«Processate in Italia i marines del Cermis» di Angelo Conti

«Processate in Italia i marines del Cermis» Trento, chiesti 7 rinvii a giudizio «Processate in Italia i marines del Cermis» «Il volo a bassa quota era fuorilegge» Prodi: «Gli Usa saranno disponibili» TRENTO DAL NOSTRO INVIATO «Processate quei marines e processateli in Italia». La procura di Trento ha depositato ieri la richiesta di rinvio a giudizio per sette persone, al termine dell'inchiesta sulla sciagura del Cermis che causò 20 morti. Sono tutti marines: i quattro membri dell'equipaggio deU"EA-B6 (i capitani Richard Ashby, Joseph Schweitzer, William Rancy e Chandler Seagraves), il comandante dello squadrone Richard Muegge, il responsabile operativo Mark Rogers e il comandante del 31° Stormo di stanza ad Aviano, Timothy Peppe. L'accusa è omicidio colposo plurimo e attentato alla sicurezza dei trasporti seguito da disastro. La procura ha invece stralciato la posizione del comandante di Aviano, il colonnello Orfeo Durigon, che risulta comunque inquisito per gli stessi reati. Un altro stralcio riguarda la mancata segnalazione visiva della funivia, reato per cui si procede contro ignoti. Perché il procuratore capo Francantonio Granerò e il sostituto Bruno Giardina vogliono processare i marines in Italia? A parere dei magistrati, il Trattato di Londra (che prevede che gli Usa esercitino la giurisdizione primaria) non è applicabile, perché qui non si tratta di un volo Nato, ma di un volo americano. In sostanza, nessun trattato internazionale prevede voli a bassa quota in Italia nell'ambito di esercitazioni per operazioni in Bosnia, anzi c'è una nota del 21 aprile '97 che li vieta. Il piano di volo del Prowler, invece, prevedeva proprio la bassa quota, cioè altezze fra 500 e 2 mila piedi. Trattandosi, allindi, di una missione al di fuori da qualsiasi accordo, i responsabili andrebbero processati in Italia anche per 1'«omicidio colposo», che è il reato per il quale i quattro piloti sono sotto processo negli Usa. L'accusa: le misa bassaerano duna p da mesi sioni quota ventate rassi Ma, secondo Granerò, a rendere pressoché obbligatorio il processo italiano è la mancanza, nella giurisprudenza Usa, del reato di «attentato alla sicurezza dei trasporti». E questo indipendentemente dal fatto che il giudice per le udienze preliminari accolga le riserve sull'applicabilità del trattato. Cosa potrà decidere il gup? Se accoglierà in toto le richieste della procura, i sette marines saranno processati a Trento, magari in contumacia. Se si opporrà, provocherà probabilmente il ricorso in appello della procura. Ma c'è una terza opzione: il gup potrebbe considerare fondati i dubbi avanzati dalla procura sulla costituzionalità del Trattato di Londra (mancata legittimità dell'ente firmatario, incertezza dell'organo giudicante) ed investire la Corte Costituzionale. Ma va sottolineato che la procura ha provato che i voli a bassa quota erano da tempo una prassi. La sola squadriglia del Prowler ne aveva effettuati, in poco più di sei mesi, 11. Tutti fuorilegge. E bassi volavano spesso sia aerei yankee sia aerei nostrani. Scrivono gli inquirenti: «In tre mesi risultano effettuate sul territorio italiano ben 449 missioni a bassa quota, di cui 46 americane. Di queste, 87 (di cui 27 americane) hanno interessato la provincia di Trento. Le denunce per voli pericolosi sono state 73: 50 hanno provocato panico, 3 situazioni di pericolo, 13 danni». Ma volare basso non è mai stata considerata una colpa: nei 34 casi le indagini non hanno portato a provvedimenti; agli atti c'è un ammonimento, ennesima prova della «tolleranza dei comandi». Ieri, intanto, Romano Prodi ha confermato all'assessore al Turismo della provincia di Trento, Francesco Moser, la disponibilità Usa sulla tragedia, «sia per quel che riguarda i processi che i risarcimenti». Angelo Conti L'accusa: da mesi le missioni a bassa quota erano diventate una prassi