IL BOOMERANG DELLA MALABOMBA di Igor Man
IL BOOMERANG DELLA MALABOMBA IL BOOMERANG DELLA MALABOMBA Lj ANNUNCIATO esperimento (atomico) del Pakistan ha un fallout sgradevole fatto più di malessere che di paura. Un malessere che sboccia con improvvisa irruenza in guisa di fiore maligno dentro di noi, riportandoci brutalmente alla realtà. Sino a ieri, fino all'esperimento atomico indiano, dico, parlavamo di postmoderno, di postindustriale intrecciati, necessariamente, col postnucleare. Oggi l'India, il Pakistan, con i loro improvvidi «test» ci dicono con spaventosa chiarezza che siamo ancora, di nuovo, nel nucleare, che dietro l'angolo ostinata attende la distruzione poiché la Morte Bianca non è mai morta. Al terrore atomico ci eravamo alla fine rassegnati; in un angolo della nostra mente c'era la consapevolezza di essere quotidianamente «a rischio» ma in un altro spazio la mente custodiva, e alimentava, la speranza, tanto robusta da sfiorare spesso la certezza, che l'equilibrio nucleare non avrebbe ceduto. Insomma, ci eravamo in qualche modo abituati a convivere con la Grande Minaccia, non di rado ce ne siamo dimenticati (o abbiamo finto, è lo stesso) poiché tutto sommato confidavamo nel famoso Telefono Rosso, sapevamo che chi avrebbe dovuto premere il pulsante della strage universale non era il dottor Stranamore bensì un disarmonico ma collaudato duetto: il presidente degli Stati Uniti d'America, il segretario generale del pcus, padrone dell'Unione Sovietica. In cinquantanni il eie lo della nostra vita è stato più volte lordato dalla Paura Atomica: durante la crisi del ponte aereo di Berlino - durante la crisi di Suez - durante la crisi dei missili di Kruscev a Cuba eccetera. E' stato il crollo benedetto (?) del Muro di Berlino, con la fine della Igor Man CONTINUA A PAG. 10 PRIMA COLONNA
Persone citate: Kruscev
Luoghi citati: Berlino, Cuba, India, Pakistan, Stati Uniti D'america, Suez, Unione Sovietica
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