almeno 2500 test. E' un numero enorme per una corsa folle, difficile da frenare». Che cosa farà domani il Pakistan? «Per il momento sbaglia. Il comportamento del governo è stupido e pericoloso, non dovevamo mai entrare in competizione con l'India. Il primo attacco è, sì, indiano, ma ciò non giustifica i pakistani». Che cosa accadrà a breve scadenza dunque? «Temo che si vivranno altri momenti di tensione. Purtroppo il Pakistan ha mostrato di non saper resistere alle provocazioni dei "vicini"». Poteva farlo? «Poteva e, anzi, doveva farlo. Ne avrebbe guadagnato moltissimo in termini di prestigio oltre che dal punto di vista economico e finanziario». Riusciranno i suoi connazionali a far fronte a un debito estero che tocca i 40 miliardi di dollari? «Non so proprio come ne usciranno vivi. Devono rispettare scadenze importanti con la Banca Mondiale e con il Fondo monetario internazionale. Le sanzioni poi provocheranno effetti disastrosi». Anche all'India si presenta una strada in salita? «Non direi. L'India può resistere perché è un Paese economicamente più forte, più sano e dal punto di vista militare il Pakistan è comunque molto più debole». Chi potrebbe mediare e condurre i due Paesi verso la firma del Trattato di non proliferazione nucleare? «L Onu e l'Europa possono giocare un ruolo fondamentale: possono convincere cioè i due Stati a dialogare. Bisogna uscire comunque da questa impasse, la situazione è troppo pericolosa. Soprattutto sulla linea di confine dove la situazione deve restare sempre sotto controllo, anche le più piccole scaramucce lì potrebbero degenerare». Elena Marco
Persone citate: Abdus Salam, Bhutto, Faheem, Faheem Hussain, Hussain, Nawaz Sharif, Professor Hussain, Qadir Khan
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