«Duri solo coi più deboli»

«Duri solo coi più deboli» INTERVISTA «Duri solo coi più deboli» «Così funziona il sistema carcerario» LA DENUNCIA PI DON CIOTTI ISTRATTO con la grossa criminalità, ii-ìéssibile con i più debo1 . Ecco il sistema carcerario italiano secondo don Luigi Ciotti. I boss mafiosi che fuggono indisturbati, una madre condannata per piccoli reati che si uccide in cella davanti al figlioletto di due anni. Il sacerdote torinese, impegnato nel Gruppo Abele e nell'associazione Libera, chiede un momento di riflessione. Tutto il rispetto per i morti, ma non crede che sia comunque pericoloso spalancare le porte del carcere ai cosiddetti detenuti comuni? «Occorre un maggiore senso dell'equilibrio nell'esercizio della giustizia: ci sono persone che, per motivi umanitari o di salute, in carcere non dovrebbero stare». Chi per esempio? «Le madri di bambini piccoli, i malati, chi soffre di disturbi psichici. Noi oggi parliamo del suicidio di Silvana, ma poco tempo fa si era tolta la vita in cella un'altra donna, Patrizia. I medici penitenziari nel loro convegno a Stresa hanno de¬ nunciato una realtà poco nota: in Italia ci sono 2500 detenuti che soffrono di disturbi psichici. La chiusura dei manicomi, se non trova accoglienza e servizi sul territorio, rischia di trasferire e di nascondere in carcere i problemi più laceranti». Eppure una legge in questo senso esiste: perché non viene applicata? «Sì, è la legge Simeoni: è stata approvata da poco e rappresenta un passo importante, ma ancora troppo piccolo. Prevede pene alternative alla detenzione per chi ha subito con- danne inferiori ai quattro anni, però non tiene conto del cumulo: i tossicodipendenti, per esempio, accumulano tanti reati. Una proposta di legge del ministro Finocchiaro estende il limite oltre la pena di quattro anni. Sarebbe una grande novità». Vediamo il problema da un punto di vista opposto: chi tutelerà i cittadini onesti dai piccoli criminali? «La depenalizzazione dei reati minori dovrebbe prevedere paletti diversi dal carcere, come gli arresti domiciliari o il soggiorno .in comunità». Quante madri sono attualmente in cella con il loro bambino? «Una cinquantina. Se il figlio ha meno di dieci anni possono beneficiare della legge Simeoni. Sempre che la condanna non ecceda i 48 mesi. Tossicodipendenti, extracomunitari e malati psichici finiscono per costituire la maggior parte dei detenuti. Sono i soggetti più deboli e fragili: la loro disperazione, oltre che con il suicidio, si esprime ogni anno con migliaia di gesti autolesionistici». La sua ricetta è il permissivismo? «La proposta di legge Finocchiaro è buona, ma non bisogna agire soltanto perché è morta Silvana. C'è una specie di schizofrenia: di fronte alla morte tragica di una madre, il pendolo dell'emotività pubblica si sposta dal massimo rigorismo a una maggiore comprensione. Ma le leggi dovrebbero essere più equilibrate sempre». Stefano Mancini «Il cumulo di piccoli reati impedisce di scontare la pena a casa o in comunità La giustizia deve essere più equilibrata» «In carcere ci sono 50 mamme e 2500 persone con disturbi psichici. Ogni anno sono migliaia i gesti di autolesionismo» Don Luigi Ciotti critica la severità della giustizia nei confronti dei soggetti più deboli

Persone citate: Don Luigi Ciotti, Finocchiaro, Simeoni, Stefano Mancini

Luoghi citati: Italia, Stresa