Muti, musica di pace a Beirut dopo Sarajevo
Muti, musica di pace a Beirut dopo Sarajevo Gli appuntamenti del Festival di Ravenna Muti, musica di pace a Beirut dopo Sarajevo MELANO. Lo scorso, anno a Sarajevo, quest'anno a Beirut. Ravenna Festival porta ormai abitualmente il suo messaggio di pace e di musica nelle città del mondo più martoriate (per questo il Festival ha ricevuto le congratulazioni di Prodi, Dini, Veltroni e Violante). La Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Muti sarà quest'anno nella capitale del Libano il 26 luglio con un programma interamente italiano (secondo la richiesta dei libanesi, musiche di Bellini, Rossini, Verdi, Puccini, Rota) che eseguirà nella giornata precedente a Ravenna. Per l'occasione sarà a Beirut il generale Augurai che nell'82 ha guidato la missione di pace in Libano, ieri alla presentazione allo spazio Krizia, e commosso di tornare dopo quindici anni in quella città che ha detto di ricordare sempre con appassionata nostalgia. Muti e la regista Liliana Cavalli hanno abbandonato brevemente le prove della «Manon Lescaut» di Puccini che allestiscono alla Scala il 5 giugno per presenziare alla presentazione, anche perché, nuovamente in coppia, eseguiranno a Ravenna il 17 luglio i «Pagliacci» di Leoncavallo con Placido Domingo come prestigioso interprete. Muti, oltre la Filarmonica scaligera, sarà alla testa anche dei Wiener Priilharmoniker con musiche di Schubert e Bruckner. Altre orchestre e direttori di alto livello, quella della Radio Bavarese diretta da Lorin Maazel che inaugura il Festival il 15 giugno; l'orchestra della Rai diretta da Rostropovic; l'orchestra di Lione diretta da Kent Nagano. Moltissime le proposte sia di carattere teatrale che concertistico. Paolo Poli presenterà un interessante dittico formato da «L'histoire du soldat» di Strawinsky e da «Il tranello della Medusa» di Satie. Micha Van Hoecke è presente anche quest'anno con una sua coreografia di «Pierrot lunaire» di Schoenberg, con due ospiti di eccezione: Alessandra Ferri e Maximiliano Guerra. Kent Nagano dirigerà «L'amore delle tre melarance» di Prokofiev con regìa di Louis Erio. Ravenna Festival, nell'ambito dei «pellegrinaggi della fede» che si concluderanno nel prossimo anno in prossimità del Giubileo, dedica quest'anno il suo ciclo alla «Donna Mater, voci erranti del mondo», ospitando cantori e strumentisti di varie parti del mondo, dai canti bizantini greci a gruppi etiopi, da melodie spirituali tibetane a musiche dei Paesi baschi. Nell'ambito del teatro di prosa riproposti due (dai» di Giovanni Testori, «Erodiàs» e «Mater strangosciàs» con regia di Federico Tiezzi. Ci sarà persino una «lectura Dantis» in romagnolo di Ivano Marescotti, dedicata a quattro donne della Commedia: Lucia, Beatrice, Francesca e Maria. Nel cinema due film dedicati a donne, «L'amore» di Roberto Rossellini con la Magnani e ((Adele H.» di Truffaut. Luigi Sfossi
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