«Ora gratis a tutti in ospedale» di Daniela Daniele

«Ora gratis a tutti in ospedale» «Ora gratis a tutti in ospedale» IlCodacons: ma bisogna fare in fretta INTERVISTA IL CROCIATO DELLA SANITÀ' IL principale difetto del ministro della Sanità? «Troppo presuntuosa: non vuole mai ammettere di aver sbagliato», dice, con rammarico, Carlo Rienzi. Il battagliero presidente del Codacons, l'associazione in difesa dei consumatori, ha messo a segno, ieri, un altro «colpo». Avvocato Rienzi, Rosy Binrìi l'ha fatta arrabbiare davvero se lei chiede, addirittura, le sue dimissioni... «Non è tanto importante la richiesta di dimissioni, quanto quella di un commissario ad ada che sostituisca il ministro per l'erogazione gratuita, negli ospedali, della multiterapia Di Bella. Perché? Se il ministro non ha ancora capito che il senso dei nostri ricorsi era quello di togliere dalle mani dei privati una situazione così delicata per metterla nelle mani della sanità pubblica, nella quale tutto sommato crediamo ancora, beh, non c'è altro da fare, a mio avviso». Che cosa accadrà dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla possibilità, in alcuni casi, di accedere al- la cura Di Bella gratuitamente? «Crediamo che, dopo questa importantissima sentenza, gli ospedali non possano più rifiutare la cura a chi, non avendo altre alternative terapeutiche, ne farà richiesta». Questo vale, però, soltanto fino alla conclusione dei protocolli. Non c'è molto tempo. «No, c'è pochissimo tempo, in realtà. I primi risultati si prevedono per il mese di settembre. Il ministero, dunque, dovrà fare in fretta e, in caso contrario, il Codacons lo diffiderà». Nella sentenza della Consulta si fa riferimento a quei pazienti che versino in difficoltà economiche. Ma quando si tratta di pagare la cura a due o tre milioni a settimana, com'è stato detto, si fa presto a diventare «indigenti». Come si potrà stabilire chi avrà diritto alle cure gratuite e chi non l'avrà? «Questo e un nodo assai difficile da sciogliere. Ma ci sarebbe una soluzione: basterebbe prendere, come parametro, la legge finanziaria che stabilisce il solo pagamento di un ticket per le cure mediche quando il reddito sia al di sotto dei settanta milioni. Dobbiamo renderci conto, comunque, che la dizione "difficoltà economiche" può comprendere di tutto: anche la condizione di chi, per curare se stesso o un familiare, si è dovuto vendere la ca- sa e tutto il testo, indebitandosi fino al collo». Il caso Di Bella, per quanto ci risulti, è unico nel suo genere. Altre volte si è arrivati al Consiglio di Stato per ottenere la gratuità di un farmaco, ma non è mai successa una tale rivoluzione, capace di investire il mondo medico, quello politico e quello giudiziario. Che cos'è, secondo lei, che fa la differenza in questa vicenda? «La rivolta popolare. Per non parlare dell' atteggiamento ambiguo tenuto dalla Commissione unica del farmaco che, nell'aprile del '97, quando ricevette la richiesta di validare la terapia Di Bella, rispose che la questione era interessante e che auspicava l'approfondimento di queste ricerche. Ma da parte di chi? In pratica, allora, la Cuf se ne lavò le mani, con il risultato che il nùnistro si trovò a dover decidere, in quattro e quattr'otto, di fare la sperimentazione. Con tutti i pasticci che l'hanno seguita». Daniela Daniele «Per stabilire chi ha diritto alle cure gratis prendiamo come parametro il tetto stabilito per i ticket dalla Finanziaria» WPW |): Una manifestazione in favore dei metodo anticancro del professor Di Bella

Persone citate: Carlo Rienzi, Di Bella, Rienzi, Rosy Binrìi