Nico, un'altra tappa del calvario di Fabio Albanese

Nico, un'altra tappa del calvario Zurigo, nuova operazione per il bimbo rimasto cieco in un agguato: rimosse alcune schegge Nico, un'altra tappa del calvario Una colletta del padre tra gli amici per trovare i 100 milioni dell'intervento CATANIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE In gran segreto, per «la tranquillità del bambino» come dicono i medici, Nico Querulo ieri mattina è stato sottoposto all'ennesimo intervento chirurgico. In ima sala operatoria del «Kinderspital» di Zurigo, dove si trova da lunedi scorso, a Nico i neurochirurghi hanno ricostruito il tetto delle cavità nasali, chiuso un piccolo foro che aveva creato un varco tra cavità nasale e cervello, e rimosso delle piccole schegge. Un intervento estremamente complesso e costoso, che non servirà a ridare la vista al bambino, 5 anni appena, ma a cancellare le devastazioni provocate dal proiettile che il 7 aprile scorso, in un agguato di mafia a Catania, lo ha raggiunto agli occhi, facendogli perdere la vista. «Siamo contenti, i medici ci hanno detto che è andato tutto bene», ha raccontato il padre di Nico, Mario Querulo, che con la madre ha trascorso l'ultimo mese e mezzo accanto al bambino, prima nella «Augenklinik» di Vigaun e adesso nell'ospedale dei bambini di Zurigo. Fino all'ultimo momento, l'intervento di neurochirurgia era in forse, a quanto pare per problemi economici. I chirurghi svizzeri avrebbero chiesto anticipatamente un centinaio di milioni per degenza e operazione; la famiglia, nonostante le sottoscrizioni aperte, la gara di solidarietà e le donazioni ricevute, non aveva l'intera cifra: «Mancavano quaranta milioni - ha spiegato il padre - perché alcune somme che ci sono state offerte non sono materialmente disponibili per problemi burocratici. Ma ce l'abbiamo fatta lo stesso, con qualche risparmio e con l'aiuto degli amici. Martedi ho versato alla clinica quasi cento milioni». Dovrebbe comunque trattarsi solo di un'anticipazione, visto che la Regione siciliana già da tempo ha detto di essere disponibile a pagare tutte le spese. I biglietti per l'aereo che ha trasportato Nico e i suoi genitori da Salisburgo a Zurigo erano stati pagati dal dottor Stiegler, «un mio contributo personale», ha spiegato a un commosso Mario Querulo. L'altro giorno, da Catania, era stata una zia di Nico, Antonietta, a denunciare le difficoltà economiche: «Ci hanno detto che a Zurigo non operano se prima non vedono i soldi». Ma papà Querulo adesso preferisce chiudere ogni polemica: «Certo, le difficoltà non mancano, ma per ora l'unica cosa che ci interessa è la salute di nostro figlio», taglia corto. Proprio ieri, dal «Kinderspital» un portavoce aveva fatto sapere che «come in tutta la Svizzera, all'atto del ricovero ospedaliero occorre fare un deposito proporzionato all'entità delle cure. Nel caso del piccolo Querulo l'ammontare del deposito è stato valutato fra i 50 e i 70 mila franchi», da 60 a 84 milioni di lire. Stamattina alla famiglia Querulo dovrebbero arrivare anche i 35 milioni raccolti durante una partita di beneficenza giocata a Catania il mese scorso e che dovevano servire per la costruzione di due bambinopoli a S. Cristoforo, lo sfortunato quartiere di Nico. Il Comune ha deciso per il momento di destinarli al bambino per le cure. Poi si vedrà. L'intervento di ieri è durato sei ore, dalle 8,30 alle 14,30; con una tecnica molto sofisticata, con sonde introdotte dal naso, i chirurghi sono potuti arrivare alle fosse nasali senza dover aprire il cranio. «Nico sta bene, anche se la sera prima era molto nervoso - spiega an- cora il padre -. Subito dopo l'intervento i chirurghi ci hanno chiamato e ce lo hanno fatto vedere. Ora però speriamo per gli occhi, trepidiamo nell'attesa che il nostro bambino possa, anche solo un po¬ co, rivedere la luce». Il piccolo resterà nella clinica di Zurigo ancora una settimana, forse dieci giorni. Poi sarà nuovamente trasferito a Vigaun, presso Salisburgo, dove il chirurgo oculista Gerard Stiegler effettuerà nuove prove sull'occhio sinistro, nella speranza che i danni provocati dal proiettile non siano stati irreversibili. Fabio Albanese Il piccolo Nico in clinica con la mamma e l'oculista austriaco Stiegler

Persone citate: Gerard Stiegler, Mario Querulo, Nico Querulo, Stiegler