I' Europa dice sì al divorilo senza frontiere

I' Europa dice sì al divorilo senza frontiere 115 firmano la Convenzione, finite le battaglie su affidamenti dei figli e separazioni I' Europa dice sì al divorilo senza frontiere Ogni Stato dovrà riconoscere le leggi di tutti gli altri BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un euro-divorzio per lasciarsi senza frontiere e - si spera - con qualche rancore in meno. Con la Convenzione firmata ieri dai ministri della Giustizia dei Quindici cadono tutte le barriere nazionali che finora rendevano particolarmente difficile l'applicazione del diritto di famiglia per cittadini comunitari di due Paesi differenti o residenti in Stati diversi da quelli di origine. Qualsiasi decisione presa da uno Stato membro su divorzi, separazioni, annullamenti di matrimonio e custodia dei figli prevede la Convenzione - dovrà essere riconosciuta automaticamente da tutti gli altri quattordici Paesi dell'Ue. «Finora ha spiegato il Commissario europeo alla Giustizia Anita Gra- din - si poteva essere divorziati in uno Stato e restare sposati in un altro. Adesso invece metteremo la situazione in ordine». La Convenzione dovrebbe evitare o almeno ridurre le lunghissime battaglie burocraticogiudiziarie per l'affidamento dei figli nati da due coniugi di nazionalità diversa e che magari risiedono in due Paesi differenti. In particolare è previsto che si possa avanzare domanda di divorzio, di separazione o di annullamento del matrimonio nel Paese nel quale uno o entrambi i coniugi hanno la loro residenza abituale, oppure in quello di cui entrambi hanno la nazionalità. E se marito e moglie di nazionalità diversa decidono tutti e due di fare domanda di divorzio, ma ognuno nel proprio Paese? Allora sarà il primo dei due tribunali investito della que¬ stione ad avere diritto di precedenza. Ma l'aspetto forse più importante delle nuove norme è quello che riguarda la responsabilità verso i figli dei genitori che abbiano divorziato. Finora i tribunali investiti da questioni di affidamento tra genitori che risiedono in Stati differenti hanno teso in generale a far sì che i figli restassero nel Paese di loro giurisdizione. Adesso, anche per le decisioni che riguardano i figli, sarà competente il tribunale che si è occupato del divorzio a patto che i figli abbiano residenza abituale nel Paese dove ha luogo il tribunale. In caso contrario la giurisdizione potrà essere dello Stato nel quale è stata fatta la domanda di divorzio solo se entrambi i genitori lo accettano e se questo è nell'interesse superiore dei figli. Qualsiasi decisione finale presa da uno Stato membro dovrà essere riconosciuta automaticamente dagli altri Stati: ad esempio un marito britannico la cui moglie italiana abbia chiesto e ottenuto il divorzio in Italia non potrà più presentare ricorso al tribunale del suo Paese, anche se il divorzio è stato concesso per motivi che in Gran Bretagna non sono validi. La Convenzione non entrerà in vigore subito, bisognerà aspettare novanta giorni dopo che anche l'ultimo dei quindici Stati dell'Ue l'abbia ratificata. Ma i Paesi che lo vogliono potranno già applicarla su base bilaterale con altri Stati membri che adottino la reciprocità. Così già ieri Francia e Germania, che hanno in comune un centinaio di coppie «miste» desiderose di troncare al più presto i rapporti, hanno annunciato che per loro le nuove norme verranno applicate molto rapidamente, [f. man.] Una scena del film «Divorzio all'italiana»

Persone citate: Anita Gra

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia