Prodi prova a uscire dalla mischia di Fabio Martini

Prodi prova a uscire dalla mischia Prodi prova a uscire dalla mischia E l'ombra di elezioni anticipatesi allontana, sconi sarebbe stato a pranzo con Sergio D'Antoni e con il senatore demitiano Ortensio Zecchino e ieri ci sarebbe stato un bis: nuovo incontro tra il presidente di Forza Italia e il leader del sindacato cattolico che col progetto della «Grande Cisl» punta proprio a coagulare un Grande Centro politico, obiettivo dichiarato di due personaggi come De Mita e Cossiga, che guarda caso in queste ore è tornato alla ribalta. «E l'adesione di Forza Italia al gruppo parlamentare popolare - spiega ancora Letta - ri- schierebbe di avere un effetto attrattivo su alcuni ambienti vicini al ppi». E proprio questo spauracchio - il rischio lontano di una nuova spaccatura del ppi - spiega perché Prodi si è impegnato nella «crociata»" per sbarrare la strada a Forza Italia, una battaglia quella di Prodi e Marini che sta dando qualche risultato: proprio ieri è stato annunciato che il summit tra i capi di governo democristiani del 2 giugno è stato rimandato e dunque della questione-Berlusc'oni parleranno in privato Prodi e Kohl ai margini del vertice italo-tedesco di Bologna del 3 e 4 giugno. La seconda preoccupazione che agita palazzo Chigi è immediata: in linea teorica nell'imminente voto della Camera sull'allargamento della Nato, il governo rischia di andare «sotto». Nel primo voto, quello del Senato, Rifondazione ha votato contro l'allargamento ma il governo ha potuto contare sull'appoggio del Polo. La novità è che proprio ieri Berlusconi ha annunciato che alla Camera il voto favorevole di Forza Italia non è scontato, un annuncio non casuale visto che a Montecitorio (a differenza che a palazzo Madama) il governo non ha maggioranza nel caso in cui venissero a mancare i voti di Rifondazione. «Non a caso l'altra sera, subito dopo lo scontro parlamentare sulle riforme, tra i banch| della maggioranza è cominciata a serpeggiare, sia pure sotto traccia, una preoccupazione seria, proprio quella del voto sulla Nato», racconta Roberto Villetti dei socialisti democratici che dopo il successo elettorale sono corteggiatissimi: ieri Scalfaro li ha ricevuti al Quirinale e Luigi Manconi in serata si è rivolto così ad Enrico Boselli: «Sto facendo una verifica tra i leader di maggiornaza e dopo il voto di domenica scorsa anche tu lo sei...». Dunque, c'è un rischio-Nato? Nessuno ci crede, ma se il Polo dovesse tirarsi indietro, anche contando sull'appoggio dei cossighiani, gli ultimi conteggi dicono che al governo mancherebbero tra i quattro e i sette voti. Ma l'ultimo tam tam racconta che Gianfranco Fini sulla Nato non ha alcuna intenzione di fare scherzi. Fabio Martini Nella foto grande a sinistra il presidente del Consiglio Romano Prodi Qui accanto il segretario dei popolari Franco Marini Dopo Nato e scuola affiora un'altra è mina: D'Antoni che sta progettando la «grande Cisl» avrebbe visto due volte a pranzo il Cavaliere

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