Cuntrera, il ritomo si complica di Gian Antonio Orighi

Cuntrera, il ritomo si complica Caute le autorità spagnole, ma il boss conferma alla polizia: «Portatemi pure in Italia» Cuntrera, il ritomo si complica «Non basteranno pochi giorni» MADRID NOSTRO SERVIZIO Pasquale Cuntrera è in carcere a Madrid. Dopo una giornata di annunci e smentite, ieri sera la polizia spagnola ha confermato la notizia, fi boss è arrivato alle 22 a bordo di un'auto blindata, sotto un'imponente scorta dell'Interpol, ed è stato rinchiuso nella prigione di Carabanchel, alla periferia della capitale. «E' la sezione penale numero 3 della Audiencia Nacional, che ha ordinato il trasferimento a Madrid», ha spiegato un portavoce ufficiale della Direzione Generale degli Istituti Penitenziari di Madrid, confermando l'inizio della procedura di estradizione del superboss arrestato domenica sera a Fuengirola (Malaga). Cuntrera (la notizia, per ovvie ragioni di sicurezza, è stata resa nota solo ieri mattina dal portavoce del Commissariato Provinciale di Malaga, ove era stato portato il narcotrafficante subito dopo il suo arresto) era stato trasferito nel supercarcere di Amaurin de la Torre, a 25 chilometri da Malaga, alle 16 di lunedì pomeriggio, dopo l'interrogatorio di rito del giudice di Fuengirola. Ad Alhaurin, un gigantesco complesso carcerario costruito nel '90 che ospita 1800 reclusi in 14 raggi (tra cui 10 terroristi baschi dell'Età; 8 gli italiani detenuti, tutti per reati comuni), Cuntrera è stato isolato nel braccio «ingresos», quello dei nuovi arrivati. Qui ha seguito la normale prassi carceraria. Gli hanno preso le impronte digitali ed è stato visitato dallo staff medico. Sia la direzione del carcere che le guardie carcerarie non hanno detto ieri una parola sul detenuto «eccellente». Ma Juan Antonio O'Donnell, portavoce della polizia di Malaga, ha rivelato: «Cuntrera era molto sciupato, magro. Camminava a fatica .appoggiandosi, al, bastone. Non assomigliava affatto alle foto diffuse in questi giorni». Per tutta la mattinata ed il pomeriggio sono rimbalzate voci sul suo trasferimento a Madrid. Ma nessuno, polizia di Malaga e di Madrid ed il ministero degli Interni, a lungo ha voluto confermarla. Era circolata anche l'ipotesi che Cuntrera sarebbe stato trattenuto ad Alhaurin per parecchi giorni. Ma la legge spagnola obbliga a trasferire l'estradando alla «Audiencia Nacional» della capitale, l'unico organo giudiziario competente in materia, nel giro di 72 ore dal fermo. La moglie, la venezuelana Giuseppa Velia, che accompagnava il superboss quando è stato arrestato, strettamente controllata dalla polizia spagnola, è rimasta tutto il giorno rinchiusa nel lussuosissimo appartamento del residence «Las Camelias» di Fuengirola. Ma gli agenti della Udyco (Unidad de Droga y Crimen Organizado), ancora ieri, battevano la zona in cerca di quei collaboratori che dovevano fornire a Cuntrera il passaporto per raggiungere il Venezuela. «E' evidente che il narcotrafficante poteva avvalersi di basisti in loco» rivelavano fonti della polizia spagnola. Cuntrera avrebbe comunque accettato di essere estradato in Italia: lo hanno reso noto fonti vicine agli inquirenti spagnoli cui è stata affidata l'inchiesta. Il boss, stando alle stesse fonti, avrebbe manifestato volontà di non opporsi alla consegna alle autorità italiane nel corso dell'interrogatorio cui è stato sottoposto ieri dalla polizia. Non si sa se abbia parlato direttamente della propria decisione anche con il giudice istruttore, Esperanza Drox Martorell. I tempi del suo rientro in Italia non saranno, tuttavia, brevi. Un'autorevole fonte del ministero di Grazia e Giustizia di Madrid confermava ieri sera che, indipendentemente da una possibile (ma niente affatto scontata) applicazione dell'articolo 66 del Patto di Schengen, che prevede una procedura abbreviata, sarà il magistrato della «Audiencia Nacional» che deciderà i tempi. «Dire che arriverà in Italia molto presto, in due-tre giorni, significa essere fuori dalla realtà», sostenevano con forza al ministero di Grazia e Giustizia. La Direzione Generale delle Istituzioni Penitenziarie ha assicurato misure di sicurezza imponenti per la detenzione di Pasquale Cuntrera a Madrid. Il magistrato chiamato a occuparsi dell'estradizione è Carlos Divar, noto per le sue indagini sui terroristi baschi dell'Età. Gian Antonio Orighi Un investigatore «Cammina a stento con il bastone, è molto diverso dalle ultime foto» Il boss Pasquale Cuntrera, catturato nei giorni scorsi in Spagna