«Grande centro», il primo passo è fatto

«Grande centro», il primo passo è fatto Euforia dopo il successo elettorale. Mentre Prodi accusa: «Ah, se avessimo coltivato di più l'Ulivo» «Grande centro», il primo passo è fatto Ma ilppi frena: non c'è spazio ROMA. «Ah, se avessimo coltivato di più l'Ulivo...». Questo è il blando rimprovero che Romano Prodi indirizza ai suoi alleati, riuniti per valutare i risultati elettorali di domenica. E la risposta del presidente del Consiglio a chi addebita allo scarso interesse del governo per il Sud il deludente risultato in Sicilia. Ma a Palazzo Chigi non si addentrano più di tanto nell'analisi dei risultati. Ci hanno già lavorato di buona lena democratici di sinistra e popolari, per concludere che è da correggere la primissima interpretazione. E' vero che sono stati premiati i partiti di centro dei due poh, ma è falso che Forza Italia abbia guadagnato. In Sicilia, spiegherà D'Alema, il Polo è ancora in testa ma le distanze con l'Ulivo si sono ridotte, perché sia Forza Italia che An hanno perso voti rispetto alle elezioni precedenti. A guardare i dati si vede chiaramente che il successo dei candidati del Polo è frutto dell'aiuto dei cossighiani dell'Udr (che in Sicilia prendono più voti dei Ds). Ed è attorno al sorprendente successo dei centristi (che emerge dove si è votato col proporzionale) che si aggrovigliano le analisi delle segreterie dei partiti maggiori. Al momento non rimane che attendere la controprova delle elezioni regionali del Friuli-Venezia Giuba, che si terranno il 14 giugno, e, va sottolineato, col sistema proporziona- le. E', infatti, il sistema proporzionale l'elisir miracoloso che è in grado di fare resuscitare gli sparsi pezzi di quella che fu la de. Come conferma il Friuli dove si presentano, fianco a fianco, nei comizi e poi alle urne i popolari di Marini, Ri di Dini, ma anche Cdu e Cdr cossighiane, più pri e Unione slovena. Il tutto sotto la sigla «Centro popolare riformatore». Manca solo il ecd e sarebbe la vecchia de al completo. Tutti hanno capito che è una prova generale di «grande centro». Tanto che Lamberto Dini si preoccupa di negare che possano esserci ripercussioni sulla maggioranza, ma fa capire che un rimpasto di ministri non gli dispiacerebbe affatto. In fondo, ha ben raggiunto un 4 per cento dei voti nelle elezioni di domenica e, accanto a lui o con i socialisti, si è segnalato anche il partito di Maccanico. Per tutti i federati del Friuli arriva la benedizione di Francesco Cossiga, felice della «lungimiranza» con la quale fu avviato quel progetto di alleanza che, sino a sabato scorso sembrava solamente una stranezza e che da ieri comincia a preoccupare molti. Se non ci fosse il baluardo della attuale legge elettorale maggioritaria, infatti, i centristi non esiterebbero certo a riunire le loro forze anche alle elezioni po¬ litiche. Al momento, nel partito popolare constatano con freddo realismo che «non c'è spazio per un grande centro». E la somma dei voti dei vari frammenti «è una inutile perdita di tempo» assicura il vicesegretario Dario Franceschini. La linea degli ex de è quella di rafforzarsi all'interno dell'Ulivo e del Polo, per «moderare» gli altri alleati. E poi si vedrà. Appuntamento alle elezioni Europee dove si presenteranno, probabilmente, tutti insieme per poi ridividersi nel Parlamento di Strasburgo. Franco Marini ieri ha invitato a pranzo i suoi collaboratori per festeggiare con champagne il successo del partito. «Puntavano al 10 per cento entro il 1999. Ora che ci siamo arrivati in anticipo, punteremo al 12 per l'Europee» ha detto alle truppe. Gli altri stanno a guardare preoccupati. Come Fini che teme che i centristi si mettano insieme per sabotare il bipolarismo, ma si consola citando i dinieghi ufficiali dei sospettati. Altrettanto preoccupato Massimo D'Alema che, di fronte a Cossiga che esorta i centristi di tutti i poh ad unirsi, vede «il rischio che si riaffacci una-vecchia Italia centrista e democristiana che avverte con sofferenza, memore del passato, la perdita del monopolio del potere. Sarebbe catastrofica un'Italia del "moderatismo centrista"». E qualche preoccupazione dovrebbe averla anche Berlusconi, quando sarà passata l'euforia per i sindaci conquistati. Perché quando si farà meglio l'analisi dei flussi elettorali, dovrebbe ri- sultare che è stata proprio Forza Italia a cedere voti a favore dei centristi, anche del fronte opposto (i popolari). Restituendo anche ai socialisti un buon pacchetto di voti presi in «prestito» con il crollo del psi. Così come Fini avrebbe ceduto voti, anche lui, ai centristi del Polo. Questo smottamento verso i centristi del Polo dovrebbe indurre Berlusconi a chiedere più riforme e più maggioritario, contrariamente a quel che dice ora. Al momento l'Udr, con Mastella e Sanza, invita Forza Italia e popolari a star tutti nella stessa famiglia. Unica consolazione dei partiti «bipolari» è che popolari e Forza Italia, al momento, sono veramente incompatibili. Alberto Rapisarda In Friuli a metà giugno popolari, pri, Dini e Cossiga saranno fianco a fianco COSI1 I DUELLI'ELETTORALI^ eleztai 'iridali 1994 DEHOCRATiq^ilil^Slrli^|J»S I s,6 ^mP^vForzajtalia iSn^aaa, ^^ALLEANZANAZIONALE 11,5 1*431 CDU 10,6 PPI 9,0 ,7»8 RIFONDAZIONE COMUNiSTA 5,0 4,7 SINDACI ELETTI AL PRIMO TURMO NEI COMUNI NON . OLTRE I 15 MILA ABI* BALLOTTAGGI DEL 7 GIUGNO BALLOTTAGGI «MINÓRI» CENTROSINISTRA - CENTRODESTRA 28 CENTROSINISTRA - RIFONDANONE 3 CENTROSINISTRA 28 CENTROSINISTRA - LEGA 3 CENTRODESTRA - LEGA 2 CENTRODESTRA 7 CENTROSINISTRA - CENTRO II CENTRODESTRA - CENTRO 3 CENTRO 2 COSI1 IL VOTO ALLE PROVINCIALI SICILIANE elezioni provinciali 24 maggio 1994 FORZA ITALIA 15.78 23,32 DEMOCRATICI Dl SINISTRA 13.39 7,87 PPI 9.46 9.18 CDU 8,79 CDR 5,78 CCD 5,77 4.58 RIFONDAZIONE COMUNISTA 4.15 3,95 RETE - ALTRI 3.50 RINNOVAMENTO 2,77 RETE-VERDI - 10,35 ALL PROGRESS. - 9,01 MSI - 3,89 CAT. POPOL - 2,84 UNIONE CENTRO - 2,69 PATTO - RIFORM. - 2,37 PPI-PRI - 2,07 PSI - 1,34 CARTELLO - 1,26 PATTO SEGNI - 0,85 CCD - ALLEANZA NAZIONALE - 0,52 POPOL AUTONOMIA - 0,13 A sinistra Lamberto Dini leader di Rinnovamento