Eurocampagna contro Forza Italia di Francesco Manacorda

Eurocampagna contro Forza Italia Olanda, Belgio e Lussemburgo scrivono a Maertens: ripensaci. In forse il summit del 2 giugno Eurocampagna contro Forza Italia Ma ilppe alla fine dirà sì BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Alle sei del pomeriggio Pierluigi Castagnetta, capogruppo della delegazione italiana nel Partito popolare europeo, esce dall ufficio del presidente del Ppe Wilfried Martens. Anche l'ultimo colloquio è andato a vuoto: i popolari italiani confermano il loro «no» all'ingresso degli eurodeputati di Forza Italia nel gruppo parlamentare del Ppe, restano fuori dai negoziati e ripongono le ultime speranze nel dissenso che sta crescendo tra compagni di partito di altri Paesi; Martens va diritto per la sua strada e si prepara ad aprire dopo mezz'ora la seconda tornata di trattative con la delegazione di Forza Italia guidata dal capogruppo Claudio Azzolini. «La vera notizia di oggi spiega il presidente dei Popolari europei è che abbiamo accettato Cossiga come membro individuale del Ppe». E in effetti l'animazione attorno ai Popolari europei sembra crescere ogni giorno di più: ieri, oltre all'ingresso di Cossiga, che verrà anche invitato a parlare alla sessione parlamentare di giugno a Strasburgo, è arrivata la notizia che i due eurodeputati di Rinnova- mento italiano che già sono nel gruppo Ppe chiederanno di entrare nel partito vero e proprio. L'ufficio di presidenza del Ppe deciderà sulla domanda del movimento guidato da Lamberto Dini il 6 luglio durante un vertice a Lisbona. Ma a suscitare l'interesse maggiore è sempre la marcia di avvicinamento dei deputati di Forza Italia verso il gruppo, che ieri - dopo la corsa delle ultime settimane - sembra aver segnato un rallentamento. Dopo l'incontro di ieri sera Martens e Azzolini danno valutazioni positive di quanto fatto fino- ra, ma fanno anche sapere che le delegazioni si rivedranno il 2 giugno. Questo significa che difficilmente Martens potrà portare l'intesa con Forza Italia all'esame del vertice dei capi di governo Ppe che dovrebbe tenersi a Bruxelles proprio lo stesso giorno e forse che il vertice stesso è destinato a slittare. Gli ostacoli sembrano venire dal crescere di una «fronda» interna non. forte numericamente, ma qualificata dal punto di vista politico. I presidenti dei partiti popolari di Olanda Belgio e Lussemburgo hanno infatti scritto una lettera a Martens in cui chiedono di convocare una riunione dei capi di partito del Ppe prima di prendere qualsiasi decisione sull'ingresso di Forza Italia e avvertono che in caso contrario «si troverebbero nella necessità di riesaminare la loro posizione all'interno del Ppe». I popolari del Benelux sarebbero particolarmente interessati a porre come condizione per l'ingresso degli «azzurri» il loro impegno a escludere intese con Alleanza nazionale. Ma Martens non sembra particolarmente sensibile al richiamo del suo stesso partito; a spingerlo verso l'intesa con Forza Italia ci sono - oltre al sostegno di Helmut Kohl anche i numeri: a conti fatti sono una quarantina i deputati contrari all'operazione, mentre gli altri centoventi si pronuncerebbero a favore. Se, come prevedeva fino a ieri il presidente, l'assemblea degli eurodeputati Ppe si dovesse pronunciare il 9 giugno, l'assenso sarebbe assicurato. A livelli più alti il malumore degli italiani e dei popolari del Benelux potrebbe mostrarsi proprio al vertice previsto finora per il 2 giugno. Al «no» di Romano Prodi vanno aggiunte le probabili assenze del premier lussemburghese Jean-Claude Juncker e di quello belga Jean Lue Dehaene. Il primo sarebbe impegnato in un viaggio in Asia, il secondo avrebbe dovuto incontrare quel giorno il segretario generale dell'Onu Kofi Annan, che però proprio ieri ha cambiato programma. Ma se per il presidente del Ppi Gerardo Bianco quello dei due premier è «un evidente gesto di solidarietà verso Prodi», Martens si incarica di gelare gli entusiasmi dei rivoltosi: «Ci sono difficoltà pratiche e non certo motivazioni politiche, noi continuiamo ad avere contatti per ottenere la maggiore partecipazione possibile». E Forza Italia? Aspetta che nel Ppe si regolino i conti e ostenta la massima prudenza, fino a ipotizzare una «pausa di riflessione» prima di lanciarsi dal vascello dei gollisti a quello dei popolari. «Berlusconi - spiega Azzolini - ha già detto che se l'offerta dei Popolari si formalizzasse in modo irrevocabile e inequivocabile si riserva di prendere alcuni giorni per parlarne con Philippe Seguin», il leader dei gollisti che sono oggi con Forza Italia nell'Upe. Francesco Manacorda L'ex Capo dello Stato e fondatore dell'Udr Francesco Cossiga li segretario dei popolari Franco Marini

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