Quei sapori fatti a pezzi

Quei sapori fatti a pezzi Quei sapori fatti a pezzi A allora, una buona volta, vogliamo tornare alla natura? Ma allora, una buona volta, vogliamo imparare che la terra si ribella? Vogliamo convincerci che abbiamo sbagliato tutto, chiesto troppo, che ci stavamo uccidendo? D basilico, non è solo basilico. Dietro al bromuro di metile non c'è solo bromuro di metile: il fumigante di oggi è solo una delle tante occasioni, una delle tante testimonianze, una delle tante prove che dobbiamo ricominciare da capo. L'allarme di oggi, i divieti di cui oggi si parla, ci danno la certezza che anche nel campo dell'alimentare, dell'agricoltura, abbiamo da tempo superato ampiamente il limite dello sviluppo compatibile, sopportabile. Il pesto, salsa principe della gastronomia italiana, simbolo nazionale già nel suo verde colore, il basilico, profumo che ricorda da secoli, in giro per il mondo, questa nostra antica, negletta ma affascinante Italia del gusto, del buon gusto, dei buoni sapori. Il basilico, piantina sul balcone di casa, vaso sul davanzale nei carugi della Riviera: per l'Italia della tavola è quello che per i pastori d'Abruzzo era il fonte alpestre di dannunziana memoria: i pastori, vi ricordate, bevevano profondamente prima di mettersi in viaggio, per avere la memoria della propria terra, più che per il dissetarsi; i nostri emigranti, prima di imbarcarsi per Brasile ed Argentina, facevano «il pieno» oppure si portavano dietro la pianticella da collocare nella stamberga della speranza a Nuova York o a Buenos Aires. Niente, forse, come il basilico, è più simbolo di una Regione, di una nazione. Oggi, l'allarme, il divieto, la paura per il lavoro. E, per tutti noi, il rischio di perdere l'ennesimo pezzetto di memoria gastronomica. Ma le nostre nonne che ne sapevano loro del bromuro di metile? Ed allora, prima di stracciarci le vesti e di piangerci addosso, cerchiamo di capire dove abbiamo sbagliato: cercare di capire vorrà dire «fare ecologia», un'ecologia che significa salvaguardia, della memoria, delle tradizioni, del territorio. Oggi, la sua ecologia la casalinga di Tortona la potrà fare già quando andrà a comperare quell'olio extra vergine che sia dichiaratamente italiano, quando esigerà soltanto quello italiano. Ecologia, la potrà fare chi adopera il pecorino ed i pinoli, respingendo dai banchi della grande distribuzione vasetti spuri, a basso costo, fatti di anacardi, oli di semi, basilico cinese. E tanto che siamo in vena di rimpianti, allora mettiamoci anche a pian- gere, visto che l'insipienza di politici e burocrati sta per uccidere un altro prodotto dell'artigianato alimentare italiano, l'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. Il certificato di morte lo stilano in queste ore il ministero dell'Agricoltura e la Regione Emilia Romagna. Da molti anni, dopo aver ottenuto dallo Stato il marchio nazionale ed il compito della tutela della Denominazione di Origine, il Consorzio del Tradizionale sta combattendo per il prestigioso marchio europeo della Denominazione d'Origine Protetta. Il «Tradizionale» è un prodotto millenario, un condimento principe che s'ottiene dopo tre lustri di invecchiamento utilizzando solo uve locali pigiate, fatte bollire e conservate a lungo in soffitta, senza nessuna aggiunta. La folle legge italiana, come forse sapete, concede che si chiami in un modo simile, cioè «Balsamico» e basta, anche un prodotto industriale, senza alcuna indicazione o garanzia di invecchiamento, cui, se si vuole, si può aggiungere anche caramello e perfino acqua. Lo Stato, mcredibihnente, ha mandato alla Cee una richiesta unica per la Dop per due prodotti, come vedete, completamente diversi. Qualche mese fa la Commissione europea ha intimato allo Stato italiano di disgiungere le domande. Ma l'industria è l'industria e lo strapotere della pubblicità e della finanza condizionano il ministero dell'Agricoltura e Regione Emilia Romagna: mentre state leggendo queste righe, ente locale e ministero stanno riproponendo alla Cee la stessa domanda che sarà, ovviamente, di nuovo respinta. A questo punto, non si potrà più far niente: l'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena darà l'addio alla Dop e sul mercato trionferà il Balsamico del supermercato, a basso costo, senza storia, indifferenziato. Edoardo Raspolli Diciamo no ai vasetti a basso costo preparati in Cina E oggi si firma la condanna a morte dell'aceto balsamico

Persone citate: Edoardo Raspolli