Ciampi: Milano capitale finanziaria di Ugo Bertone
Ciampi: Milano capitale finanziaria Il ministro del Tesoro ha aperto con Vìsco la tre giorni dell'Ulivo in Lombardia Ciampi: Milano capitale finanziaria «Presto una direttiva per coordinare le istituzioni» MILANO. «Domani, o al più tardi la settimana prossima - annuncia Ciampi - conto di passare una direttiva per lo sviluppo della piazza finanziaria italiana. Lo scopo è di coordinare le istituzioni a Milano...». Eccolo il biglietto da visita con cui il ministro del Tesoro, Carlo Azeglio Ciampi, si presenta alla tre giorni dell'Ulivo in terra di Lombardia. Di qui a domani, nel quartier generale di Bossi e di Berlusconi, sfileranno Prodi e Veltroni, Maccanico e Bassanini. Gran finale in piazza San Babila, domani, al teatro Nuovo mentre, sul marciapiede, Antonio Di Pietro raccoglierà le firme per l'iniziativa referendaria. Ma l'agitazione di piazza non tocca più di tanto Ciampi che si presenta nel cuore della City assieme al fido Vincenzo Visco («mai - commenta il responsabile del Tesoro nella storia italiana un ministro che amministra le uscite è andato tanto d'accordo con chi amministra le entrate. E lo dico io che spero che presto le due funzioni vengano accor¬ pate»). Ciampi, alla Banca Popolare di Milano, davanti a banchieri, industriali e uomini di Borsa, è davvero di casa. In prima fila sorridono i rappresentanti dell'Assolombarda (Perissich, assistente di Marco Tronchetti Provera in testa) e dell'Api (il vicepresidente nazionale Mario Iacober), c'è Guido Roberto Vitale, fresco socio di Lazard Italia, e Gianni Locatelli, ex direttore generale della Rai, qui come amministratore della Milano-Serravalle. «Conosco molti di voi - è l'inizio dell'ex Governatore di BanMtalia - e riconosco anche questo cortile». «Ci sono stato nell'82 - continua all'assemblea dei cambisti, pochi giorni dopo le disavventure di una grande banca privata...». E chi non se la ricorda, nella Milano degli Affari, quell'estate rovente del crac dell'Ambrosiano, quando gli gnomi londinesi minacciavano di rompere i legami d'affari con l'Italia? Fate il paragone con la situazione attuale, incalza il responsabile del Tesoro: «Le spese principali - spiega - sono in calo: personale, pensioni, interessi, acquisto di beni e servizi. Sono poche le economie, tra gli undici Paesi dell'area Euro, che vanno così bene. La nostra bilancia dei pagamenti è la più forte d'Europa». Per l'occasione, anche Visco sfodera uno stile più colloquiale e disteso. «Mi sono chiesto - è il suo affondo - perché Reagan che ha introdotto nel!' 86 un forte aumento della tassa sulle società e un modesto taglio al prelievo sulle famiglie abbia ricevuto tanti elogi mentre io, che ho ridotto e non di poco la pressione sulle imprese sono stato tanto criticato...». Il motivo? «Semplice - conclude Visco - non sono un attore». Ma la nostra ricetta, sottolinea il ministro delle Finanze, ha funzionato: parte del risanamento è dovuto alle entrate, parte al calo strutturale dei tassi che altro non è che un riflesso dell'azione del Fisco. «Il disavanzo pubblico - spiega ancora Ciampi - è destinato a scendere, anche senza nuovi interventi strutturali, dall'attuale 2,7 all' 1,6% nel 2001. Ma noi vogliamo accelerare questa tendenza e scendere all' 1 % per quella data. Per i primi 5 mesi dell'anno, a causa delle novità della riforma fiscale, il deficit sarà più pronunciato. Ma lo sbilancio, intorno ai 15 mila miliardi, rientrerà entro agosto». Tutte le voci della spesa pubblica, spiega davanti al pubblico incantato dalla sua sicurezza, sono sotto controllo: solo sul fronte delle pensioni, forse, ci vorrà ancora qualche intervento, ma la strada ormai è tracciata, nonostante le preoccupazioni dei maligni. «Il provvedimento sulle 35 ore - risponde al rappresentante dell'Api - è stato inglobato in un testo di legge che fa riferimento alla concertazione e alla cornice dell'accordo del '93». Le privatizzazioni? «Sono previste da una legge», taglia corto, mentre Visco annuisce. «Anche l'Iri - aggiunge Ciampi - continua a privatizzare. E quest'anno porterà nelle casse del Tesoro circa 2700 miliardi di dividendi. Non è mai ac caduto». Infine, il provvedimento su Milano piazza finanziaria a livello europeo. Difficile capire che cosa ci sia di concreto, almeno per ora. Nulla di nuovo, ad esempio, sul fronte Consob. Anzi, Ciampi lascia capire che chi pensa a un trasloco di tutta la commissione è fuori strada. «Si tratta - spiega - di istituire un comi tato che funzioni come quello créa to per l'Euro». «Lo scopo - conclude Ciampi - è di coordinare le istituzioni. E' importante partire in fretta, altrimenti si rischia che Milano resti fuori dalla concorrenza che si creerà in Europa...». Ugo Bertone Il super-ministro dell'Economia Carlo Azeglio Ciampi
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