«Torno, ma sono innocente» di Gian Antonio Orighi
«Torno, ma sono innocente» «Torno, ma sono innocente» L'interrogatorio davanti al giudice di Madrid MADRID NOSTRO SERVIZIO Elegantissimo, ma magro come un chiodo, camminando a stento nonostante si appoggiasse ad un elegante bastone, scortato da due agenti speciali della Interpol spagnola e da altri quattro della «Audiencia Nacional», il superboss Pasquale Cuntrera è entrato nell'ufficio del magistrato Teresa Palacios Criado alle •12,15. ..~" " '■ ' Wmm Raffica di domande dei giornalisti appena è uscito dall'ascensore di servizio che lo ha portato al secondo piano del tribunale più sicuro di Spagna. «I suoi famigliari non vogliono che accetti l'estradizione volontaria. Che cosa farà?». Cuntrera ha guardato con gli occhi spenti e non ha risposto. La «Magistrada-Juez», un'andalusa trentasettenne di Cordova, da un anno nella «Audiencia», dove si occupa di delitti finanziari, lo stava aspettando nervosa. Nel suo ufficio c'era già il segretario giudiziario ed un'interprete. Subito dopo è arrivato il pubblico ministero. Non uno qualsiasi: nientemeno che il capo dei pm del tribunale, il celebre Eduardo Fungairino, condannato alla sedia a rotelle da un incidente stradale. Giudice: «Signor Pasquale Cuntrera, lei è con' dannato, con una sentenza definitiva dallo scorso venerdì, a 21 anni di carcere dalla^Giu■ stizia italiana». Cuntrera: «Sono completamente innocente dei fatti imputatimi». «Ma lei è stato condannato». ".«Ribadisco che sono innocente». L'interprete traduce al boss ogni domanda e ogni risposta. In realtà, si tratta soltanto di una formalità, perché Cuntrera, raccontava lunedì scorso la polizia di Malaga che lo ha arrestato, parla un ottimo spagnolo. «Lei è mai stato processato in Spagna? Ha carichi pendenti con la Giustizia spagnola?». «No, mai processato e nessun carico pendente». L'atmosfera, nella sala, è alle stelle. Cuntrera ha da poco rifiutato l'avvocato cileno Enrique Antonucci (difensore, in Spagna, di altri noti narcotrafficanti), scelto appositamente dalla famiglia, e ha richiesto un avvocato d'ufficio, appena arrivato. «L'Italia è uno dei Paesi che hanno ratificato l'applicazione dell'accordo di Schengen. Il trattato tra Italia e Spagna è operativo da stamattina ed è stato pubblicato oggi dal "Boe" (la «Gazzetta Ufficiale spagnola», n.d.r.). Lei accetta il procedimento di estradizione semplificato per cui sarà portato immediatamente nel Paese che lo reclama, estradizione che non richiede l'approvazione della stessa da parte del Consiglio dei ministri spagnolo?». «Sì. Se può essere oggi è meglio di domani. Voglio parlare con mia moglie subito. Si chiama Giuseppa Velia. Vi fornisco l'indirizzo, di Ostia Lido, in provincia di Roma». Ma Cuntrera non sa il numero di telefono, per cui la richiesta di comunicazione viene trasmessa alla nostra ambasciata. «Perché ha rifiutato l'avvocato scelto dalla fa& miglia?». «Mio figlio non sa com'è la situazione. Per questo ho scelto l'avvocato d'ufficio». L'udienza è finita. Il segretario esce subito e comunica che Cuntrera ha accettato l'estradizione e che ritorna in Italia il più presto,possibile. Prima di essere ricondotto nella guardina d/sll'«Audiencia», gli viene chiesto perché ha rifiutato l'avvocato procuratogli dalla famiglia. Fa soltanto un gesto con gli occhi. Come dire che è lui, il boss, che decide. Gian Antonio Orighi
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