Anno 2005, addio al pesto

Anno 2005, addio al pesto II. CASO Per le coltivazioni non si potrà usare il bromuro di metile Anno 2005, addio al pesto Basilico, pomodori e melanzane in pericolo TRA ECOLOGIA E GUSTO PROMA ESTO, «pummarola» e «parmigiana»: sono in pericolo tre pezzi forti della cucina italiana. Il basilico, ingrediente chiave del pesto, le melanzane, verdura base per la parmigiana, e i pomodori, re indiscussi della cucina «made in Italy» rischiano di sparire. Il bromuro di metile, un fumigante utilizzato nella coltivazione di questi tre prodotti e di altri tipici mediterranei, dovrà infatti essere messo al bando dal 2005, perché ritenuto un sicuro killer dello strato di ozono. Proprio per trovare prodotti alternativi ecologici è in corso a Roma un «workshop internazionale» organizzato dalla Fao, che ha chiamato a consulto tutti i Paesi utilizzatori. «L'eliminazione del bromuro di metile - ha detto il ministro dell'ambiente Edo Ronchi - è un impegno molto rilevante per l'Italia, che è un grande consumatore. Rispetteremo la data del 2005, ma desideriamo raggiungere l'obiettivo di una agricoltura che assicuri il gusto Mediterraneo e nello stesso tempo la protezione dell'ambiente». Ronchi non ha infatti nascosto la preoccupazione che altri prodotti chimici pericolosi possano prendere il posto del bromuro di metile. L'Italia è il primo consumatore europeo, con 7000 tonnellate annue, ed il bromuro di metile, che preserva le colture da parassiti e infestanti, è usato sia in campo aperto (7000 ettari trattati l'anno) che in serra (7500 ettari), e il 40% viene utilizzato per il pomodoro. La Sicilia è in testa con il 40% dei consumi; seguita da Lazio e Campania con il 16%. Emilia Romagna, Sardegna e Liguria sono altri grandi consumatori, e proprio la Liguria non ha ancora trovato un'alternativa possibile per tutelare dai parassiti il prezioso basilico. Il ministero dell'Ambiente ha affidato, come ha spiegato Ronchi, al dipartimento di valorizzazione e protezione delle risorse agro-forestali dell'Università di Torino l'incarico di passare in rassegna i possibili sostituti. Tra le alternative studiate dall'Università di Torino c'è la disinfestazione con calore umido, la solarizzazione e l'uso di plastiche protettive particolarmente sofisticate. I produttori di basilico sono preoccupati. In Liguria sono circa 200, su 40 ettari di superficie, con una produzione globale intorno a 36 mila quintali, concentrata nel ponente nelle zone di Albenga, Andora e Diano Marina. «Si è scelto come bersaglio il bromuro di metile - dice Enzo Rotolo, vicedirettore della federazione di Savona della Goldiretti - ma è un prodotto che, con gli anni, è stato perfezionato diventando uno dei più sicuri dal punto di vista ambientale». «Al bromuro di metile - spiega Rotolo - non vi sono molte alternative. L'unica potrebbe essere quella del vapore ma è poco percorribile per una questione di costi. Viene utilizzata per ora in piccoli appezzamenti». Per la tecnica del vapore occorre il gasolio che ha dei costi molto elevati. A meno che, precisa il rappresentante della Goldiretti, non venga concesso a prezzi agevolati come per il riscaldamento delle serre. Attualmente, spiega Rotolo, i produttori di basilico utilizzano il bromuro di metile con concentrazioni più basse (dagli 80 grammi per metro cubo si è passati a 40 grammi). La tecnica consiste nel farlo penetrare nel terreno coprendo la superficie, per una quindicina di giorni, con dei teli. «Questi teli spiega Rotolo - sono molto poco porosi e impediscono la dispersione nell'aria». «Gli italiani dovrebbero piuttosto preoccuparsi della loro salute. Oltre ad essere una delle sostanze killer dell'ozono - dice Fulco Pratesi, presidente del Wwf - il bromuro di metile è un fitofarmaco con effetti diretti micidiali sulla salute. La sua ingestione attraverso l'acqua di falda provoca danni di tipo cancerogeno». «Non si può legare - aggiunge Pratesi - la sorte di prodotti tradizionali, come il basilico, alla messa al bando di una sostanza sintetica dannosa. Il futuro dell'agricoltura deve essere slegato dalla chimica. Un sistema sperimentato di fumigazione è quello naturale "al vapore", una pratica sana purtroppo abbandonata», [a. tor.3 Questa sostanza è un killer dello strato d'ozono. Allarme in Liguria «Le alternative conosciute sono purtroppo molto onerose» PESTO GENOVESE [ricetta originale Ingredienti [per condire 300 gr. di pasta 2 mazzi di basilico a foglia piccola 2 teste di aglio 1 manciata di pinoli olio extra vergine di oliva a filo [serve per amalgamare la salsa 1 etto di pecorino sardo 1/2 etto di parmigiano reggiano Preparazione Pestare nel mortaio [meglio se di marmo] le due teste di aglio poi aggiungere le foglie di basilico e continuare a pestare. Ag giungere i pinoli e un po' di olio per amalgare l'impasto. Quan do si è ottenuto un impasto fluido, unire il formaggio e mescolare aggiungendo altro olio fino a che il composto non raggiunge la consistenza di una salsa. La vera ecologia incomincia scegliendo i prodotti genuini gSavona della Goldiretti - ma è un prodotto che, con gli O GENOVESE ricetta originale re 300 gr. di pasta ia piccola a a filo [serve per amalgamare la salsa eggiano pppbandonata», UN GAS NOCIVO CHE COSA F. Il «bromuro di metigas fumigante formato dall'assodi metano e bromo. A CHE COSA SERVE. Viene utilizzatocoltura per sterilizzare il terrennato alle colture da ogni tipo dpatogeno. Negli Stati Uniti il gas gato per la sterilizzazione di ognalimentare importata. a volta, alla nana buoe che la glio se di marmo] le due teste di aglio di basilico e continuare a pestare. Ag ' di olio per amalgare l'impasto. Quan asto fluido, unire il formaggio ndo altro olio on raggiunge lsa. QUALI DAHHI PROVOCA. In Italia puutilizzadopo il di un'zazioneria. Il sda temcentro miche. vocare cazioniL li iii lid i di ii

Persone citate: Edo Ronchi, Enzo Rotolo, Fulco Pratesi, Quan, Ronchi, Rotolo