«Alfabeto italiano», in 21 corti

«Alfabeto italiano», in 21 corti Minoli e un gruppo di registi rifanno la storia del Paese «Alfabeto italiano», in 21 corti E la Guzzanti debutta come regista ROMA. Corti, cortissimi, medio corti: la rinascita del cinema italiano passa anche da qui. Sebbene, come sarà alla Mostra di Venezia nella sezione dedicata ai nostri film, ci starebbe bene un punto interrogativo dopo la parola rinascita. Mentre produrre un film costa, e costa comunque tanto, produrre un corto costa dieci volte di meno, e intanto, se uno è giovane si fa la mano, se uno è già adulto si tiene in esercizio. Per di più, avendo noi italiani cancellato anche il documentario, il moderno uso del corto e l'antico uso del documentario si sono spesso sovrapposti da noi, in questi ultimi tempi, nel tentativo di ripristinare una pratica della macchina da presa che scuole e scuolette di cinema non possono sostituire. Sono corti, ma corti lunghi, di cinquanta minuti l'uno, quelli che la Rai, e per essa la Raitre di Giovanni Minoli, ha commissionato a un gruppo di registi italiani più o meno noti, chiedendo loro, però, di lavorare solo sul materiale conservato negli archivi Rai. Sono nati così ventuno filmati-documento, tanti quanti le lettere della nostra lingua, riuniti sotto il titolo di «Alfabeto italiano». Due o tre i criteri unificanti. Il primo è che i registi avessero tutti una età compresa tra i quaranta e i cinquanta, fossero cioè contemporanei della tv. Il secondo è che si impegnassero a sviluppare un tema: a volte già prefissato, a volte suggerito da loro. Il terzo è che non facessero filmati compilativi, ma opere con lo sguardo del cinema, deciso e inconfondibile. Hanno partecipato all'impresa Silvano Agosti, Gianni Amelio, Marco Bellocchio, Alessandro Benvenuti, Giuseppe Bertolucci, Cristina e Eleonora Comencini, Alessandro D'Alatri, Davide Ferrario, Marco Tullio Giordana, Simona Izzo, Wilma Labate, Francesco Laudadio, Mario Martone, Maurizio Nichetti, Giuseppe Piccioni, Salvatore Piscicela e Carla Apuzo, Silvio Soldini e Giorgio Garini, Carlo e Luca Veidone, Paolo Virzì. Tutti sono stati aiutati nel loro lavoro di ricerca da una mitica anziana signora, Rosina Balestrazzi, che più e meglio di un computer conosce quello che s1# dentro gli archivi della Rai. Molti hanno 3celto il filo della memoria personale preferendo le sequenze più espressive in bianco e nero a quelle più banali a colore. La mag¬ gior parte ha trovato materiale bello e importante. Qualcuno s'è lamentato perché le immagini dei tg vengono conservate male. Qualcun altro perché sono insignificanti, sopraffatte dal parlato del giornalista. Marco Tullio Giordana, cui è toccato raccontare l'Italia e il potere, ha parlato di «pornografia vera e propria», visto il rapporto intimo, e spesso servile, tra politici e tv pubblica. «Alfabeto italiano» andrà in onda da domenica 13 settembre, in seconda serata, su Raitre, ma prima verrà presentato al festival Adriatico di Bellocchio e a quello di Venezia di Laudadio. Corti e cortissimi, spesso di ignoti, a volte inediti, sono in mostra al cinema di Roma Quattro Fontane, dal 1 al 4 giugno, dentro Arcipelago, rassegna con una sua nobiltà perché ha fatto conoscere gente come Roberta Torre, Pappi Corsicato, e il trio de «Il caricatore». Due le gare: quella dei corti italiani in cui esordisce Sabina Guzzanti, e quella dei corti internazionali, in cui eccellono gli inglesi. A presiedere la giuria Salvatore Piscicelli, quello di «Immacolata e Concetta», che, dopo dieci anni di silenzio, si appresta a girare un nuovo film: «Il corpo dell'anima». Essendo PisciceUi napoletano, in suo onore anche una serie di film e non film dedicata a «La squola napoletana» con la q, con opere che vanno da Martone, il più raffinato del gruppo, a Nini Grassia, il più trash, regista di «Annarè», una sceneggiata contemporanea che ha incassato a Napoli e provincia più del «Titanio». Simonetta Rcbiony

Luoghi citati: Italia, Martone, Napoli, Roma, Venezia