L'ALGERIA E I SILENZI DELL'EUROPA di Gad Lerner

L'ALGERIA E I SILENZI DELL'EUROPA LE MINACCE AI MONDIALI L'ALGERIA E I SILENZI DELL'EUROPA CON il blitz anti-islamista in Francia, Italia, Germania, Belgio e Svizzera messo in opera al fine di prevenire attentati del Già durante i mondiali di calcio, non abbiamo assistito soltanto alla prima grande operazione di polizia sincronizzata a livello europeo. Questa dimostrazione di coordinamento va senz'altro salutata come un fatto positivo, ma rivela al tempo stesso l'esistenza di due delicatissimi problemi di natura continentale, uno interno e l'altro esterno, con cui fare subito i conti. Il problema interno è forse il più noto nei suoi termini sociali e culturali: evitare che dentro le comunità islamiche europee, già sofferenti per la difficoltà oggettiva di conciliare tra loro culture tendenzialmente irriducibili come l'Islam e l'Occidente, tanto più nel contesto penalizzante del degrado metropolitano, i militanti arrestati martedì si trasformino in martiri. Evitare che con il terrorismo fondamentalista vengano criminalizzati anche i luoghi di culto dove quest'ultimo dispiega la sua azione di proselitismo, cioè le moschee. Evitare che gli immigrati clandestini convertano la loro disperazione in estremismo. Evitare che gli stessi algerini detenuti per sospette connivenze terroristiche vengano trattati come imputati di serie B, garantendo loro procedure normali e corrette. Ma è il problema estemo che a questo punto va affrontato senza le reticenze e la confusione da cui purtroppo i governi europei continuano a essere afflitti di fronte alla crisi algerina. Non si sa bene se per incompetenza o invece guidati dal cinico principio dell'«evitiamo grane», in troppi si ostinano a definire indecifrabile la tragedia algerina per poi sfuggire alla necessità di prendere posizione su Gad Lerner CONTINUA A PAG. 6 PRIMA COLONNA

Luoghi citati: Algeria, Belgio, Francia, Germania, Italia