Telefonini, tutti contro Rossignolo di Luigi Grassia

Telefonini, tutti contro Rossignolo «Autostrade è la migliore». Piol e Testa: non tocca a lui scegliere il concorrente Telefonini, tutti contro Rossignolo Sul terzo gestore «vota» per Telon ROMA. La posta in gioco è alta e il sùper-Gsm fa litigare. Rossignolo dice la sua e tutti i concorrenti, meno uno, gli danno addosso. Le buste con le offerte dei tre consorzi in gare per aggiudicarsi i telefonini Dcs 1800 sono in mano al Tesoro, che sta per emettere il verdetto. E in questa «suspense» il presidente di Telecom Italia - che non è parte in causa ma lo sarà quando affronterà la concorrenza del terzo gestore (oltre a Omnitel) - stila le pagelle di Telon, Picienne e Wind: «Fra i tre, il concorrente più solido e che dà le migliori garanzie di investimento è il primo» dice. Aggiungendo una stilettata tutta per Wind: «Sono preoccupato perché qualcuno si vanta di essere privato, ma in realtà è costituito da due operatori pubblici stranieri e un monopolista di un altro settore in Italia» (riferimento a France Télécom e Deutsche Telekom, che hanno il 49% di Wind, e Enel con il restante 51). Stupore e dispetto fra qualcuno dei presenti. Il presidente dell'Enel, Chicco Testa, che partecipava allo stesso convegno Cgil in cui ha parlato Rossignolo, subito bacchetta l'uomo di Telecom rimproverandolo in quanto «pretende di scegliersi l'avversario». Mentre Elserino Piol, presidente di Picienne (la società fra Mediaset, British Telecom, Bnl, Ina e Italgas), si dirà più tardi «sorpreso, perché non mi risulta che i dati relativi ai piani industriali presentati siano ancora pubblici. Rossignolo è un amico, ma non capisco come possa fare quel genere di affermazioni». Infine la reazione dal ministero delle Comunicazioni: il sottosegretario Michele Lauria commenta che «Rossignolo poteva risparmiarsi questa sortita, perché il suo è un giudizio interessato», e il suo ministro Antonio Maccanico sottolinea gelido che «la valutazione degli investimenti è fatta in base a un coefficiente che abbiamo inserito facendolo valere anche di fronte all'Uhiòhe europea. E sulla questione non ho altro da aggiungere». -Rossignolo ha motivato là sua preferenza per Telon (società che riunisce' Córìri, Autostrade, DistaCam, Bell Canada e altri soci minori) affermando che «ha dato impegni di investimento più robusti degli altri». Di più, il numero uno di Tele- com ha accusato questi «altri» di voler «entrare sul mercato dei telefoni cellulari senza fare investimenti, senza creare ricchezza, chiedendo invece l'uso di risorse investite da altre imprese, con il pagamento di un costo marginale. Una cosa che stravolge le regole della concorrenza». Complimenti invece da Rossignolo a Telon, che «certi investimenti li ha già fatti perché ha una rete in fibra ottica ben attrezzata e mi pare che abbia grandi progetti anche in fatto di occupazione». Più che con Picienne, Rossignolo chiarisce di avercela con Wind (non la nomina, ma il riferimento è trasparente) perché con la sua presenza di enti pubblici italiani e stranieri «difficilmente potrà esprimere una cultura concorrenziale più avanzata della nostra»: un passo indietro, insomma, rispetto alla privatizzazione del settore telefonico. Diversi da quelli di Rossignolo gli auspici dei rivenditori di telefonini: secondo un sondaggio condotto fra loro dalla rivista «Tic», «sarebbe più interessante» se fosse Picienne a vincere la gara. Lo vorrebbe il 47%, mentre il 27% preferisce Wind e solo il 6% tifa per Telon. Ma l'orizzonte della telefonia è più vasto della lotta per il terzo gestore. Ieri Rossignolo ha parlato anche di esuberi, «brutta parola» ha ammesso, assicurando di non voler fare in Telecom Italia «come la British Telecom che ha dimezzato gli addetti». «Noi italiani siamo più creativi e troveremo di meglio - ha detto - ma gli esuberi sono un problema che non possiamo nascondere». E ha invitato la platea di sindacalisti a ragionarci insieme. Gran movimento anche a livello internazionale. Ieri a Madrid Retevision Movil, il consorzio al quale partecipa Telecom Italia, ha presentato un'offerta per concorrere alla terza licenza spagnola dei telefonini. In Francia la Bouygues ha detto che «non c'è conflitto fra noi e Telecom Italia» sul diritto di prelazione sulle azioni Bouygues possedute da Cable and Wireless che dovevano passare alla società di Rossignolo (il quale da Roma ha confermato: «Nessun problema»). E in Italia nel business telefonico entrano gli svedesi della Netnet, con un computer che esplora il percorso telefonico più efficace ed economico nella giungla delle offerte. Luigi Grassia Il presidente di Telecom Rossignolo

Luoghi citati: Canada, Francia, Italia, Madrid, Omnitel, Roma