«Su cosa vuole, l'immunità»

«Su cosa vuole, l'immunità» «Su cosa vuole, l'immunità» De Mita scettico, Marini tratta ancora RETROSCENA LE TRATTATIVE «SEURETE» ROMA O paura che stiamo en_ trando in un tunnel senza uscita. Certo ci rimette Silvio Berlusconi, ma insieme a lui anche tutti gli altri. Eppoi a lui importa poco. Non ha intelligenza politica. Lui pensa solo o al governo, o alla possibilità di usare il suo peso contrattuale per salvaguardare i suoi interessi. Berlusconi, ad esempio, non si pone neppure il problema che il suo "no" possa spingere gli altri a rilanciare il referendum e con il referendum Antonio Di Pietro. Così si delegittima la politica, si torna al caos del '92. E questo perché qui dentro c'è una classe politica di ciarlatani. Basta sentirli parlare...». E' pessimista come non mai, Ciriaco De Mita. Le possibilità di ricucire lo strappo sulle riforme della Bicamerale sembrano ridotte a meno di un lumicino. D'Alema non lascia spazio ad ipotesi alternative a quelle formulate dalla Bicamerale anche perché «Berlusconi - è quello che ha spiegato al segretario dei popolari Franco Marini- vuole rompere e basta. Ha ricevuto poco sulla giustizia e adesso ha in testa un altro disegno politico». E dietro lui Fabio Mussi, presidente dei deputati dei democratici di sinistra, torna ad ipotizzare lo scioglimento anticipato delle Camere: «Le elezióni possono diventare obbligate». Franco Marini si dà da fare, professa ottimismo, ma finora con pochi risultati. A differenza del segretario dei ds, lui pensa che «Berlusconi non vuole rompere». E suggerisce: «Si può mettere una virgola qui e una là, una sulla giustizia un'altra su un altro argomento per accontentare tutti senza scardinare la proposta». Ma intanto oggi la rottura sulle riforme del Cavaliere sarà un argomento che il segretario dei popolari userà nel colloquio con Aznar per tenere fuori Forza Italia dal Ppe. A Gianfranco Fini, poi, non rimane che alzare gli occhi al cielo e confidare che la decisione del Cavaliere «è un mezzo suicidio politico». Infine l'altro, l'uomo che ha rotto le uova nel paniere, cioè Ber¬ lusconi, ripete come una litania i concetti con cui nel dibattito a Montecitorio ha motivato il «no» all'ipotesi di riforma uscito dalla Bicamerale. E, ovviamente, reagisce al suo isolamento sparando su tutti, su Scalfaro, su D'Ale¬ ma, sul ppi e sullo stesso Fini. L'unico interlocutore che gli rimane è Cossiga. E nella sua solitudine il Cavaliere minaccia tutto e tutti, addirittura di far mancare i voti del Polo delle libertà la prossima settimana quando la Camera dovrà votare sull'allargamento della Nato e la maggioranza non potrà contare su Rifondazione. Questo è il quadro sconfortante che Ciriaco De Mita ha di fronte a metà giornata. L'ex segretario de in questi mesi ha incontrato più volte il Cavaliere, lo ha studiato e si è fatto una sua opinione. Spiega: «Berlusconi dice: "Visto che non si può fare il presidenzialismo vero, passiamo a qualche altra cosa". Un discorso che ha una sua legittimità, ma si poi ferma lì. Ieri mi ha mandato il suo fido Beppe Pisanu per chiedermi di parlare, di lanciare il cancellierato. Io gli ho risposto: "Fatelo voi. Io di Berlusconi non mi fido". Ho l'impressione che noi pensavamo al cancellierato per fare le riforme, lui invece lo tira fuori solo per farle saltare. E pensare che se fosse un leader all'altezza, se fosse capace di interpretare il Centro, ci. potrebbe far ballare davvero, a noi del ppi. Ma il primo passo che doveva fare erano proprio le riforme e questo per una ragione semplicissima: il centro, il moderatismo, non è una posizione nella geografia politica, ma un'attitudine. Si può costruire un centro anche in un sistema bipolare, ma bisogna essere moderati. E il discorso che Berlusconi ha pronunciato alla Camera non è quello di un moderato. In realtà quelli non sono moderati, sono radicali, estremisti di centro. Là dentro ci sono quei poveretti dei professori, gente come Rebuffa, portata alla riflessione, che ormai si sono trasformati in pessimi avvocati \/isto che Berlusconi decide tutto da solo. L'unico che sopravvive è Colletti, si salva standosene in disparte». Eh sì, più pensa a Berlusconi e più De Mita è pessimista. «Probabilmente le vere questioni - sostiene - sono altre, non i poteri del Presidente. L'ho detto ieri parlando con qualcuno in aula: a Berlusconi del presidenzialismo, del premierato, del cancellierato non importa niente. A lui interessa solo la giustizia. Questo è il punto. Ecco perché tutto appare inutile. Ha ragione Nicola Mancino che questa mattina ha avanzato l'idea di accantonare il semipresidenzialismo per passare subito alla parte della Costituzione che riguarda la giustizia e costringere Berlusconi a rompere lì. Eppoi, anche sulla giustizia io non credo che gli si possa dare quello che vuole. Certo, basterebbe mettere il principio della separazione delle carriere in Costituzione, ma a lui basta davvero questo? Secondo me lui vuole altro perché una norma del genere non risolve i suoi problemi». Ci pensa un attimo su, l'ex segretario de, e quindi si serve di una battuta per spiegare quello che secondo lui ha davvero a cuore il Cavaliere: «Forse Silvio Berlusconi vuole quello che hanno ottenuto i membri della commissione che nell'84 prepararono la nuova Costituzione del Guatemala: l'immunità. L'immunità dei costituenti. Ma come si fa?». Augusto Minzolini «Il Cavaliere decide tutto da solo L'era dei professori è già finita» presidente della Bicamerale Massimo D'Alema In alto Gianfranco Fini con Berlusconi ,contenuti. Già, ma Fi non ha un passato impegnativo come Alleanza nazio- presidente della Bicamerale Massimo D'Alema In alto l'impressione di fare il «signor No», rubando il mestiere che un tempo fu di Gianfranco Fini con Berlusconi f «Stiamo tornando al caos del '92 Ma al capo azzurro non interessa...»

Luoghi citati: Guatemala, Roma