«Questa è pulizia etnica»

«Questa è pulizia etnica» INTERVISTA «Questa è pulizia etnica» « una) » IL RESP®N$ABIUS DELLA MOSCHEA DI VIALE PÀDOVA <ia siù ! no o non atb <ia siùo ! -no o non atb.- MILANO. «Non hanno trovato armi, non hanno trovato esplosivo, è tutta una montatura senza prove», scuote la testa Jolani Anwar, palestinese, da dodici anni in Italia, uno dei responsabili del centro culturale della moschea di viale Padova. Quella dove si riunivano gli algerini fermati nell'operazione chiamata «Crociata». Una montatura? «Non hanno trovato niente di niente eppure sono convinti che stessero preparando attentati per i Mondiali di calcio in Francia. Mi sa che l'ordine di questi arresti arriva da Parigi. Noi ci fidiamo della giustizia italiana, ma voghamo che certe cose vengano verificate». Cosa teme? «Come comunità noi ci sentiamo danneggiati da certe operazioni di polizia. In questo modo non si fa altro che aumentare le barriere tra Islam e Occidente». Quanti algerini partecipano alla vita della moschea? «Qui arrivano soprattutto tunisini e marocchini. Gii algerini sono circa diecimila in tutta Italia, soprattutto in tre grandi citta: Napoli, Roma e Milano. Non sono molti, ma sono quelli messi peggio. Al 90% sono clandestini, non hanno documenti in regola, non hanno lavoro». I carabinieri sostengono che i nove fermati facevano parte di Al Takfir. Lei che ne sa? «Il nome esatto è Takfir wa el-Hijra, vuol dire espiazione ed esilio». Sono gli stessi che negli ultimi anni controllano il Già. Vero? «Sono integralisti, ma almeno tra quelli che conosco io, più a parole che a fatti. Guardano con attenzione a quello che succede in Algeria, magari sono anche quelli che a parole dicono che faranno questo, faranno quest'altro. Poi in reità il loro problema è mangiare e avere un letto dove dormire. Ogni tanto vengono qui al mio ristorante, telefonano ai parenti ad Algeri e li sento piangere. Non mi sembra che abbiano la testa per fare i "terroristi"». La comunità algerina è integrata con le altre? «Preferiscono stare per i fatti loro. Partecipano alle attività religiose e poco più». Molti hanno passaporti falsi, rubano, i carabinieri sono convinti che tra loro ci sia un sottobosco di criminalità. «Spesso è una necessità. Il passaporto falso rappresenta l'unico modo per avere dei documenti. Sì, rubano anche, non hanno quasi mai un lavoro perché non in regola. Ma questo cosa c'entra con il terrorismo islamico? Sarebbe come dire che, al momento dell'arresto di un manoso, venga specificato che è anche cristiano». Però in nome della religione in Algeria si combatte. «In Algeria è in corso una guerra politica, in cui diverse fazioni si stanno scontrando. La religione conta poco. E c'entra ancora meno con gli attentati negli stadi. Quella che è stata fatta in tutta Europa è un'operazione di pulizia etnica». Fabio Potetti

Persone citate: Fabio Potetti, Jolani Anwar