Scandalo a Magdeburgo di Emanuele Novazio

Scandalo a Magdeburgo Varato ieri nonostante le perplessità del leader socialdemocratico Schroeder e i durissimi attacchi di Kohl Scandalo a Magdeburgo Governo Spd appoggiato dall'expc BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Soprawiverà Gerhard Schroeder al «modello di Magdeburgo»? O il cancelliere Kohl riuscirà a demonizzare il suo avversario, grazie a quello che la Cdu definisce «l'abbraccio col diavolo»? A quattro mesi da1 elezioni generali che lo stesso Kohl considera «le più difficili della nostra storia», il quesito che in molti si pongono, a Bonn, è di sostanza: da ieri la Sassonia-Anhalt ha un nuovo governo Spd guidato dal presidente uscente Reinhard Hoeppner e appoggiato all'esterno dagli ex comunisti della Pds, eredi del partito di Erich Honecker e simboli - potenziali, almeno - di un passato antidemocratico, repressivo, oscuro. Da ieri, Magdeburgo è banco di prova per le strategie elettorali dei grandi partiti nazionali: oltre che indizio di un'incomprensione reciproca e tenace fra l'Est e l'Ovest di una Germania soltanto in apparenza unita. A quattro mesi dal voto gene- rale di settembre, il piccolo dramma politico in corso a Magdeburgo è molto più di una baruffa provinciale, dunque. Subito dopo le elezioni locali di fine aprile, vinte dall'Spd ma segnate da un inatteso balzo dei neonazisti della Dvu al 13% dei suffragi, Schroeder invitò Hoeppner ad allearsi con la Cdu: una Grande Coalizione doveva primo di tutto impedire «campagne strumentali» contro l'Spd e lo stesso candidato Cancelliere. Hoeppner rifiutò e testardamente («Chi ha la testa più dura, lui o il muro?», si è chiesta in prima pagina l'ultrapopolare «Bild») ha perseguito il suo disegno: no a una allean¬ za diretta, sì a un appoggio esterno della Pds. Un atto di presunzione, un colpevole scatto di orgoglio regionale, un errore politico del quale l'Spd finirà per pentirsi amaramente? Più realisticamente, la scelta di Hoeppner indica che in Sassonia-Anhalt come quasi dovunque all'Est la maggioranza politica è «a sinistra del centro» (a Magdeburgo l'Spd ha il 36 per cento, la Pds il 20). E che per vincere le elezióni di settembre, «al di là del Muro» i giochi dovranno essere diversi da quelli consueti all'Ovest: a quasi dieci anni dalla riunificazione, la ex Ddr conserva caratteristiche politiche e sociali che sarebbe un errore gravissimo sottovalutare. «All'Est gli orologi vanno altrimenti», ribatte Hoeppner a quanti, nella Cdu e nel suo partito, condannano il legame con gli ex comunisti. In questo quadro, quali possibilità di successo ha la campagna frontale avviata da Helmut Kohl al Congresso di Bre¬ ma e riproposta ieri dal segretario della Cdu, Peter Hintze? Quale mobilitazione riuscirà ad ottenere, il partito del Cancelliere, definendo Schroeder «il cavallo di Troia del comunismo»? Autorevoli analisti dubitano dell'efficacia di una tale strategia: per sostenerla manca il «nemico», non c'è più il comunismo sovietico affacciato al Muro. Senza contare che sono in molti, nelle regioni occidentali, a considerare la Pds come un fenomeno regionale paragonabile, in un certo senso, alla bavarese Csu. Il tentativo di demonizzare l'avversario, si nota, potrebbe dunque avere effetti contrari a quelli sperati dalla Cdu di Kohl. Mentre la difesa dell'interesse «locale» e della particolarità «orientale», riaffermata da Hoeppner a Magdeburgo, potrebbe far crescere le simpatie socialdemocratiche, nel popolo dell'Est: ancora lontano e diffidente, dicono i sondaggi, per le tattiche di Bonn. Emanuele Novazio Il leader socialdemocratico della Sassonia-Anhatt, Reinhard Hoeppner, il giorno della sua elezione a presidente del governo locale

Luoghi citati: Bonn, Ddr, Germania, Magdeburgo, Troia