La montagna del Piemonte vuole voltare pagina

La montagna del Piemonte vuole voltare pagina La montagna del Piemonte vuole voltare pagina L'effetto degli impianti di risalita sulle economie locali Luci e ombre sullo sci in Piemonte. Le Alpi Occidentali sono state la culla di questo sport in Italia (infatti il centenario è stato festeggiato a Torino l'anno scorso) e sono anche state le prime, con la costruzione «ex novo» di Sestriere, ad affacciarsi a una concezione più moderna della vacanza invernale. Lo stato di salute attuale degli impianti di risalita della regione non è però ottimale. Il Piemonte ha in attività 324 impianti di risalita con una caI pacità di trasporto di 255 mila persone l'ora, più o meno quanto la Lombardia e più della provincia di Trento. Ma è lo scorporo nel tipo di impianti che lascia intravedere quanto manchi alla modernizzazione del settore: a fronte dell'unica telecabine e delle 8 seggiovie ad agganciamento automatico piemontesi la provincia di Trento ne vanta rispettivamente 16 e 19 (la provincia di Bolzano estremamente di più). E' evidente che la realtà della nostra montagna, esclusi alcuni poh come la Via Lattea, Bardo- necchia e Limone Piemonte, è ancora fatta di tante piccole e medie stazioni con impianti obsoleti, a bassa portata oraria. Piccole stazioni, che stentano a sopravvivere per costi di gestione e di manutenzione molto elevati, ma che sono indispensabili al tessuto vitale di molte valli; spesso anche seggiovie e skilifts si trovano a dover essere sottoutilizzati (e quindi a produrre utili in misura troppo scarna o a non averne del tutto) per le troppo scarse capacità ricettive dei comprensori e per politiche turi¬ stiche non appropriate a garantire lo sviluppo L'Arpiet (associazione regionale piemontese degli esercenti trasporto a fune) ha deciso di voltare pagina promuovendo un'indagine approfondita e precisa con questi obiettivi: A) dimostrare su basi scientifiche la ricaduta della presenza di impianti di risalita sulle economie locali. B) Appurare in che misura gli impianti di risalita svolgano un ruolo strategico nel quadro dell'offerta complessiva. C) Individuare, comparando il Pie¬ monte ad altre destinazioni omologhe dell'arco alpino, quali modalità operative si potranno adottare per garantire la sopravvivenza degli impianti senza generare costi ambientali. D) Disporre di uno strumento scientifico sulla base del quale avviare un confronto con le istituzioni, finalizzato ad ottenere misure di salvaguardia del settore. Già, perché non bisogna scordare che in Piemonte gli impianti di risalita danno lavoro direttamente a circa 1200 persone.