Di Bella, cura gratis ai poveri

Di Bella, cura gratis ai poveri «Hanno diritto alla terapia i malati terminali esclusi dalla sperimentazione» Di Bella, cura gratis ai poveri La Corte Costituzionale boccia il decreto ROMA. Vicenda Di Bella: un'altra giornata di fuoco. La terapia anticancro del fisiologo potrà essere somministrata gratis anche ai malati terminali non ammessi alla sperimentazione che, a giudizio del medico curante, non abbiano alternative terapeutiche e versino in difficoltà economiche. Lo ha deciso la Consulta dichiarando incostituzionale una parte del decreto Bindi, quella che non prevede l'erogazione a carico del Servizio sanitario nazionale dei farmaci della multiterapia. F '^noiemiche si riaccendono lente, tra chi esulta e chi ritiene la sentenza ingiusta. La Corte Costituzionale ha inteso riparare alla violazione del principio di uguaglianza e del diritto alla salute: in poche parole, prima chi aveva i soldi poteva comprarsi la cura, chi non li aveva, doveva farne a meno. Ma il diritto alla salute, sottolineano i magistrati, non può dipendere dalle diverse condizioni economiche. La sentenza precisa che si parla di pazienti «affetti da patologie tumorali comprese tra quelle sottoposte alla sperimentazione, rispetto ai quali il medico ritenga, sotto la propria responsabilità, e sulla base di elementi obiettivi, che non esistano valide alternative terapeutiche». Questo dovrà avvenire durante tutto il periodo della sperimentazione. La Corte si è quindi rivolta al legislatore, riconoscendo la sua esclusiva competenza in materia, e invitandolo a riportare il decreto entro i termini della costituzionalità. E a farlo, data la delicatezza della materia trattata, «con la più grande tempestività». Reazioni differenti tra i partiti: dall'entusiasmo di Alleanza nazionale («l'arroganza del ministro non ha pagato») al riconosciménto di'«un certo fondamento» alla sentenza da parte di Rifondazione comunista, alla soddisfazione dei popolari, a qualche critica dai democratici di sinistra. Tomassini (Forza Italia), poi, chiede le dimissioni di Rosy Bindi. «Quando abbiamo proposto gli emendamenti in commissione - dice Tomassini - il ministro della Sanità ci ha deriso e le nostre richieste sono state rozzamente respinte». Una vittoria per il Codacons. «Una vittoria - dice il presidente dell'associazione che tutela i consumatori, Carlo Rienzi - contro il cinismo di un decreto che aveva creato malati di serie A e di serie B». Attacca il ministro della Sanità, Rienzi, e accusa: «Aveva progettato una vera e propria roulette russa del sorteggio dei malati da curare». L'elemento più importante, secondo il Tribunale per i diritti del malato, è il riconoscimento della necessità che il Servizio sanitario copra le prestazioni per i non abbienti: «Basti pensare - si osserva in una nota del Tribunale - che cosa potrebbe significare l'e- stensione di questo stesso principio alla condizione di centinaia di migliaia di malati cronici che, spesso, non godono delle necessarie forme di assistenza sanitaria». Un successo a metà, secondo l'Aian, l'associazione dei malati sostenitori del professor Di Bella. La presidente, Patrizia Mizzon, osserva: «Ora dobbiamo preoccuparci per quello che succederà dopo la sperimentazione, perché la gratuità sarà limitata a questo periodo». • «Una buona sentenza - secondo Raffaele Guariniello, il magistrato torinese che sta indagando sulla sperimentazione del metodo Di Bella -. La Corte Costituzionale ha eliminato quella che, di fatto, era una discriminazione tra i malati». All'insegna del «noi l'avevamo detto» i commenti dell'assessore alla Sanità della Regione Puglia, Michele Saccomanno, e del pretore di Maglie, Carlo Madaro, che per primo accolse i ricorsi dei malati di cancro che chiedevano allo Stato la cura Di Bella. Madaro non risparmia le critiche: «Il governo si è comportato in maniera scellerata perché ha creato delle ignobili disparità di trattamento tra i malati». Non altrettanto entusiasti gli oncologi che fanno parte della sperimentazione. Monfardini: «Non posso condividere la somministrazione di farmaci dall'efficacia non provata. I giudici non possono scalzare il giudizio del medico». Cognetti: «Non c'è nessuna sottrazione del diritto alla salute nel non poter sottoporsi a una terapia di cui non si conosce l'efficacia». Daniela Daniele Esulta il Codacons Reazioni contrastanti fra le forze politiche Critici gli oncologi «L'efficacia dei farmaci deve ancora essere dimostrata» :|p: L'INTERPRETAZIONE DELLA SENTENZA 1 Nessuna legittimazione della cura dal punto di vista terapeutico. Poiché il decreto autorizza i medici a prescrivere la cura anche ai soggetti non ammessi alla sperimentazione e i costi sono elevati, si possono creare discriminazioni tra cittadini in base al loro censo. Spetta «esclusivamente al legislatore» intervenire per colmare la lacuna nel decreto in base a principi di «ragionevolezza», «con la più grande tempestività in ragione della particolare urgenza». 2Le condizioni per la distribuzione gratuita della cura sono tre: oggettiva, soggettiva, temporale. a) Dal punto di vista oggettivo la somministrazione dovrà . riguardare quei pazienti affetti da patologie tumorali comprese fra quelle che rientrano nella sperimentazione (dieci in tutto). b) Dal punto di vista soggettivo la distribuzione gratuita delle specialità contenute nella terapia dovrà riguardare quei malati terminali per i quali non esistano valide alternative terapeutiche. c) La somministrazione gratuita dovrà essere garantita solo fino al termine della sperimentazione, in attesa, cioè, dei risultati.

Luoghi citati: Maglie, Puglia, Roma