Al ristorante di Ettore

Al ristorante di Ettore Al ristorante di Ettore Neorealismo con sessanta attori degli italiani di oggi. «Non è un film originale», dice Scola, «Altman di film così ne ha fatti tanti e io stesso, in questo modo, ho già girato "Le bai", "La famiglia", "La terrazza". E' uno sguardo sull'Italia con un po' di ottimismo. Solo un po', però, perché a esserlo troppo si diventa idioti». Ci sono madri, padri, figli, amanti, ricchi e meno ricchi, donne di male e di buon affare, ragazzi e ragazzini, senza distinzioni di censo che non s'usano più, e senza paratie ideologiche che sono andate a cadere. «La cosa più interessante sono i ragazzi: parlano un linguaggio indecifrabile, sono irritanti, ma non hanno più corazze: né quella della religione né quella dei partiti. Sembrano dispersi e confusi ma si stanno costruendo una loro utopia personale e questo è un passo avanti». Nessuno è sereno perché la serenità non va bene con la drammaturgia. Ma nessuno è disperato perchè non è il momento della disperazione. Non si parla di politica, né dell'entrata in Europa, e neppure del Giubileo: «Ma come tutti i film, anche quelli di Walt Disney, è un film politico perché propone un modo di guardare il mondo». Ed è pure un film claustrofobico, girato interamente nello stesso locale per il tempo di una cena: «Perché, specie oggi che la macchina da presa va da sola, compito del regista è curare gli attori. E all'aria aperta mi distraggo. Mi fermerei più sulla bellezza dell'Appia antica, che sull'espressione di un interprete». Il tono generale del racconto? Scola parla di toni e sottotoni. Poi ammette: «Credo si senta la gioia di invecchiare. Se non si finisce con il lodare i tempi passati o col prevedere catastrofi per il futuro, invecchiare fa be ne: lo consiglio. Frapporre tra sè e le cose una distanza aiuta infatti a mettere a fuo co meglio. Le idee diventano più chiare. O almeno così mi sembra, il che è già una con solazione». Per dieci settimane tutti hanno dovuto indossare lo stesso vestito e mangiare lo stesso piatto, ma democrati camente, prima di comincia re le riprese, ciascuno ha po tuto scegliere: alla Sandrelli è toccata la trippa, a Gassman la frittata. Il brindisi di fine riprese è dedicato alla vittoria di Ro berto Benigni a Cannes. [si. ro.] Ettore Scola: i miei attori hanno mangiato per 70 giorni lo stesso piatto Sandrelli ha scelto la trippa

Persone citate: Altman, Ettore Scola, Gassman, Sandrelli, Scola, Walt Disney

Luoghi citati: Cannes, Europa, Italia