La Standa tratta con Coin di Ugo Bertone

La Standa tratta con Coin Berlusconi ha deciso: la casa degli italiani non va a Auchan La Standa tratta con Coin In corsa ci sono le «coop» rosse MELANO. Berlusconi ha decìso: per la vendita della Stantìa Fininvest tratterà, in esclusiva, con il gruppo Coin. L'offerta di Auchan, il colosso francese interessato (pare) solo alla parte alimentare, è stata così accantonata. C'è tempo fino al primo luglio; entro quella data, salvo sorprese, la «casa degli italiani» passerà di mano. Accanto a Coin, interessata alla parte non alimentare, figurerà la cordata Coop-Conad, intenzionata a consolidare la sua leadership nella distribuzione «food». Ma Berlusconi tratterà solo con Coin; saranno i veneti a definire l'operazione con le cooperative «rosse». Questo, in sintesi, l'esito del breve consiglio di amministrazione della consociata Fminvest che ha deciso tempi e modalità della vendita delle principali attività Stantìa (i centri di noleggio di videocassette «Blockbuster», la catena di giochi per l'infanzia e, soprattutto, la componente immobiliare sono esclusi...), pochi giorni dopo l'uscita dal listi- no della società. Ma a decidere, spiegano i bene informati, non è stato papà Silvio, bensì Marina che alla pratica Stantìa ha dedicato tempo e fatica negli ultimi mesi, una volta conclusa la ristrutturazione condotta dalramministratore Stefano Ferro. E' stata lei, perciò, a quadrare il cerchio: trovare un compratore italiano per la Standa, come promesso pubblicamente dal leader di Forza Italia; evitare, peraltro, l'imbarazzo di una trattativa diretta tra la Fininvest e la più dinamica (e potente) componente del mondo cooperativo. Eppure, proprio la prospettiva di un acquisto da parte dell'accoppiata Coop-Conad della «Standa-food» può cambiare la mappa della distribuzione in Italia, garantendo all'universo cooperativo un distacco difficilmente colmabile dalla concorrenza. Ma in attesa di definire questa partita, occorre vedere l'esito della trattativa con la veneziana Coin, 1500 miliardi di fatturato (+4,5% nel '97) attraverso 213 negozi (78 con il marchio Coin, più 105 Oviesse e 30 Bimbus), forte di 8 milioni di clienti. Il gruppo protagonista della trattativa, guidato dai fratelli Piergiorgio e Vittorio Coin, assieme aU'amministratore delegato Paolo Ricotti, ha ora l'occasione di consolidare il suo primato in un'area di mercato che, per la verità, in questi anni di crisi dei consumi ha registrato più sforzi che soddisfazioni: in gioco ci sono 169 magazzini non alimentari (che occupano, in tutto, 5 mila dipendenti) che potrebbero permettere il sospirato salto di qualità sul fronte degli acquisti e dell'offerta. Una sfida difficile che in pochi possono permettersi; e ciò spiega la base della trattativa (un centinaio di miliardi) relativamente modesta. Altra cosa è il comparto alimentare, quello che Berlusconi e le coop rosse tratteranno utilizzando Coin come una sorta di messaggero. Si tratta di decidere la sorte di 191 supermercati, compresi i reparti alimentari dei magazzini «misti» (una sessantina) in condominio con Coin. Un'acquisizione da 700-800 miliardi circa in grado di consentire ai due gruppi, già leader del settore (13.900 mUiardi il fatturato delle Coop, circa 2900 quello della Conad cui vanno aggiunti altri 4600 delle cooperative associate), di accumulare una massa critica che assicuri un notevole vantaggio sulla concorrenza. Il tutto grazie al gruppo Berlusconi, naturalmente, che manterrà stretti rapporti con gli acquirenti, diretti e indiretti, di Standa, visto che la proprietà degli immobili resterà a Trefinance (la holding di controllo, al 99,8% Fminvest). Per le Coop, insomma, si profila un futuro con Berlusconi nelle vesti di padrone di casa... Ugo Bertone

Luoghi citati: Italia, Trefinance